giovedì 21 Novembre 2024

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C’è sempre una canzone (d’amore): Per uno come me

Raccontiamo l’amore con una canzone

7.844.334.430 è il numero della popolazione mondiale in tempo reale mentre sto scrivendo questo articolo. In questo momento sarà già cambiata ma poco importa, il punto fondamentale di questo dato è che ci sono quasi otto miliardi di persone. Otto miliardi di persone con volti diversi, cuori diversi, anime che si intrecciano e gusti musicali discutibili. Otto miliardi di persone e a noi, spesso ne interessano solo una manciata e di quella manciata, una in particolare.

Chi è fortunato la trova subito e senza fare fatica unisce la metà della mela alla perfezione, come un una favola a lieto fine. Per tutti gli altri è più difficile, perché tra questi 8 miliardi di persone non ci sono cartelli né indicazioni e nemmeno navigatori che ci indichino dove trovarla, la nostra metà. Ci uniamo a pezzi sbagliati, quelli che sembrano perfetti e invece non combaciano, poi ci sono quelli che per un po’ vanno bene ma poi quando è il momento di finire il puzzle ti accorgi che non era proprio lì che andavano messi. Quindi la domanda ci sorge spontanea, è possibile che esista l’anima gemella anche “Per uno come me”?.

“Per uno come me c’è un’altra come te che sogna ancora le montagne, che parla piano ad un gigante”

Quando tutto sembra andare storto, quando la ruota gira sempre al contrario e perdiamo la speranza, arrivano i Negramaro che ci spingono a crederci ancora, nell’amore. A credere che nel mondo ci sia quella persona che noi cerchiamo costantemente. Spesso ci guardiamo allo specchio e ci sentiamo totalmente inadeguati, arriviamo a pensare di non meritare di avere un complice nella nostra vita, perché siamo diversi e ci sentiamo sgangherati. Sogniamo ad occhi aperti e usiamo quella frase “uno come me” come quasi un dispregiativo, come se pensassimo “ma a me chi mi prende!”. E forse dall’atra parte della paura c’è proprio qualcuno che sta pensando esattamente la stessa cosa ed è proprio lì che accade la magia. L’irriverenza di sognare le montagne e di perdersi rotolando in mezzo a un prato e l’innocenza di parlare piano ad un gigante, con gli occhi di sogna sempre un po’ più forte e la voce di chi riesce a farsi capire anche con poche parole.

“Amami anche se non mi conosci
Ti prego amami anche se siamo nascosti
Amami senza dovermi cercare
Senza sapere da che parte stare
Resta nel mondo in cui tu vuoi invecchiare
Io verrò a prenderti.”

Il grido straziante di chi cerca un amore estremamente romantico, di chi sa che prima o poi le due anime si incroceranno e formeranno qualcosa di nuovo, qualcosa di più forte. Un amore quasi irrealizzabile e preziosissimo come un diamante raro. Così ci lasciamo trasportare dalla voce di Giuliano Sangiorgi e camminiamo anche noi alla ricerca della nostra anima gemella.

Quelli come me, poi, iniziano a camminare e non si fermano più. Quelli come me chiudono gli occhi e immaginano dove si possa essere nascosta quell’anima, la cercano ovunque e si sbagliano, si sbagliano di grosso. Poi cadono e si rialzano, si ricuciono le ferite e dopo un po’ sono pronti, ancora, a riprendere il cammino. Quelli come me sanno che ogni tanto basterebbe dirsi che va bene anche così, senza incontrarsi, perché pur di smettere di credere nell’amore sono disposti ad accettare anche la distanza. Quelli come me sono due punti sì lontani ma equidistanti e che non sempre possono sfiorarsi come vorrebbero.

“Per una come te, lo sai c’è un altro come me
Che pensa solo e sempre al mare
Come la fuga più ideale
Che crede sia speciale
Basta sapere improvvisare
Per non doversi poi aspettare
Come previsto quel finale.”

La matematica non è il mio mestiere, ma i calcoli occupano gran parte delle mie giornate. Deve quadrare sempre tutto e non può sfuggirmi neanche una virgola. Testa razionale e cuore che si perde in voli senza fine. Abbiamo la testa dentro ad un ufficio in mezzo alla nebbia ma se c’è una cosa alla quale pensiamo quando vogliamo stare bene, quella è il mare. E allora l’amore deve essere così, una fuga improvvisata al mare anche se abbiamo tutti i decreti e i pianeti allineati per non farci mai partire. Una giornata diversa dalle altre che ci faccia respirare un po’ di libertà, un cambio di programma che ci offre la vita, come quando cambiamo strada e ci accorgiamo che negli ultimi anni ci siamo persi panorami mozzafiato.

“Amami senza paura del male, senza respiri più da trattenere
Amami e basta senza più sapere se verrò a prenderti lì
Ed io verrò a prenderti lì.”

I sentimenti non si comandano, si vivono e basta. Anche l’amore si vive e basta, può essere nata come una piccola fiamma alla quale non avevamo nemmeno fatto caso e si è trasformata in fuoco. Possiamo, da un giorno all’altro, aprire gli occhi e capire che quella persona prima era solo uno negli otto miliardi e d’improvviso si trasforma nel centro del mondo. Allora abbiamo il timore di farci scoprire e di giocare alla luce del solo, tratteniamo i respiri e facciamo calcoli astrologici tra segni zodiacali e ascendenti perché non possiamo permetterci di sbagliare nulla. Ma è il finale non previsto, sono i respiri che non tratteniamo che ci regalano quel briciolo di vita e di speranza.

Da quando ho iniziato a scrivere l’articolo la popolazione mondiale è cambiata, la batteria del mio pc si è scaricata, ho pensato più o meno quindici volte alla sveglia di domani mattina e al fatto che vorrei farmi un nuovo tatuaggio. E che vorrei andare al mare, perché non ho più paura, perché per una come me c’è uno come te, sempre.

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