sabato 23 Novembre 2024

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C’è sempre un’Euro-canzone (d’amore): Brividi

Raccontiamo l’amore con una canzone

Ci sono giorni in cui la vita va un po’ così, quei giorni in cui uno più uno non fa due e in cui un fiammifero può far scoppiare un incendio. L’amore può essere l’acqua che spegne il fuoco e riporta la pace oppure la benzina che alimenta le fiamme e scombussola tutto quanto. I sentimenti sono i padroni, decidono loro dove andare e noi non facciamo altro che seguirli, anche se il cervello prova a fermarci ma noi non vediamo nessun semaforo rosso.

Per celebrare la settimana dell’Eurovision, nella quale siamo appena entrati, non c’è canzone migliore di lei. Questa sera parleremo di “Brividi” (di cui qui la nostra analisi) e di quell’amore romantico ma nello stesso tempo concreto e passionale, che può unire due mondi totalmente diversi. Due mondi che vivono una vita agli opposti, ma che quando si incontrano fanno scintille.

Ho sognato di volare con te
Su una bici di diamanti
Mi hai detto, “Sei cambiato
Non vedo più la luce nei tuoi occhi”
La tua paura cos’è?
Un mare dove non tocchi mai
Anche se il sesso non è
La via di fuga dal fondo
Dai, non scappare da qui
Non lasciarmi così

A volte basta chiudere gli occhi ed iniziare ad immaginare come sarebbe andata la nostra vita se avessimo preso una decisione diversa, se ci fossimo iscritti ad un’altra università, se avessimo iniziato la dieta prima, se avessimo perso meno tempo a farci domande. Insomma, il tranello dei quel “e se…” è più vivo che mai. Cosa sarebbe successo se avessimo avuto meno paura? Paura di che cosa, poi… di amare? Affoghiamo nel mare della paura e ci lasciamo trasportare dalle sue onde e con noi facciamo affogare anche i nostri sentimenti. Paura di essere delusi per l’ennesima volta, di amare chi ama un’altra, paura di restare così soli da non riuscire a disinfettare le ferite. Così non ci buttiamo neanche e preferiamo scappare. Che scherzi che ci gioca, la paura.

Tu, che mi svegli il mattino
Tu, che sporchi il letto di vino
Tu, che mi mordi la pelle
Con i tuoi occhi da vipera
E tu, sei il contrario di un angelo
E tu, sei come un pugile all’angolo
E tu scappi da qui, mi lasci così

Poi ci sono le fotografie che rimangono impresse nella nostra mente, polaroid scattate dal nostro cervello e appiccicate lì tra la testa e il cuore. Momenti che ci sembravano insignificanti che valgono più di ogni altra cosa. Il letto sporco di vino, un biglietto appeso in camera, una giacca lasciata sul sedile della macchina, il profumo di dopobarba che si sente ancora sul cuscino. Il contrario di un angelo, un pugile messo all’angolo dal timore di amare ma che riesce a scivolare via e a dileguarsi, lasciando dietro di sè una scia di ricordi e di rimpianti.

Dimmi che non ho ragione
E vivo dentro una prigione
E provo a restarti vicino
Ma scusa se poi mando tutto a puttane e
Non so dirti ciò che provo, è un mio limite
Per un “ti amo” ho mischiato droghe e lacrime

La voce di Blanco si fa sentire ed entra a gamba tesa, così come quando il sentimento prende il sopravvento. Come se fosse intrappolato nella prigione che gli abbiamo costruito e stia scalciando per poter uscire. E più andiamo avanti e più cresce e più cresce più facciamo fatica a tenerlo chiuso dentro. Peccato però che siamo noi stessi a non trovare la chiave giusta per liberarlo, perché siamo imbranati, siamo impacciati. Non sappiamo esprimere a parole ciò che è troppo grande, come se dovessimo dare un nome a qualsiasi cosa, come se dovessimo incasellare ogni singola emozione.

Nudo con i brividi
A volte non so esprimermi
E ti vorrei amare, ma sbaglio sempre
E ti vorrei rubare un cielo di perle
E pagherei per andar via
Accetterei anche una bugia
E ti vorrei amare, ma sbaglio sempre
E mi vengono i brividi, brividi, brividi

C’è chi arriva nelle nostre vite come un uragano, sparpaglia tutti i pezzi, combina una gran confusione e poi se ne va, ci lascia così, nudi con i brividi. Quando ormai è troppo tardi per potergli dire quello che vorremmo dire, quando vorremmo davvero imparare ad amare ma più ci proviamo e più sbagliamo. Allora ci mostriamo ancora più intelligenti e commettiamo l’errore più grande che possiamo fare, ci arrendiamo. Accettiamo le bugie, riempiamo lo zaino di ricordi, di rimorsi, di rimpianti e ce ne andiamo via.

Sarebbe così bello se non esistesse quella paura di sentirsi inadeguati che ci fa prendere strade sbagliate, strade che ci sembrano dritte e sicure ma che in realtà non ci portano da nessuna parte. Dobbiamo imparare da Mahmood e da Blanco, dobbiamo prendere tutto l’amore che abbiamo dentro e buttarlo fuori, per abbattere le barriere e provare un sentimento puro e totalizzante. Quindi mandiamo quel messaggio, alziamo il volume della musica e urliamolo a squarciagola: ti vorrei amare, ma sbaglio sempre.