Raccontiamo l’amore con una canzone
Ho pensato spesso in questi giorni quale potesse essere il costume di Halloween più spaventoso. Tralasciando i più classici, me ne sono venuti in mente alcuni che fanno veramente paura:
- una canzone triste mentre piove e tu sei sull’orlo di un pianto;
- la doppia spunta blu ad una domanda fatidica visualizzata ma senza risposta;
- la presunta ragazza di quello per il quale sei sotto da mesi che mette una storia su Instagram che conferma i tuoi dubbi: sì, stanno insieme;
- l’abbraccio della persona che ti ha fatto più male in assoluto ma tu la perdoni ancora una volta.
Caro Halloween, lasciamo pure stare le streghe, i film horror e Squid game. Investiamo su un costume da friendzone o uno da tradimento e vedremo quante persone si spaventeranno per davvero.
Una delle cose che in amore ci fa più paura è quando una storia finisce e il mondo deve andare comunque avanti. Ci aggrappiamo a ciò che è stato per rivivere alcuni momenti, senza riuscire a guardare più in là del nostro naso. Allora forse è questa la maschera perfetta: i ricordi, quelli belli, che ci aprono un vortice nello stomaco e ci ripropongono momenti che non torneranno più.
Oggi torna a farci compagnia Gazzelle, questa volta con “Scintille”, il racconto di un amore finito ma che continua a bruciare e che fa capolino alla finestra ogni volta che proviamo a chiuderlo fuori di casa. Un pezzo che ti fa venire voglia di struccarti con le lacrime.
Ti ricordi di me?
Abbiamo fatto scintille
Io mi ricordo e lo sai
Pensavo fosse amore
E invece erano guai
Quando ci si lascia è normale essere arrabbiati, delusi, in lacrime. Poi il tempo passa e si ricomincia a guardare in avanti. Ma all’improvviso quel messaggio, quello sguardo, quell’incontro non programmato: ti ricordi di me? E tutto ciò che è stato invade la nostra mente e il nostro cuore come uno tsunami che non era stato anticipato da nessun terremoto: non era previsto e noi eravamo in spiaggia. Eravamo in spiaggia che aspettavamo l’amore e invece ci siamo buttati solo in un mare di guai. Con gli occhi di cioccolato e un sorriso che addolcirebbe anche il cuore più amaro, ma pur sempre guai.
Ma in fin dei conti sto bene
Puoi dormire tranquilla
Che non mi taglio le vene
Che non parto per l’India
Anche se ho gli occhi perduti
In mezzo alla giungla
Con gli alberi neri
E il cielo che urla
Risentirsi con l’ex dopo la fine di una relazione è come infilare il coltello in una ferita che si era appena chiusa. Lui sta bene ed è andato avanti, mentre tu sei a casa con la coperta e la tisana detox a scorrere le foto sul telefono. Non ritorneranno quei momenti. Prenderà il treno con lei e se ne andrà a Parigi sempre con lei e si farà proprio una foto nello stesso punto esatto in cui l’avevate scattata voi qualche anno fa in un pomeriggio di aprile. Infondo, però, speriamo ancora che di notte si ricordi che esistiamo e che ogni tanto i suoi occhi abbiano bisogno di scontrare ancora i nostri.
Momenti in cui vorrei
Non morire mai
Momenti che, lo sai
Fermano il tempo
Momenti che
Non basta neanche un momento per vivere
Eccoli i flashback, le fotografie stampate nel cuore. Le scintille che si accendono all’improvviso quando ci ricordiamo di cosa abbiamo vissuto. Quando non volevamo morire mai e respiravamo l’aria dell’America al tramonto, quando il tempo ci sembrava del tutto inutile perché dovevamo vivere e non avevamo intenzione di guardare l’orologio. I momenti che fermano il tempo e che fanno rimanere dentro di noi quella malinconia di chi, sotto sotto, è ancora tremendamente innamorato. Scintille che sono diventate fuoco e fuoco che è diventato un incendio.
È come fossimo ancora qui
La tua bocca che sbadiglia
Sul letto una tua ciglia
Ma io dormirò ancora
Nel fondo di una bottiglia
Nel fondo di una bottiglia
Tutto torna, ma alcuni amori non possono tornare se ne sono mai andati per davvero. I ricordi pungono come spine e per non sentire il dolore proviamo ancora a sperare che qualcosa potrà cambiare. Vogliamo davvero la sua felicità? Vogliamo davvero vederlo felice anche a costo di continuare a stare male? Non sappiamo fino a che punto si spinge l’amore, quello che finisce così come quello non corrisposto. Allora cerchiamo le risposte nel Gin Mare e nell’acqua tonica un sabato sera, per provare a vedere se riusciamo a farla ripartire, questa vita.
In fin dei conti, stiamo bene. Se solo sapessimo davvero cosa vuol dire stare bene. Mettiamo una maschera e fingiamo di essere felici, in pace con noi stessi e, soprattutto, fingiamo di non essere più innamorati. Possiamo bloccare tutti i social che vogliamo, togliere le spunte blu, ma ci sarà sempre qualcosa che tornerà come un boomerang e mirerà dritto al nostro cuore. Forse sarà proprio quel momento che ci farà capire la differenza. E alla risposta “in fin dei conti sto bene” dovremo ammettere che, forse, quel bene è tutta una finzione: in fin dei conti sto…
C’è sempre una canzone (d’amore) | Playlist
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