Century Radio, intervista a Federica Elmi: “La radio è come la vita stessa”

Un secolo di voci, musica e storie che hanno fatto grande la radio, tra passato e attualità, davanti e dietro il microfono. A cura di Pio Russo
Benvenuti a “Century Radio“, la rubrica dedicata ai cento anni della radio. In questo spazio esploreremo l’affascinante mondo della radiofonia, non solo attraverso ciò che ascoltiamo, ma anche svelando cosa accade quando i microfoni si spengono. Tema del giorno: l’intervista a Federica Elmi.
Pio Russo racconta l’evoluzione e l’involuzione di un mezzo che ha segnato intere generazioni, portando musica, voci e storie nelle case di tutto il mondo. Dal fascino delle prime trasmissioni fino all’era del digitale, in un viaggio tra passato, presente e futuro della radiofonia.
Century Radio, intervista a Federica Elmi
L’anno scorso ha fatto trenta ed il 4 settembre farà trentuno: sono gli anni in radio di Federica Elmi che, esordiva appunto nel 1994 quando, come ama ripetere, Totti segnava il primo gol in Serie A. Impegno passione e costanza hanno caratterizzato la sua carriera. Dopo varie esperienze nella radio locali romane, approda ai network come m2o. Dal 2020 è parte della squadra di Rai Radio 2».
Ciao Federica e benvenuta sulle “frequenze” di Century Radio
«Ciao Pio e ciao a tutti! Grazie per l’ospitalità!».
Quando hai capito che la radio sarebbe diventata il tuo lavoro?
«Perché fare la radio è un lavoro? Ovviamente lo dico scherzando, ma è capitato a tutti noi radiofonici di rispondere a domande del tipo “sì ma poi cosa fai di lavoro?”. E per risponderti seriamente: non c’è un momento preciso perché io ho iniziato a trasmettere in radio che ero praticamente ancora bambina quindi per me era veramente “un gioco”, ma la passione e la voglia di fare questo sono cresciute insieme a me quindi diciamo che sono io che ho fatto tutto il possibile (compreso fare per anni altri mille lavori e lavoretti) affinché lo diventasse a tutti gli effetti».
C’è stato qualche speaker che ti ha ispirata?
«Più di una e tutte donne: l’eleganza di Rosaria Renna, l’energia di Lady Helena, la spontaneità di Paoletta, la “cazzimma” di Anna Pettinelli, le “istruzioni per l’uso” di Emanuela Falcetti e l’eloquenza di Ughetta Lanari. Cito Ughetta per ultima ma è stata per me la più importante di tutte: mi alzavo all’alba per ascoltarla in onda, ho studiato dizione col suo libro e nella vita ho avuto poi la fortuna di averla come insegnante prima e come amica poi e per me è stata una presenza davvero preziosa. La sua scomparsa un anno fa mi ha profondamente addolorata, mi manca molto.
Da ascoltatrice qual era la tua trasmissione preferita?
«Ho ascoltato Emanuela Falcetti fino all’ultima puntata di “Italia sotto inchiesta” su Radio1 a giugno 2024 ma voglio citare anche un programma che è stato secondo me una vera perla nel mondo radiofonico: “Real Trust” di Roberto Molinaro che è andato in onda per molti anni su m2o. Ogni tanto mi riascolto ancora qualche puntata su YouTube!».
Attualmente, per l’estate, sei salita sull’astronave del Doposole. Inizi all’ora dell’aperitivo e ci accompagni fino alla fine della cena. Come ti prepari ad andare in onda?
