Raccontiamo l’amore con una canzone
La vita di città, non c’è niente da fare, ti deve piacere. Rincorrere il tram, cronometrare l’arrivo della metropolitana, schivare i ciclisti e i monopattini elettrici, la coda all’Esselunga. Sono tutte piccole cose che in città sono all’ordine del giorno, soprattutto a Milano. Quando me ne sono andata, ho fatto tutto di fretta: scatoloni a caso caricati su una macchina troppo piccola, fotografie staccate dal muro, biglietti di concerti infilati dentro a quei libri che ho lasciato a metà, ricordi impolverati chiusi a chiave, abbracci sospesi a mezz’aria.
Da una parte, la felicità di andarmene via dal caos, dall’altra un salto nel vuoto, di quelli che fai quando sai cosa lasci dietro di te ma non sai quello che trovi. E io con i salti nel vuoto sono abbastanza brava, chiudo gli occhi, mi butto e mi schianto con facilità. Ho imparato anche a dire addio, a condividere tutto e poi passare al non raccontarsi più neanche come sta andando la vita, ho imparato a costruire muri di carta velina ma anche di cemento armato.
La canzone di oggi è proprio dedicata a Milano, il primo pezzo da solista di Mobrici, ex frontman dei Canova: il loro scioglimento è uno dei due motivi principali per i quali mi si è spezzato il cuore nel 2020. “20 100” è il cap generico della città di Milano, un cap ormai caduto in disuso e sostituito dai quelli più specifici delle singole zone. Il mio preferito è sempre e comunque il 20141 e di quei pochi chilometri quadrati mi ricordo tutto: colori, profumi, rumori.
Che sia Milano, Roma o l’ultimo paese disperso sulle montagne, dove troviamo l’amore, per noi diventa una casa. E quando si deve lasciare questa casa è sempre difficile. Forse però ancora più difficile di lasciare è tornare e vedere che le cose sono cambiate.
Dimmi cosa devo fare
Per farmi un attimo considerare
Dare fuoco alla Stazione Centrale
O uccidermi sotto Natale
Inizia così questa canzone, diretta e schietta come quando prendi il regionale in un paese di provincia e arrivi in Stazione Centrale alla sera alle sei o la mattina alle otto, quando la gente inizia a correre e tu sei lì senza sapere nemmeno cosa ti stia succedendo. Sei solo una formichina tra migliaia di persone e pensi che nessuno mai si potrà mai accorgere di te. Poi incontri qualcuno che è sceso da un treno regionale come te, uno di quei treni tutti rotti con i sedili a pezzi e l’acqua entra dalle guarnizioni dei finestrini. Per un attimo la città sembra in silenzio, si trasforma nel luogo in cui avresti sempre voluto restare.
Scrivermi sulla fronte
Di quanto sia difficile la vita adesso
Però dobbiamo ripartire e quello che ci lasciamo dietro è un bagaglio di emozioni che se dovessero pesarlo al check-in di un aeroporto dovremmo pagare la tassa per il peso extra. Le portiamo con noi, quelle emozioni, le portiamo insieme a tutto l’amore che abbiamo dato ma anche quello che abbiamo ricevuto e che custodiamo gelosamente. Torniamo sempre dove siamo stati bene e ci torniamo per recuperare le fila di un amore lasciato con i puntini di sospensione, ci torniamo per vedere con i nostri occhi se il palazzo accanto al tuo è finalmente ristrutturato o se il tram ha cambiato percorso. Ma la vita sembra più difficile ora che dobbiamo tirare su le maniche e fare i conti con la realtà: è cambiato tutto.
E scusami se non sono stato bravo abbastanza
Da capire al volo
Dove andasse la tua vita adesso
Ti ho persa sotto una luna piena
Ogni tanto in amore facciamo fatica a scegliere la strada. Una strada così trafficata che all’inizio ci sembra una pessima idea, poi ci lasciamo convincere dagli allineamenti astrologici o dal cuore, che ne so, comunque ci lasciamo convincere da qualcosa e decidiamo di percorrerla. Arriviamo alla fine e troviamo solo un vicolo cieco. Dobbiamo tornare indietro. Se solo lo avessimo capito prima avremmo evitato di imboccare quella strada? Non so neanche questo, ma forse l’amore sta proprio nel percorrere strade senza sapere dove ti portano. Ci lasciamo trasportare da mille domande che mascheriamo con finti e profondissimi silenzi e sotto la luna piena perdiamo anche chi amiamo.
Ruberò la Madonnina
E ci farò un falò con della benzina
Inonderò il Naviglio con le lacrime
E i turisti annegheranno facile
Ti ricordi di me?
La vita va avanti e va anche a passo spedito, ogni momento è buono per iniziare a scrivere una storia nuova, ma quando perdiamo qualcuno, quando qualcosa si strappa, tutto quello che vorremmo fare è tornare indietro. Pensiamo a quello che è stato e analizziamo ogni piccolo dettaglio per capire quali errori sono stati commessi ma se non la guardiamo negli occhi, quella persona, non lo capiremo mai. Possiamo anche inondare il Naviglio con le nostre lacrime o rubare la Madonnina, ma sarà tutto inutile.
Il tram che ci portava verso casa ora ci porta da uno sconosciuto, i parcheggi lungo la strada sono diventati blu, il negozio dove ci fermavamo sempre è chiuso da qualche mese, l’Università ha una sede nuova e il bar dei cinesi ha smesso di fare aperitivi. E’ cambiato davvero tutto ma l’amore resta, anche se facciamo finta di averlo fatto traslocare.
C’è sempre una canzone (d’amore) | Playlist
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