Cecilia Larosa: “La mia musica si evolve con me” – INTERVISTA

Cecilia La Rosa

A tu per tu con Cecilia Larosa per parlare del nuovo singolo “Indelebile”. La nostra intervista alla giovane cantautrice

Da venerdì 9 maggio, è disponibile in radio e in digitale il brano “Indelebile” della cantautrice Cecilia Larosa. Il brano è prodotto da Piero Cassano, scritto da Edoardo Benevides Costa e Cecilia Larosa, e si distingue per il sound fresco e travolgente, che cattura l’essenza di serate estive senza fine.

Tra vibrazioni melodiche e beat coinvolgenti, la canzone racconta un amore fugace, di quelli che lasciano il segno anche se durano il tempo di una notte. Incontri sfuggenti, sguardi rubati, parole non dette: “Indelebile” è il ritratto di una sensazione intensa che unisce leggerezza e desiderio di evasione, in grado di parlare alle nuove generazioni.

Cecilia Larosa racconta il singolo “Indelebile”, l’intervista

Cosa rappresenta per te questo brano e come si è sviluppato il processo creativo?

    «”Indelebile” è un brano che nasce da un’esperienza personale intensa. Rappresenta quei momenti fugaci che, nonostante la loro brevità, lasciano un’impronta profonda nella nostra vita. Il processo creativo è stato spontaneo: il tutto è nato inizialmente in studio, con Edoardo Benevides Costa (in arte Reizon) e Piero Cassano. Mentre eravamo in studio, mesi fa, stavamo sperimentando nuove idee e abbiamo dato forma alla struttura armonica e alla linea melodica del brano, che ci ha conquistati immediatamente. Successivamente, con Edo abbiamo lavorato in vari momenti, anche a distanza, per terminare il testo, il brano doveva rimanere leggero e ironico; quindi, sul testo abbiamo lavorato in questo senso. Ricordo con il sorriso io, a maniche corte, in Calabria, in video-call con Edoardo che si trovava a Milano e indossava un felpone. In quel periodo le mie migliori amiche mi raccontavano sempre dei loro aneddoti in discoteca e c’era un meme ricorrente che mi ha ispirato il “non ritrovo la mia amica e non mi aiuterai”. Al contempo, stavo elaborando una mia vecchia “crush, e, spontaneamente, è nata l’idea del ritornello “sei come un segno su di me, nascosto ma indelebile”, che poi è praticamente lo slogan del pezzo».

    Com’è stato lavorare con il Maestro Piero Cassano?

    «Lavorare con Piero è sempre un vero privilegio. È un grande musicista e una grande persona, con un’esperienza e un intuito fuori dal comune. Ha questa rara capacità di entrare nel cuore delle idee, anche quando sono ancora confuse o appena abbozzate, riuscendo a tirare fuori il meglio da ognuna. Durante la lavorazione di Indelebile, ha saputo cogliere immediatamente l’atmosfera che Edoardo ed io volevamo trasmettere e l’ha, in qualche modo, “amplificata”, valorizzata con la sua esperienza e la sua visione. Attraverso lui ho potuto conoscere e instaurare un bellissimo rapporto anche con tantissimi altri produttori che stimo molto e con cui ho avuto il piacere di collaborare, come Max Longhi, Mario Natale, Fabio Moretti. E ho potuto conoscere anche tanti artisti, in particolar modo i Matia Bazar, con cui ho un rapporto davvero bellissimo, specialmente con Luna (Silvia) Dragonieri, un’artista straordinaria. La collaborazione con Piero è quindi per me un’esperienza preziosa e fondamentale che porterò sempre con me, non solo dal punto di vista artistico, ma anche umano».

    Il brano parla di un amore fugace, ma intenso. Quanto credi che i social e la tecnologia abbiano cambiato il modo di intendere e di vivere i rapporti?

    «Credo che i social e la tecnologia abbiano reso i rapporti più immediati, ma anche più effimeri. Le connessioni sono più facili da instaurare, ma spesso mancano di profondità. “Indelebile” è quello che resta molte volte di alcune esperienze, che anche se brevi e apparentemente superficiali, riescono a lasciare un segno profondo, che porterai sempre dentro di te».

    Dal punto di vista sonoro, che tipo di ricerca c’è stata dietro la ricerca del sound di “Indelebile”?

    «Abbiamo voluto creare un sound fresco e coinvolgente, estivo e ballabile che potesse trasmettere l’emozione del testo. L’obiettivo era trovare un equilibrio tra sonorità pop moderne e una melodia che evocasse suggestioni etniche e nostalgiche. Il risultato è un’atmosfera sonora che accompagna l’ascoltatore in un viaggio emotivo, leggero ma profondo, fatto di vibrazioni sincere e immagini evocative».

    Facciamo un breve salto indietro nel tempo: quando e come ti sei avvicinata alla musica?

    «La musica è sempre stata parte della mia vita. Ho iniziato a studiare pianoforte a otto anni e, crescendo, ho sempre approfondito e studiato musica e successivamente, a quattordici anni ho iniziato a prendere lezioni di canto. Ho approfondito poi gli studi al Conservatorio “F. Torrefranca” di Vibo Valentia, dove mi sono laureata in Canto Jazz e attualmente sto frequentando la specialistica in Canto Pop-Rock al Conservatorio “S. Giacomantonio” di Cosenza, dove ho avuto modo di studiare con Massimo De Divitis dei Neri per caso. La musica è sempre stata il mio modo di esprimere emozioni, elaborare le mie emozioni e raccontarle».

    Nelle tue influenze citi nomi come Celine Dion, Whitney Houston, Giorgia, Elisa, Adele. Come si riflette il loro lascito in ciò che canti e in come lo canti?

    «Queste artiste hanno accompagnato tutta la mia vita, influenzato profondamente il mio modo di cantare e di scrivere. Ascolto Celine Dion grazie a mio padre, fin da quando ero bambina. Le due canzoni che adoravo maggiormente erano ovviamente “My heart will go on” e “A new day has come”. Poi mi sono innamorata di Whitney Houston, Mariah Carey, Giorgia, Elisa, Laura Pausini…e infine Adele. Amo la capacità che alcune voci hanno di trasmettere emozioni autentiche, ed è ciò che cerco di portare nelle mie interpretazioni: un’unione tra tecnica vocale e un’espressione sincera della mia personalità. Anche la mia scrittura nasce da questo bisogno di verità emotiva, fondendosi con il mio amore per il pianoforte e, di riflesso, per la musica classica. Un mondo sonoro che mi accompagna da sempre e che inevitabilmente influenza il mio modo di sentire e creare».

    Hai pubblicato diversi singoli, ognuno con una sfumatura diversa della tua identità. In che direzione credi stia andando la tua musica?

    «Mi sento in cammino, e questa è la cosa più bella. Ogni brano che pubblico è un pezzo in più del mio puzzle, un passo verso una consapevolezza più piena di chi sono artisticamente. Non voglio pormi dei limiti: la mia musica si evolve con me. Quello che so è che sento il bisogno di raccontare storie vere, emozioni senza filtri. Mio padre mi soprannomina “uragano”, proprio per il mio carattere esuberante e dinamico e questo non può che riflettersi nella mia musica. Domani magari esplorerò nuovi suoni, nuove contaminazioni. L’unica cosa certa è che la mia musica mi rappresenterà sempre in maniera autentica». 

    Scritto da Nico Donvito
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