Century Radio, intervista a Sara Lucarini

Un secolo di voci, musica e storie che hanno fatto grande la radio, tra passato e attualità, davanti e dietro il microfono. A cura di Pio Russo
Benvenuti a “Century Radio“, la rubrica dedicata ai cento anni della radio. In questo spazio esploreremo l’affascinante mondo della radiofonia, non solo attraverso ciò che ascoltiamo, ma anche svelando cosa accade quando i microfoni si spengono. Tema del giorno: l’intervista a Sara Lucarini.
Pio Russo racconta l’evoluzione e l’involuzione di un mezzo che ha segnato intere generazioni, portando musica, voci e storie nelle case di tutto il mondo. Dal fascino delle prime trasmissioni fino all’era del digitale, in un viaggio tra passato, presente e futuro della radiofonia.
Century Radio, intervista a Sara Lucarini
La sua voce l’abbiamo ascoltata in diversi spot pubblicitari e in ogni weekend su Rai Radio Tutta Italiana durante l’ultima stagione radiofonica. Premiata da poco con Il Microfono d’oro, Sara Lucarini non è solo una radiofonica a 360 gradi, ma anche una donna dal sorriso magico. Ecco la sua intervista:
Ciao Sara e benvenuta sulle “frequenze” di Century Radio. Hai appena ricevuto il prestigioso premio Microfono d’Oro, che emozione è stata?
«Grazie per l’invito. Un premio inaspettato, che mi ha fatta tornare indietro negli anni, nella strada percorsa e non sempre facile, nelle radio che mi hanno scelta. Bello rivedere colleghi di network e di radio locali all’evento. Il Microfono d’Oro non è altro che il riconoscimento della mia determinazione… di un mestiere desiderato, voluto e ottenuto nel corso del tempo. Ma non saremmo qui a parlarne se non mi avessero dato fiducia, in primis il mio responsabile Gianmaurizio Foderaro».
Che risposta daresti a chi dice che la radio è in punto di morte?
«Che ha sbagliato frequenza… A parte gli scherzi.. La radio è cambiata molto, troppo forse… A partire da chi parla in onda. Non sempre si hanno pregressi radiofonici, ma chi ha orecchio lo sente. Sono affascinata dal conduttore che mi rapisce, che ha qualcosa di interessante da raccontarmi, non il gossip. Dalla conduttrice che mi dice due battute su un pezzo storico e non lancia solo il brano. Dalla spontaneità di chi è in onda e non il programma fatto a tavolino.. Finché ci saranno i professionisti, la radio vivrà. La radio puoi ascoltarla in modo distratto ma se l’ascolti in modo attento, sa ancora emozionare».
Ci racconta i tuoi inizi?
«A cinque anni presentavo le recite di classe. Se rivedo le foto ho sempre il microfono in mano… Ho iniziato le prime esperienze radio poco prima dei 17 anni. Uscivo da scuola, andavo in radio. Prima in una redazione giornalistica, poi sono passata all’intrattenimento in realtà locali romane. Con l’università ho avuto la grande fortuna di avvicinarmi ancora di più a questo mondo grazie ad uno stage ad RDS. La realtà da cui ho rubato di più con gli occhi, ho apprezzato e messo in pratica i consigli dati. Poi sono iniziate le mie prime vere esperienze…».
Trasmetti nel weekend, in una fascia importante, ma quale altro spazio ti piacerebbe occupare nel palinsesto?
«Per una volta devo stare in silenzio.. (ride, ndr), a settembre potrò risponderti».
Lavori per un’emittente che trasmette solo musica italiana, ma tu che musica ascolti?
«Non ho un genere preferito, ascolto in base al momento, all’umore..spazio molto dai Jamiroquai, Depeche Mode, Ed Sheeran, Lewis Capaldi, Lenny Kravitz, Sagi Rei, Amy Winehouse, Alicia Keys, Lauryn Hill, Michael Jackson, The Police…a Levante, Coez, Ermal Meta, Dardust, Joan Thiele, Litfiba, Liga.. Sono amante della musica dance anni ’90, questa mi risistema anche la giornata storta!».
Tre canzoni che non devono mai mancare nelle tue giornate?
«Più che mai mancare, le tre che se sento e mi emozionano sono: “Sunrise” di Norah Jones, “La notte” di Arisa e “Someone you loved” di Lewis Capaldi».
Durante la tua trasmissione hai intervistato tanti artisti, hai qualche aneddoto particolare?
«Di ogni intervista potrei raccontare qualcosa che mi ha colpito o qualcosa di divertente.. A volte fuori onda ci si racconta la propria vita e spesso se l’intervista riesce bene è anche grazie a quei momenti».
Sei anche una splendida mamma, ti piacerebbe che tuo figlio prendesse la tua stessa strada?
«Al momento ascolta molta radio e canta tutto il giorno, sa tutti i jingles delle radio, a volte mi chiede quando ti posso ascoltare? Sei in radio? Oppure mamma ti ho ascoltato… Ma vorrei seguisse la sua passione, non la mia».
Cento anni di radio, una frase o una parola per definirla?
«Vita».