venerdì 22 Novembre 2024

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C’è sempre una canzone (d’amore): La neve se ne frega

Raccontiamo l’amore con una canzone

Quando si avvicina il periodo delle feste di Natale inizio a trasformarmi nella perfetta unione tra il Grinch e un elfo che impacchetta regali 24 ore su 24. Vado a giorni alterni: un giorno amo l’atmosfera e un giorno odio tutto questo amore sparso nell’universo. Oggi, fuori dalla mia finestra, vedo solo bianco: la neve sta coprendo qualsiasi cosa e sta scendendo, leggera, come se non le importasse di niente e come se coprisse tutto proprio con un obiettivo. Oggi sono un elfo, che per essere il Grinch ho tempo almeno altri diciassette giorni.

Quello che amo del periodo natalizio è che ogni sera puoi guardare un film romantico diverso, ma che contenga questi elementi: due persone che si innamorano ma trovano un qualsiasi ostacolo che puntualmente superano la notte della vigilia, neve, pattinaggio sul ghiaccio, Babbo Natale, biscotti a forma di renna. Poi però il film finisce e si ritorna alla vita normale e, di tutti quegli elementi, attualmente, a me rimane solo la neve. Mi attrezzerò per i biscotti.

Per fortuna che ci sono le canzoni a farci compagnia, per trasportarci con la mente in un’altra dimensione, in un’altra realtà distante dai problemi e dal caos di tutti i giorni. Oggi nevica tantissimo e non vuole smettere, oggi la neve se ne frega.

La neve se ne frega” è un brano di Ligabue uscito nell’album “Mondovisione” nel 2013 ma che si ispira alla trama dell’omonimo romanzo uscito nel 2004. Il romanzo parla di una coppia, DiFo e Natura, che vivono sotto il controllo del piano Vidor, un piano che mira a controllare pensieri, emozioni, linguaggio e sentimenti dei cittadini, costantemente sorvegliati dalle telecamere del governo. Esiste solo un elemento che interferisce con le riprese delle telecamere: la neve.

Tu che allarghi le braccia
Vuoi sentirla cadere
E le porgi la faccia
Ti sembra cotone ti sembrano piume
Nessun tipo di sforzo
Non fa neanche una piega
C’è chi ne ha già abbastanza
Ma tanto la neve, lei se ne frega

Quando nevica torniamo tutti un po’ bambini, lasceremmo volentieri l’ufficio per rotolarci in un prato o iniziare una battaglia a palle di neve che prosegue fino all’imbrunire. Dovremmo essere così anche in amore. Come un bambino che si diverte a mangiare ogni fiocco che cade, anche noi dovremmo imparare a lasciarci andare. A far cadere le nostre paure, ad apprezzare quello che abbiamo, ad amare e a lasciarci amare, senza troppe domande e senza giustificazioni da trovare. Vogliamo chiedergli come sta? Scriviamogli. Ci manca da morire? Chiamiamolo. Poi puntualmente sbattiamo la faccia contro la realtà: un visualizzato senza risposta o una chiamata rifiutata. Come se il piano Vidor fosse già parte della nostra vita e noi avessimo provato anche solo per un attimo ad infrangere le regole.

Tutti quanti costretti
Ad un tempo diverso
Io ti guardo negli occhi
E vedo lontano
Il tempo che ho perso

La città si ferma, i rumori non esistono più, è tutto completamente bianco e l’unica cosa che possiamo fare è affacciarci alla finestra con una tazza di the. La neve ci obbliga a stare fermi e ci pulisce da tutto ciò che ci sembra superfluo. Così guardiamo indietro e capiamo che il passato non lo possiamo cancellare ma che ci serve per scrivere il futuro e capiamo anche che al cuore non si comanda. Che se amiamo una persona dobbiamo guardarla negli occhi e quegli occhi con la neve che cade sono ancora più verdi. Il piano Vidor in vigore nella realtà di tutti i giorni, dal quale dobbiamo nasconderci e dobbiamo fuggire, non è un piano del governo ma ha un nome, un cognome e una casa di proprietà.

I segreti più son vecchi
E più sarai pesanti
Puoi tirarli fuori
Tanto qui sarai coperti
La manna forse aveva questa forma
E allora puoi fidarti

Poi ci sono i segreti, quelli che custodiamo nel telefono, nei post it appiccicati sulla scrivania, nelle scatole dentro l’armadio e nel cuore. Quei segreti che vorremmo non fossero più segreti, che fatichiamo a tenere dentro perché ogni giorno provocano piccole esplosioni di gioia. E più tempo li teniamo dentro e più esplodiamo, ma la gioia piano piano si trasformerà in rassegnazione e la rassegnazione in delusione. I segreti diventeranno sempre più pesanti e noi dovremo sotterrarli in qualche modo. Il piano Vidor non ci permette di lasciarli uscire.

Parlami davvero
Sciogli questo gelo
Sentimi davvero
Che spegniamo il buio
Baciami davvero
Che non casca mica tutto il cielo
Che ci stiamo ancora sotto insieme

Oggi però nevica e la neve se ne frega del piano Vidor, alla neve non importa niente se devi andare a lavorare o al cinema, se hai già cambiato le gomme o se hai ancora le estive. Lei cade e copre tutto. Oggi è proprio il giorno in cui possiamo sciogliere il gelo delle nostre vite e finalmente far cadere ogni punto interrogativo. Spedire tutte le lettere che non abbiamo mai spedito, inviare quei messaggi salvati in bozze, o, semplicemente, ammettere di amare chi pensavamo di non poter mai amare alla luce del sole.

Qui e ora, sotto questa nevicata di inizio dicembre, torniamo bambini e non lasciamo che i segreti ci divorino dentro. Possiamo finalmente baciarci per davvero, sentirci per davvero e prometterci di tutto: che vedremo insieme quel film, che partiremo per un viaggio in America o che, semplicemente, ci saremo l’uno per l’altra.

Nevica e non ci sono più regole. Chissenefrega dei quindici minuti di attesa per rispondere al suo messaggio, di due date di nascita troppo diverse o di un divieto fissato dalle nostre teste. Nevica e non ha intenzione di smettere ancora per un po’. Godiamoci la manna che sta scendendo, perché quando la neve smetterà di scendere e si scioglierà, il piano tornerà in azione e noi dovremo ritornare a fingere di essere due conoscenti, almeno fino alla prossima nevicata. Almeno che qualcuno di noi non abbia il coraggio di iniziare una rivoluzione.

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