Century Radio: è sempre la stessa musica?

Century Radio

Un secolo di voci, musica e storie che hanno fatto grande la radio, tra passato e attualità, davanti e dietro il microfono. A cura di Pio Russo

Benvenuti a Century Radio, la rubrica dedicata ai cento anni della radio. In questo spazio esploreremo l’affascinante mondo della radiofonia, non solo attraverso ciò che ascoltiamo, ma anche svelando cosa accade quando i microfoni si spengono. 

Pio Russo racconta l’evoluzione e l’involuzione di un mezzo che ha segnato intere generazioni, portando musica, voci e storie nelle case di tutto il mondo. Dal fascino delle prime trasmissioni fino all’era del digitale, in un viaggio tra passato, presente e futuro della radiofonia.

Century Radio: è sempre la stessa musica?

Questa settimana vorrei partire da una considerazione che ho fatto domenica scorsa. Come ogni mattina ho acceso la radio e ho deciso di fare un esperimento: ho preso in considerazione sette emittenti che, nell’FM campana, vengono una dietro l’altra. Di queste, quattro sono network, due regionali e una copre quasi l’intero territorio nazionale.

Quattro di queste hanno trasmesso “The Dead Dance” di Lady Gaga con una distanza massima di un quarto d’ora e due di queste quasi in contemporanea; due hanno trasmesso “Uragani” di Clara a distanza di circa cinque minuti; tre di queste emittenti hanno passato un brano dei Pinguini Tattici Nucleari nell’arco di un’ora, ed evito di parlare del resto.

Praticamente se durante una pubblicità qualcuno volesse cambiare stazione, potrebbe ritrovarsi ad ascoltare la stessa canzone. Solo una, di queste sette radio, ha mantenuto la propria programmazione indipendente. Ho deciso, allora, nei giorni successivi di allargare il campione e passare prima ad analizzare dieci emittenti e poi quindici.

Devo dire che le cose sono leggermente peggiorate: partiamo dai network e il settanta per cento delle emittenti ha passato la stessa canzone a distanza di pochi minuti l’una dell’altra e, in alcuni casi, ancora una volta contemporaneamente. Parliamo di quella che viene chiamata in gergo power e che può essere scelta tra una rosa di almeno dieci brani, ma invece cambia difficilmente.

Una delle cose più assurde che mi è capitato di notare è che una di queste emittenti, da un giorno all’altro, passa praticamente gli stessi brani quasi ai medesimi orari. Altro caso limite è stato quello di un’emittente regionale, parliamo sempre della campania, che ha passato per due giorni consecutivi la stessa gold, un successo del passato dunque, allo stesso orario ed una terza volta in una fascia oraria precedente.

Mettiamoci nei panni degli ascoltatori: se qualcuno volesse ascoltare delle playlist, basterebbe farsene una personale o usare le varie applicazioni musicali, ma ad essere penalizzati, almeno a mio avviso, sono anche gli artisti. È difficile per un artista non mainstream emergere in questo contesto, ma anche gli stessi artisti più ascoltati sono costretti a pubblicare più brani all’anno e dischi a poca distanza l’uno dall’altra per essere sempre sulla cresta dell’onda.

Facciamo altri due esempi: durante il Festival di Sanremo e nella settimana immediatamente successiva, siamo abituati ad ascoltare in radio tutti i brani in gara, ma già dopo quindici giorni in onda rimangono, solitamente, gli stessi dieci brani che passano tante, forse troppe, volte al giorno; lo stesso discorso lo possiamo allargare ai talent. Quanti artisti sentiamo dopo un mese dalla fine delle due kermesse più famose? Due o al massimo tre che devono godere di un buon supporto social per “restare”.

Ma anche in questo caso, capita che questi artisti non riescano a ripetere gli stessi successi dopo pochi mesi dalla fine delle trasmissioni. Le colpe di questa situazioni a chi vanno attribuite? Sicuramente i software usati attualmente nelle radio e tarati in un certo modo hanno una parte di responsabilità, ma anche programmatori musicali ed editori più interessati ai numeri che ad una certa programmazione musicale di qualità.

Bisognerebbe fare un ritorno alle origini e consentire agli speaker in onda di poter scegliere la musica da mandare in onda nei propri spazi. Peccato che gli speaker più giovani, la musica non la conoscono neanche…

Scritto da Pio Russo
Parliamo di: