giovedì 21 Novembre 2024

ULTIMI ARTICOLI

SUGGERITI

C’è sempre una canzone (d’amore): Peccato originale

Raccontiamo l’amore con una canzone

Se c’è una cosa che nei miei ventott’anni non ho ancora imparato a gestire è il tempo. Mi sembra sempre di averne troppo e invece alla fine è sempre troppo poco. Come quando devi comprare gli yogurt e scegli quelli infondo allo scaffale pensando che scadano in un futuro lontano, poi ti svegli una mattina e, con gli occhi ancora stropicciati, ti accorgi che la data stampata sopra risale al passato. Chiedetelo ai miei coinquilini cosa c’era nel mio ripiano del frigo.

Che poi, il tempo è denaro e spesso è anche tutto quello che abbiamo. Il tempo scandisce i ritmi e tira delle linee, il tempo costruisce muri e supera i confini, guarisce il male e ricuce le ferite. E anche in amore il tempo fa da regista: storie mancate per un attimo, altre nate per casualità, amori che hanno superato giorni che sembravano anni ed anni volati in un giorno.

La canzone di oggi è una dedica a tutti quegli amori che del tempo e del tempismo sono amici e nemici, amori che per un soffio non si sono incastrati ma sono rimasti tatuati sul cuore, indelebili. Gli amori fragili e irrazionali, quelli dei folli e dei sognatori, che hanno provato a sfidare il destino, quello che prova a scrivere le nostre storie al posto nostro. Peccato originale” è il pezzo di oggi, il brano di apertura di “Malifesto”, l’ultimo capolavoro di Malika Ayane. Una canzone delicata e gentile, che arriva dritta al cuore e te lo stritola con la sua carica di malinconia ma anche di speranza.

Prestami la voce, vorrei dire due o tre cose,
la mia non la sento perché ho troppi desideri.
È il tradimento di ciò che è stato ieri,
è la migliore scelta possibile

Quanti amori abbiamo vissuto in silenzio mentre in realtà avevamo voglia di urlarli al mondo. Poi puntualmente ci si sono piantati in gola e siamo rimasti fermi a guardare, stando zitti, sperando che qualcuno si accorgesse di noi. Abbiamo sacrificato i nostri sentimenti per paura di guardare in faccia alla realtà, abbiamo preferito uccidere le farfalle con l’insetticida piuttosto che fare quella telefonata. Ma il tempo non si ferma per noi, la vita va avanti, forse più quella di chi amiamo che la nostra. Allora dobbiamo rubare un filo di voce, prendere il microfono e finalmente dire quelle due o tre cose che da tempo ci teniamo dentro.

Letto sulle labbra, scritto sulle mani,
c’è una scadenza per gli amori irrazionali.
Se ti cercherò, sarà una conseguenza
alla necessità di incanto e di bellezza.

Come gli yogurt nel mio frigo, anche gli amori scadono. Scadono perché qualcosa si spezza o scadono perché nessuno li ha scelti. Sono rimasti sospesi sul filo a mezz’aria, con la paura di cadere ma senza il coraggio di provare a volare, e un paio di ali nascoste che nessuno sapeva di avere. Ma una volta scesi dal filo guardiamo il cielo e pensiamo a come sarebbe stato bello vedere il mondo dall’alto, mentre scrolliamo le nostre ali impolverate.

Sarebbe bello dire «per sempre» invece che «dipende»
e forse è meglio farsi ingannare che essere indifferente

Sarebbe davvero bello potersi promettere per sempre senza lasciare che qualcosa entri nelle nostre vite e distrugga la casa che abbiamo costruito. È vero, la risposta esatta è sempre “dipende”, ma questo me l’hanno insegnato all’università, non sono così convinta che in amore sia sempre la risposta giusta. In amore tutto dovrebbe dipendere solo dal cuore, invece questo succede solo nelle favole. Nella vita reale c’è sempre quel dipende che pronunciamo molto più spesso di quanto pensiamo. Dipende dai chilometri, dai chili di troppo, dalle strade, dagli orologi, dai treni che si perdono, dai messaggi che si leggono e che non si leggono. Allora diamo un’occhiata veloce ai “per sempre” e li teniamo nel frigo, nel cassetto infondo, in attesa del momento giusto.

Ma che diavolo abbiamo combinato?
Facciamo scandalo, diamoci un bacio,
saltiamo a passo sincronizzato dentro alle pozzanghere.
Era prezioso tanto da brillare,
delle valanghe, penso, la migliore.
Il mio peccato originale è ogni tanto pensarci un po’.

Dietro ai dipende, però, c’è l’amore. Lo possiamo nascondere quanto vogliamo: lo sotterriamo insieme alle capsule del tempo, lo infiliamo nell’armadio dietro a quei maglioni che non metteremo mai, lo scriviamo su una pagina di un libro che si mimetizza nello scaffale di una biblioteca. Un bel giorno ci svegliamo e tutto ci sembra più chiaro: che diavolo abbiamo combinato? Diamoci quel bacio maledetto che rimandiamo da anni, saltiamo nelle pozzanghere e brilliamo come non abbiamo osato mai.

Un pensiero ricorrente che diventa un peccato originale, la mente che torna indietro nel tempo e cerca di rimediare agli sbagli e a ricucire gli strappi. Forse davvero a volte è meglio farsi ingannare e vivere il momento per essere davvero felici. Il problema è che spesso, quando siamo felici, non ce ne accorgiamo. E il tempo ci insegna anche questo.

C’è sempre una canzone (d’amore) | Playlist