domenica 24 Novembre 2024

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C’è sempre un Sanremo d’amore

Raccontiamo l’amore con una canzone

A Torino fa freddo, ma sto scrivendo con la finestra aperta perché oggi è San Valentino e vedere le coppie passare sotto casa mia per andare in pizzeria mi ispira in qualche modo. Sanremo ha lasciato spazio a San Valentino e per me, insieme ad un terzo che è San Siro, sono due santi che portano gioie e dolori, emozioni e lacrime. Di San Siro è meglio non parlarne perché sono scaramantica anche se quando leggerete questo articolo sarà già tutto deciso, su San Valentino non ho niente da dire se non che vorrei poter dire qualcosa ma non riesco. Non ci resta che il primo santo, il santo dei fiori e del casinò, Sanremo. Quest’anno ci ha portato un carico infinito di meme ma anche una playlist di canzoni d’amore senza rivali, canzoni che ascolteremo in loop più o meno fino a quest’autunno. Dopo una settimana di occhiaie, caffè e bonus al fanta, siamo tornati alla normalità e tutto ci sembra più triste. Facciamo allora un viaggio dentro alle canzoni, dentro all’amore che il teatro Ariston ha fatto arrivare nelle nostre case.

Sanremo ci ha insegnato, prima di tutto, che l’amore trionfa sempre. Fausto e California (i Coma_Cose) sono arrivati su quel palco con una canzone che parla della loro storia e ci hanno conquistati con il loro essere una storia vera, senza fronzoli, senza nessuna copertura. Ci sono cuori ringhiere e cuori strapiombo, strapiombi dove cadiamo e ringhiere alle quali ci aggrappiamo. E loro si sono aggrappati, hanno deciso di essere i piloti e non i passeggeri. Insegnateci come si guida, cari Coma Cose, insegnateci come si fa ad escludere l’addio da ogni possibilità.

Tra le canzoni del Festival ha fatto capolino anche la giovane promessa Leo Gassmann con un pezzo scritto da Riccardo Zanotti. Leo, per favore, già faccio fatica con uno di cuore, chissà come farei con tre. Come fai a decidere quale inseguire? Quello che ti fa tenere duro nel mare in tempesta, quello che dei giorni di festa o quello che non ti fa dimenticare di lui e ti ricorda le strade di Parigi?

Senza cappello per evitare il malus, sul palco è salita anche Ariete che ci canta “Mare di guai”, scritta appositamente per lei da Calcutta e da qui si capisce già quanto piangeremo con questa canzone. Arianna ci racconta che l’amore spesso fa paura, perché è tutto ciò che abbiamo e tutto ciò che rischiamo di perdere. Così ci incontriamo in momenti che pensiamo siano pessimi e troviamo le scuse più banali per scappare via, quando in realtà dovremmo solo fare un respiro e buttarci insieme. Buttarci insieme in un mare di guai.

Storie che nascono, storie che si nascondono ma anche storie tormentate perché secondo classificato c’è Lazza con la sua “Cenere”. Sparire è facile, ma rinascere è difficile. Almeno che tu non sia cenere, la cenere dalla quale risorge la fenice. La voglia di sparire, di chiudere una relazione difficile, di schiacciare il tasto “reset”. Ma è proprio da qui, dalle complicanze e dalle insicurezze si può ripartire, dando ad entrambi una nuova possibilità per rinascere come la fenice rinasce dalle proprie ceneri.

Una menzione d’onore per Tananai che ha portato all’Ariston una storia d’amore vera che più vera non si può, purtroppo. La prima volta che ho ascoltato “Tango” ho pensato che fosse tutta una metafora, poi l’ho riascoltata e nell’intro ho sentito dei rumori strani, di sirene. Non è una metafora, ma le palazzine a fuoco sono davvero le palazzine a fuoco e l’amore è davvero un amore che sopravvive alle bombe e che fa dire alla persona che ami che è meglio che non rimanga qui perché qui Dio ci sta pestando come un tango. Il mio cuore è tutto per Alberto, i miei voti sono stati tutti per Alberto, nella speranza che arrivi presto quel lunedì.

Chiudiamo con il vincitore, colui che dieci anni dopo ha riconquistato i nostri cuori e ci ha fatto versare litri di lacrime fin dal primo ascolto. A me è capitato di cercare per settimane le parole per descrivere una cosa e poi tutto d’un tratto è arrivata questa canzone e le parole erano esattamente lì, al loro posto. Dovrei telefonarti, dirti le cose che sento, ma ho finito le scuse e non ho più difese.  Qui si riassume tutto quanto, le due vite che vanno per le loro strade e poi si incrociano, che giri immensi devono fare prima di incrociarsi? Ma soprattutto, in questo momento, tu in che punto sei del giro della tua vita? Così mi immagino che come me ci sia qualcuno da una finestra che in questo momento stia ascoltando questa canzone e stia pensando esattamente alla stessa cosa, alle parole che non ci siamo detti e che non ci diremo mai, alla musica che non arriva, alle volte in cui ci perdiamo tra persone che fingiamo di amare anche solo per una notte. Poi però stiamo svegli ad immaginare quale sarà il punto in cui le nostre due vite si troveranno. E sarà in quel momento che accadrà la magia.