Century Radio, intervista a Rosaria Renna: “Con la Radio non sei mai solo”

Un secolo di voci, musica e storie che hanno fatto grande la radio, tra passato e attualità, davanti e dietro il microfono. A cura di Pio Russo
Benvenuti a “Century Radio“, la rubrica dedicata ai cento anni della radio. In questo spazio esploreremo l’affascinante mondo della radiofonia, non solo attraverso ciò che ascoltiamo, ma anche svelando cosa accade quando i microfoni si spengono. Tema del giorno: l’intervista a Rosaria Renna.
Pio Russo racconta l’evoluzione e l’involuzione di un mezzo che ha segnato intere generazioni, portando musica, voci e storie nelle case di tutto il mondo. Dal fascino delle prime trasmissioni fino all’era del digitale, in un viaggio tra passato, presente e futuro della radiofonia.
Rosaria Renna: “Con la Radio non sei mai solo”, l’intervista
Ama libri, animali, cinema e tanto altro, ma soprattutto la Radio. Ha studiato con Enzo Garinei ed ha al suo attivo un seminario con Mary Setrakian, coach di Nicole Kidman. Parliamo di Rosaria Renna, una delle voci più belle del panorama radiofonico italiano.
Miglior Speaker, per il Gran Premio della Radio, nel 1994, viene eletta “La voce più sexy della Radio” dai lettori di “TV Sorrisi e Canzoni” ed ottiene il mitico Telegatto nel 1997. Dopo aver trascorsi diversi anni a RDS, dal 2017 è su Radio Montecarlo dove conduce “Due come noi”, insieme a Filippo Firli.
Ciao Rosaria e benvenuta sulle “frequenze” di Century Radio
«Ciao e grazie per l’invito».
La Radio è sempre stata nel tuo destino o ci sei arrivata per caso?
«Ci sono arrivata per caso! Da ragazzina amavo Jo March di Piccole donne e pensavo che avrei fatto la scrittrice come lei. Poi sognavo di recitare, a teatro o sul grande schermo. E infatti ho cominciato presto a frequentare corsi di dizione e recitazione. Ma quando ero in terza media un amico più grande invitò me e la mia compagna di banco Daniela a visitare Radio Antenna Monopoli, che era a pochi isolati da casa; in poche ore ci trovammo ad impegnarci per andare a trasmettere un paio d’ ore il sabato pomeriggio. Facevamo tutto noi: regia, scelta della musica, telefonate. Un mondo nuovo, che conoscevo solo da ascoltatrice grazie alle mie sorelle più grandi appassionate di radio. Un mondo che è diventato il mio piano piano e che una manciata di anni dopo mi vede ancora felicemente dietro un microfono».
In tanti anni, il nostro mezzo di comunicazione ha affrontato tanti cambiamenti. Quali quelli in meglio e quali quelli in peggio, secondo te?
«Il mondo cambia in continuazione e anche la radio ha affrontato numerose sfide. Credo che l’ avvento di internet sia stato rivoluzionario. Da un momento all’altro abbiamo avuto a disposizione un mondo da esplorare per condividerlo con gli ascoltatori. Se penso che a 20 anni sfogliavo i quotidiani per trovare spunti interessanti da condividere o mi inventavo di sana pianta gli argomenti, mentre adesso la difficoltà è selezionarli vista l’ abbondanza di fonti. È quello il vero lavoro, tutto il resto puro divertimento! Adesso mi dispiace quando sento che c’è poca cura e poca preparazione, l’approssimazione, la sciatteria. Ma non solo in radio, in generale».
Le tue origini pugliesi quanto incidono nel tuo modo di fare radio e nella tua personalità?
«Credo ognuno di noi sia il risultato di esperienze, provenienza, preparazione differenti: ed è bellissimo sia così! Mi sento molto pugliese anche se ho vissuto a lungo a Roma e, negli ultimi anni, a Milano. Mi piace parlare della mia terra, fare ogni tanto una battuta in dialetto, ma da cittadina del mondo che amo tutto. Spero però di portare anche in radio il sole, il sorriso, l’ospitalità della mia terra».
Hai trascorso tanto tempo a RDS (un tempo Radio Dimensione Suono) per poi passare a Radio Montecarlo. Come hai vissuto questo cambiamento?
«Quando ho deciso di lavorare per Radio Monte Carlo ho vissuto un momento straordinario di rivoluzione e rinnovamento. Non è stato facile, ho lasciato dietro di me tante persone a cui volevo bene e un’azienda che mi ha permesso di crescere e diventare una professionista riconosciuta e amata, ma ho sentito che era arrivato il momento di mettermi alla prova e buttarmi in una nuova avventura. Sono letteralmente rinata e me lo hanno ripetuto tutti per mesi! Ma sono grata per tutto quello che ho fatto e avuto nei 25 anni a RDS ed è bellissimo che ancora oggi in tanti mi ringrazino per quel periodo».
Qual è il tuo rapporto con la tecnologia?
«Ho un rapporto bellissimo…con gli esperti di tecnologia: quando ho un problema so sempre a chi chiedere aiuto! Scherzi a parte me la cavo, senza essere un’ esperta. Ma oramai vivo attaccata allo smartphone, e ci faccio tutto: curare i social, rispondere alle e-mail, pagare gli F24, fotografare il mondo. È veramente molto utile, ma ogni tanto ricordo ancora la mia infanzia sana e felice senza internet e cellulari: che grande fortuna è stata, la penso come il regista Tim Burton a riguardo. A volte provo pena per i ragazzi esposti a così tanta tecnologia. Spero non perdano di vista la cosa più importante: il fattore umano».
Quali sono le tre canzoni che non dovrebbero mai mancare nei tuoi programmi?
«Una di Stevie Wonder, una degli U2 e una di Whitney Houston. Però è stata dura scegliere…amo tanti artisti!».
Senza togliere nulla a nessuno, c’è una o un partner con cui sogni di lavorare?
«Mi sarebbe piaciuto tanto lavorare in coppia con Patty Farchetto. La ascoltavo incantata quando trasmetteva, impressionata dalla sua velocità e dalla padronanza di linguaggio. E le interviste in inglese: che spettacolo! Una delle più grandi in assoluto, un mito».
Ultima domanda, uguale per tutti: cento anni di radio, una parola o una frase per definirla
«La radio è tantissime cose: musica, informazione, divertimento…Ma per me soprattutto compagnia. Con la radio non sei mai solo, c’è sempre qualcuno che sembra parli proprio con te. È come una magia, e spero che duri per sempre».