Century Radio, gli artisti e le piccole emittenti

Century Radio

Un secolo di voci, musica e storie che hanno fatto grande la radio, tra passato e attualità, davanti e dietro il microfono. A cura di Pio Russo

Benvenuti a Century Radio, la rubrica dedicata ai cento anni della radio. In questo spazio esploreremo l’affascinante mondo della radiofonia, non solo attraverso ciò che ascoltiamo, ma anche svelando cosa accade quando i microfoni si spengono. Oggi parliamo del rapporto degli artisti con le piccole emittenti.

Pio Russo racconta l’evoluzione e l’involuzione di un mezzo che ha segnato intere generazioni, portando musica, voci e storie nelle case di tutto il mondo. Dal fascino delle prime trasmissioni fino all’era del digitale, in un viaggio tra passato, presente e futuro della radiofonia.

Century Radio, gli artisti e le piccole emittenti

Pensavo alle parole dette da Lazza qualche tempo addietro. Il rapper milanese, infatti, dichiarava di non voler rilasciare interviste per le solite domande poste e quelle da lui definite copia e incolla. Fenomeno che riscontriamo spesso non solo in radio, ma anche sui giornali e in televisione.

Una sorta di appiattimento verso la banalità. In questo magari c’entrano anche i social perché un’intervista su certi temi porta poi a discussioni. Ma credo che un cantante, un attore, un artista in genere trovi ingiusto che venga tolto spazio al proprio lavoro, a favore di gossip o quesiti sui propri gusti.

Ma torniamo alle domande trite e ritrite e, facciamo un esempio: nella settimana del Festival di Sanremo, a parte la Rai, oramai tutti i network e le radio più “famose” portano i loro truck in Riviera.

I cantanti in gara, dunque, oltre agli obblighi contrattuali con le emittenti di stato, che li vedono essere ovunque tra radio e tv di Viale Mazzini, vengono costretti ogni giorno a passare, anche più volte, nelle postazioni delle varie emittenti. Normale dunque che possa capitare di sentirsi porre la stessa domanda.

La stessa cosa avviene al rilascio di un nuovo singolo o un nuovo album. Se prima l’occasione poteva essere l’instore nelle varie città, ora le case discografiche hanno capito l’importanza delle radio e organizzano tour in alcune emittenti. O meglio, hanno capito l’importanza di alcune radio.

Mi spiego meglio: in questo meccanismo vengono escluse le radio locali. Nulla da eccepire, è un’abitudine usata in ogni ambito, ma quante volte vi capita di sentire le stesse domande o comunque che venga chiesto all’artista qualcosa che non riguardi il suo brano, il suo album o la musica in generale?

È capitato spesso che sentissi chiedere ad artisti di una certa levatura quale fosse il Pokemon preferito, la posizione più usata a letto o sciocchezze simili.

E quindi, ha ragione Lazza? Probabilmente sì, ma allora perché non dare possibilità a speaker validi, ma che però non sono riusciti ad emergere e ad emittenti che non fanno parte del circuito mainstream, ma fanno comunque un ottimo lavoro?

Queste emittenti devono “accontentarsi” di artisti indipendenti o emergenti che, per carità, meritano comunque spazio, ma sarebbe giusto dare a tutti le stesse possibilità.

Ci rendiamo anche conto che sono centinaia le radio locali, ma basterebbe ascoltarle qualche volta per capire che sono tanti gli speaker di talento che potrebbero fare le domande giuste agli artisti. Potrebbe essere un modo anche per scoprire nuovi talenti per i network o comunque le radio con bacini di utenza più ampio.

Scritto da Pio Russo
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