«Il doposole accompagna il tempo reale in maniera leggera e spero divertente e interessante: con gli ascoltatori guardiamo il tramonto con le foto che mandano su whatsapp durante la “golden hour”, giochiamo col foodquiz per mettere qualcosa sotto ai denti, al crepuscolo – quel momento un po’ di luce e un po’ di ombra – racconto loro la storia e i retroscena di una canzone storica, guardiamo le stelle con l’astroquiz e prima di salutarci racconto una di quelle storie da falò sulla spiaggia, nello specifico quest’anno i protagonisti sono i fantasmi del cinema: da Samara di The Ring a Slimer dei Ghostbusters. Per il resto la musica di Radio2 è la traccia che seguo per raccontare curiosità e notizie. Anche gli ospiti che invito sono tutti legati ai live estivi di questo periodo: in queste settimane ci hanno raccontato il loro tour e i loro progetti diversi artisti italiani come Willie Peyote, Francesco Renga, Merk & Kremont e Marco Masini. La scrittura del programma è molto impegnativa, ma il risultato secondo me è sfizioso e sta dando grandi soddisfazioni a tutta la squadra, o – come dico io in questo contesto – “l’equipaggio” che ringrazio, perché la radio è sempre un lavoro, o se vuoi, un gioco di squadra».
Il Doposole, come detto, è in onda in un orario diverso dalle tue abitudini radiofoniche. Che differenze noti tra l’essere in onda durante la prima serata e la notte?
«Ogni momento in onda è diverso perché accompagna un diverso momento della giornata e della vita delle persone all’ascolto quindi è ovvio che la stessa notizia – per fare un esempio – viene data al mattino o alla sera in maniera diversa. Sicuramente di notte, rispetto a qualsiasi altra fascia oraria, i cosiddetti “tempi” sono più rilassati ed è spesso possibile toccare argomenti o fare approfondimenti che di giorno sarebbe difficile proporre anche per la predisposizione stessa degli ascoltatori: la notte è meno rumorosa e frenetica e per sua natura è anche più introspettiva quindi crea un’intimità che di giorno è impossibile ricreare».
Terminato il Doposole, finisce anche la tua giornata?
«Assolutamente no! Al termine del Doposole io ho una fame da lupi ed approfitto spesso per organizzare una cena o un aperitivo con gli amici o coi colleghi».
Sogno di condurre un programma notturno, per cui ti chiedo com’è fare Radio di notte e in giorni particolari come sabato e domenica o meglio, visto che siamo dopo la mezzanotte, domenica e lunedì?
«In parte l’ho già detto, posso aggiungere che nello specifico la notte del weekend vive di movida, di post partite e post concerti, gente che torna da cene, gite, spettacoli, eventi, anche gli stessi artisti e molti italiani all’estero che da diversi fusi orari ti ascoltano al mattino presto o all’ora dell’aperitivo. Per quanto riguarda la vita personale, il ritmo circadiano e tutto il resto… è un gran casino, ma quello è un altro discorso!».
Ma quando ti hanno proposto “Le Lunatiche” come hai reagito?
«Quando mi hanno chiamato ero in diretta a Radio Crik Crok, ho anche lasciato la telefonata aperta durante un paio di interventi in onda. Sono stata molto felice: già nei primi anni 2000 conducevo un programma notturno (Il Tempio di Arghilea” su Mondoradio a Roma) e aprivo ogni puntata dicendo “La Luna ci guarda, la Elmi vi parla. Miei cari, buon viaggio…”. Vent’anni dopo arrivava per me un programma notturno, sul servizio pubblico, dal titolo “Le Lunatiche”. È stato un po’ come chiudere un cerchio».
L’episodio più curioso che hanno raccontato durante la trasmissione?
«Abbiamo fatto ritrovare due compagne di classe dopo cinquantacinque anni attraverso Le Lunatiche, è stato incredibile. In quest’ultima stagione invece abbiamo seguito il coming out di un nostro giovane ascoltatore, Luca, che settimana dopo settimana ci ha aggiornato sui suoi stati d’animo e che abbiamo salutato a fine stagione dopo che si è dichiarato ad un suo amico con cui forse sta nascendo qualcosa…».
Tre canzoni che fanno da colonna sonora alla tua vita?
«”Burned with desire” di Armin Van Bureen, “Gente della notte” di Jovanotti e una canzone di Vasco, una diversa ogni giorno (sorride, ndr)».
Cento anni, quasi centouno, di radio, una frase o una parola per definirla
«Viva e vera come la vita stessa».