giovedì 24 Ottobre 2024

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C’è sempre una canzone (d’amore): Per farti ridere di me

Raccontiamo l’amore con una canzone

Sono tornata ad allenarmi in piscina, il luogo dove posso scaricare tutto lo stress della settimana. Ieri nello spogliatoio accanto al mio due ragazzine parlavano d’amore, una diceva all’altra che quando a scuola incontra lui non riesce a smettere di ridere. E l’amica, giustamente, l’ha messa subito in guardia: “Stai attenta che se continui a ridere così poi lo scopre che ti sei innamorata di lui.” Che fatica, piccola mia, che fatica nascondere i propri sentimenti, lo è ancora di più se quei sentimenti sono belli, puri, sinceri. Vivili, respirali tutti, buttati. Ridi, ridi di cuore.

Così ho deciso che oggi vi parlerò di una canzone uscita da pochi giorni, ma che ha già battuto il record di riproduzioni sul mio Spotify. “Per farti ridere di me”, il feat de Lo Stato Sociale con Mobrici, è entrata nella mia vita una mattina di fine aprile per rimanerci potenzialmente per sempre. Ci sono quelle canzoni che sembrano conoscerti da sempre, come se Lodo Guenzi avesse letto nella mente e nel cuore di qualcuno e avesse scritto tutto su un foglio bianco. Svuotiamo le tasche e apriamo i rubinetti.

E m’hai preso che ero un bambino
E sapevo soltanto giocare
Farmi male, guardare altrove
Inventarmi le parole
Hai cucito le cicatrici
Hai messo acqua nelle mie radici
Mi hai chiamato alle cinque di notte
Che non sapevo neanche più dormire

Questa canzone parla di una storia importante, una di quelle che ti segnano e che ti cambiano la vita. Una storia che al momento è finita ma forse non finisce mai. E’ come quando apri la galleria e scorri le foto che avevate insieme. A vent’anni, a ventidue, a venticinque, a ventinove. Insieme si vive, insieme si cresce. Quando eravate poco più che due bambini che giocavano a masticare le caramelle blu solo per colorarsi la lingua e ora la vita è una matassa di problemi da risolvere, impegni da incastrare e fango da spalare. La vita di uno che si intreccia con quella dell’altro, essere amici, confidenti, amanti, complici.
Adesso cosa facciamo?
Impariamo ad odiarci di meno
Di quanto forte ancora ci amiamo
Tu ridi forte mentre suono il piano

Il sapore agrodolce che hanno quelle foto si mescola con l’amaro dei rimpianti, quando ormai capiamo che tutto è passato e che per farlo tornare ci vorrebbe un miracolo. Eravate felici e non lo sapevate, avevate tutto quello che avete sempre desiderato ma eravate troppo impegnati per capirlo. Un pianoforte che suona, una canzone stonata cantata in macchina. Poi il mondo è cambiato e mentre il mondo cambiava e ci teneva tutti lontani per forza, abbiamo capito davvero quanto valessero quei momenti. Ma lo abbiamo capito tardi.

Che poi sono come quegli altri
A volte peggio di tutti quegli altri
Ma, se per un giorno sono stato diverso, l’ho fatto per te

Ci siamo amati, spesso non capendo che quello era amore e allora davanti a questo dubbio siamo scappati e ci siamo fatti male, tanto male. Così tanto da non voler incrociare più le nostre strade, da cancellarci e renderci ridicoli. Nessuno ci credeva davvero, neanche noi. Ci siamo tolti il saluto, abbiamo tolto le foto dalle nostre camere e cancellato quelle in cui sorridevamo. Abbiamo provato a sostituirci, cercando altre persone.  Le altre persone, però, non ridono così, non amano così.

Ma se un giorno ho fatto una cosa importante
È stata scaldarti le gambe se avevi freddo la notte
Baciarti le lacrime, leggerti le favole
E farti ridere di me

Potremmo pentirci di qualsiasi cosa nella vita, ma di una cosa non ci pentiremo mai. Quella di esserci stati, l’uno per l’altra. Quando c’era bisogno di una spalla su cui piangere, di un letto nel quale dormire, di una macchina da usare per scappare dallo stress di una banca. Eravamo noi stessi e questo bastava per essere felici. Anche se faceva freddo, anche se eravamo sbagliati, storti, sfigati, sgangherati. Anzi, questo nostro essere sbagliati era il fuoco che accendeva la magia.

E adesso farei tutto da capo
Anche adesso che è tutto sbagliato
Tu sei il mio viaggio, sei la mia casa
Tu sei il mio letto, il mio campo minato

I rimpianti ci logorano partendo da dentro e arriviamo ad un certo punto in cui non ce la possiamo più fare. Seguiamo quindi Mobrici mentre canta queste frasi e lasciamoci trasportare. Prendiamo il cellulare e scorriamo ancora una volta le foto, l’ennesima volta. Però ora urliamolo davvero, non teniamolo dentro. Cosa daremmo per fare tutto da capo, anche se è sbagliato. Perchè infondo non possiamo sostituire chi era la nostra casa, era il nostro viaggio, il nostro letto, ma soprattutto, il nostro campo minato.

Lodo ce l’ha raccontata così, questa storia d’amore. Una storia in cui nonostante tutto il farsi male, c’è stato qualcosa di buono e quel qualcosa di buono ci fa tornare la voglia di rivivere tutto, perché è stato importante ed è ancora importante. Ed è grazie a Lodo che riesco a concludere questo articolo senza piangere, usando le sue parole: “Quanto può essere bello avere a fianco qualcuno che sa ridere con te, mentre ride di te.” E non ho parole più giuste per descrivere che cos’è l’amore.

C’è sempre una canzone (d’amore) | Playlist

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Giuseppe Currado

Imprenditore, Speaker Radiofonico. In vari anni ha sviluppato competenze in diversi settori specializzandosi nell’ambito editoriale e della sicurezza sul lavoro. Fondatore di MondoTV24, Spazio Wrestling, Tuttocalciomercato24. Appassionato del Festival di Sanremo da sempre, nel corso degli anni ha presenziato presso la Sala Stampa Lucio Dalla durante la manifestazione partecipando alle votazioni delle canzoni. Dal settembre 2023 proprietario di Recensiamo Musica, portale presente da anni nel mondo musicale al quale sta fornendo la sua esperienza per rilanciarlo in maniera incisiva nel mondo editoriale.