giovedì, Marzo 28, 2024

CLASSIFICHE

SUGGERITI

Festival di Castrocaro 2020: le pagelle agli inediti

Tutte le nostre mini-recensioni dei brani presentati in gara

  • MIO DIO – Daino

E’ la botta d’energia della serata grazie ad un inedito in perfetto stile cantautorale ma che unisce le tendenze d’attualità e radiofonicità scindendo quasi il messaggio dalla melodia. La parte curiosa la riveste un piccolo assolo di clarinetto che impreziosisce ulteriormente un arrangiamento particolarmente ricco ed orchestrale e che accompagna una vocalità che si fa notare per la sua timbrica del tutto propria e riconoscibile. Un buon pezzo che ha la propria carta vincente nel mix riuscito tra orecchiabilità e scrittura riuscendo a dimostrare che, a volte, si può essere immediati pur tirando le fila di una narrazione non banale. VOTO: 6.5

  • FIRE – Fellow

L’unico davvero meritevole della vittoria finale non viene premiato e chiude la serata soltanto sul secondo gradino del podio pur presentando l’inedito di gran lunga con più potenziale e meglio costruito. La sua voce soul e colorata dalla note particolarmente basse lo rendono il gioiellino dell’edizione da un punto di vista vocale ed artistico. A questo si aggiunge anche un’ottima padronanza della lingua inglese oltre che della scrittura del pezzo che si colloca in quella grande tradizione soul internazionale in cui, certamente, non sfigurerebbe. Inciso ed arricchito di un arrangiamento ancor più potente ed orchestrale risulterebbe davvero un ottimo inedito capace di farsi notare meritatamente nello scenario di oggi. VOTO: 8

  • CUORE DI MARE – Jacopo

Uno dei protagonisti dell’ultima edizione di Amici di Maria de Filippi porta in gara proprio l’inedito che lo ha lanciato all’interno del talent show anche grazie alla firma di Enrico Nigiotti di cui si avverte particolarmente forte il marchio autorale. La canzone è valida e assolutamente italian-style nella sua declinazione sia vocale che della scrittura. Il gran problema di Jacopo era e rimane la personalità che a tratti tende a confondersi eccessivamente con altri palesi riferimenti già esistenti nello scenario discografico italiano. Nel momento in cui troverà una propria dimensione potrà avere una marcia in più per davvero. VOTO: 7+

  • MOSTRI DI ORIGAMI – Laura Fantauzzo

Una voce che potenzialmente è dotata di uno di quei timbri capace di sfondare il muro del suono in quanto a potenza ed estensione. Il brano, però, compie la scelta opposta e punta tutto sul racconto testuale sacrificando, quasi completamente, la voce che canta quelle parole che non forniscono mai l’occasione di mettere in evidenza la cosiddetta “canna”. Il tema è quello del bullismo che, ad un certo punto, si scopre essere capaci di schiacciare e distruggere come si fa con gli origami di carta. La costruzione è furba nella risposta che il brano elabora all’esigenza di rendere contemporanea una voce che oggi farebbe fatica a trovare spazio discograficamente. Canzone e voce non stanno insieme perfettamente anche se singolarmente sarebbero azzeccate entrambe. VOTO: 5.5

  • MI BASTEREBBE IL TUO NOME – Le Radici

Il duo partenopeo presenta un inedito cantato tutto sul filo dell’equilibrista con una vocalità mai piena ma che punta, piuttosto, ad un suono leggiadro e sospeso. Il tema è quello delle opportunità e degli incontri che ci sfuggono a colpa della distrazione e della vita frenetica dell’oggi. Il risultato è gradevole, pienamente ascrivibile alla tradizione più pop della nostra musica italiana. Il cantato è funzionale e l’orecchiabilità è assicurata da un inciso che risuona facilmente in testa già nel corso del primo ascolto. Non è il brano che cambia la vita ma è onesto. VOTO: 6

  • DIO E’ NESSUNO – Nadia D’Aguanno

Un titolo che suona particolarmente nietzschiano nel suo senso ultimo che, poi, trova corrispondenza anche all’interno del testo stesso che ha il merito di essere assolutamente notevole per la sua giovanissima autrice ed interprete. Oltre a ciò si mette in evidenza una vocalità particolarmente soave che fa ampio ricorso a volteggi di voce per arricchire il tutto e renderlo ancora più prezioso. Andrebbe, forse, alleggerito un po’ per essere più accessibile ad un ampio pubblico (sempre se questo sia il suo scopo reale) ma la base è già di per sé molto buona seppur datata come resa sul palco. VOTO: 7

  • MEGLIO STAR DA SOLI – Neno

Anche lui ex-Amici approdato in questo contesto con il suo singolo più fortunato e meglio riuscito. Il risultato è un pezzo perfettamente inseribile nel contesto dell’attualità indie-pop grazie alle sovrapposizioni vocali e ad un’orecchiabilità dell’inciso che permette un’ottima resa nell’aspetto radiofonico. Piace la sua voce graffiata che rende alla perfezione su di un testo simile che, in alcuni punti, potrebbe ancora essere migliorato ed arricchito. VOTO: 7-

  • FIORI DA HIROSHIMA – Watt

Sono loro i vincitori che parteciperanno di diritto anche alle prossime selezioni del Festival di Sanremo nella sua declinazione delle Nuove Proposte. Il brano racconta il mondo dei giovani di oggi che si trovano smarriti ed in difficoltà nel momento in cui tentano di trovare la propria dimensione e lo spazio d’espressione. La canzone avrebbe del potenziale ma si perde in un’energia attesa ma che mai si manifesta davvero al 100% e in una vocalità ancora eccessivamente acerba per riuscire ad essere davvero incisiva. Giovani ma ancora da esplorare. VOTO: 5

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Ilario Luisetto

Creatore e direttore di "Recensiamo Musica" dal 2012. Sanremo ed il pop (esclusivamente ed orgogliosamente italiano) sono casa mia. Mia Martini è nel mio cuore sopra ogni altra/o ma sono alla costante ricerca di nuove grandi voci. Nostalgico e sognatore amo tutto quello che nella musica è vero. Meno quello che è costruito anche se perfetto. Meglio essere che apparire.
Ilario Luisetto
Ilario Luisetto
Creatore e direttore di "Recensiamo Musica" dal 2012. Sanremo ed il pop (esclusivamente ed orgogliosamente italiano) sono casa mia. Mia Martini è nel mio cuore sopra ogni altra/o ma sono alla costante ricerca di nuove grandi voci. Nostalgico e sognatore amo tutto quello che nella musica è vero. Meno quello che è costruito anche se perfetto. Meglio essere che apparire.