Un secolo di voci, musica e storie che hanno fatto grande la radio, tra passato e attualità, davanti e dietro il microfono. A cura di Pio Russo
Benvenuti a “Century Radio”, la rubrica dedicata ai cento anni della radio. In questo spazio esploreremo l’affascinante mondo della radiofonia, non solo attraverso ciò che ascoltiamo, ma anche svelando cosa accade quando i microfoni si spengono. Radio Mary Cacciola
Pio Russo racconta l’evoluzione e l’involuzione di un mezzo che ha segnato intere generazioni, portando musica, voci e storie nelle case di tutto il mondo. Dal fascino delle prime trasmissioni fino all’era del digitale, in un viaggio tra passato, presente e futuro della radiofonia.
Century Radio, intervista a Mary Cacciola
Questa settimana, è venuta a trovarci Mary Cacciola che ha appena festeggiato i suoi venticinque anni a Radio Capital. Conduttrice amatissima dagli ascoltatori e dagli addetti ai lavori, è una delle voci più belle del nostro panorama radiofonico, attualmente in onda dal lunedì al venerdì con il Maryland su Capital dalle 9.00 alle 12.00.
Ciao Mary, benvenuta sulle “frequenze” di Century Radio e grazie per aver accettato il nostro invito…
«Ma grazie a voi (ma soprattutto a te) per l’invito».
Hai da poco festeggiato i venticinque anni a Radio Capital. C’è un momento in particolare a cui sei più legata?
«Uno, solo uno. E come si fa a scegliere? Ne ho vissuti tantissimi di belli e di molto tristi e sono tutti ben stampati nella mia memoria. Uno su tutti, però, è stato drammatico ma allo stesso tempo pieno d’amore: domenica 26 maggio 2019, ci siamo ritrovati tutti in radio, spontaneamente, senza darci alcun appuntamento. Tutti un po’ smarriti e profondamente addolorati per la morte del Direttore Vittorio Zucconi. Sapevamo tutti che sarebbe successo ma la famosa frase fatta “non si è mai pronti abbastanza” fotografa perfettamente quella giornata. Abbiamo cominciato ad andare in onda un po’ tutti, registi, giornalisti, conduttori e tantissimi ascoltatori. Solo l’immensa stima e il grande amore degli ascoltatori, ha reso quella assenza piena di un significato e di un calore che porterò con me per tutta la vita. I grandi Maestri lasciano la scia, come le comete».
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In questa stagione ti accompagni a Marco Santin e Marco Maisano, sei stata in coppia con altri mitici conduttori, ma ti chiedo se c’è una collega o un collega con cui vorresti dividere il microfono anche per un sola diretta
«Questa è facile: Linus. Almeno una sola volta…ma non accenna a cedere. Glielo chiedo da anni e continuerò a farlo per gli anni a venire. Magari lo prendo per sfinimento!».
Ci racconti com’è iniziata la tua carriera?
«Dopo la mia carriera da subrettina casalinga, dove cantavo, ballavo e ripresentavo le canzoni che passavano alla radio (dai 7 ai 14 anni) mio fratello Luciano mi disse di propormi in una radio che, in quel periodo, cercava nuovi conduttori. Le sue parole d’incoraggiamento furono “non sarai peggio di tanti altri”. Quindi il 30 giugno del 1985 portai la mia poca sanità mentale ad un microfono. E così ebbe inizio il mio grande Amore».
Se non avessi avuto la radio, qual sarebbe stato il tuo piano B?
«La radio non era il mio piano A e manco B. Volevo diventare una penalista e restare a Reggio Calabria. Ma gli eventi della vita mi hanno portato a Roma ed è stata la Radio a scegliere che continuasse la nostra Relazione!».
La linea musicale di Radio Capital si distingue dalle altre, ma c’è un artista, nella nuova generazione musicale italiana, che ha attirato la tua attenzione e che vorresti passare durante il tuo spazio?
«Si, qualcuno c’è ma nessuno di fondamentale. Divertente, magari, ma non fondamentale».
Tre canzoni che hanno accompagnato, fino ad ora, la tua carriera radiofonica?
«“Friends” di Mike Francis: prima canzone che ho annunciato facendo una papera e sbagliando titolo…forse era un segnale. “The Cinema Show” dei Genesis. “C’è tempo” di Ivano Fossati».
Cento anni di radio, se dovessi scegliere una frase per descrivere il nostro mezzo di comunicazione preferito, quale sarebbe?
«Potrei scegliere la mia frase, la radio la si vive soggettivamente e per me è amore, respiro, vita».
Cosa consigli a chi oggi vuole avvicinarsi alla conduzione radiofonica?
«Di non farlo! Oppure di farlo, ma per passione senza puntare ai network e alla carriera. Poi se arriva, bellissimo. L’importante è non viverla con frustrazione».
Grazie ancora per essere stata con noi, sappi che ti disturberò ancora, viva la radio e viva il Maryland
«Grazie Pio…sarà sempre un piacere!».
Pio Russo
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