Century Radio: la liberazione delle Radio

Century Radio

Un secolo di voci, musica e storie che hanno fatto grande la radio, tra passato e attualità, davanti e dietro il microfono. A cura di Pio Russo

Benvenuti a Century Radio, la rubrica dedicata ai cento anni della radio. In questo spazio esploreremo l’affascinante mondo della radiofonia, non solo attraverso ciò che ascoltiamo, ma anche svelando cosa accade quando i microfoni si spengono. Oggi, in occasione del 25 aprile, anniversario della liberazione d’Italia dal nazi-fascismo, ripercorriamo la storia del nostro Paese attraverso la radio.

Pio Russo racconta l’evoluzione e l’involuzione di un mezzo che ha segnato intere generazioni, portando musica, voci e storie nelle case di tutto il mondo. Dal fascino delle prime trasmissioni fino all’era del digitale, in un viaggio tra passato, presente e futuro della radiofonia.

Century Radio: la liberazione delle Radio

È la voce di Sandro Pertini, membro del Comitato di Liberazione Nazionale dell’Alta Italia, che il 25 Aprile annuncia da Radio Milano Liberata l’insurrezione contro le forze armate nazifasciste, segnando quello che sarebbe passato alla storia come il giorno della liberazione d’Italia. È in quel momento che la radio si trasforma da mezzo di diffusione della propaganda della dittatura e strumento di libertà. Abbiamo già parlato di Radio Sardegna, oggi andiamo ad “ascoltare le altre voci

Tutto ha inizio il 10 luglio 1943 con l’Operazione Husky, lo sbarco delle forze alleate sulle coste della Sicilia che fu liberata in soli 38 giorni. Il generale Patton, supervisore delle fasi di ricostruzione dei territori liberati, aveva la priorità di ristabilire gli impianti e le trasmissioni sull’isola e guidare i media italiani nella transizione del paese dalla dittatura alla democrazia. La prima radio a riprendere le attività sotto la supervisione alleata è Radio Palermo, che il 5 agosto 1943 trasmette dall’ex sede EIAR un annuncio del generale Patton: “Lo scopo degli Stati Uniti non è quello di rendere schiavi ma di liberare quei popoli del mondo che hanno sofferto per anni sotto la malefica influenza del fascismo e del nazismo”.

Nonostante la potenza ridotta, venne creata una redazione con gli intellettuali antifascisti di Palermo. In questa prima fase gli alleati hanno la supervisione dei programmi parlati, mentre agli italiani è concessa totale libertà su tutti i programmi musicali e di intrattenimento. Per colmare le pause tra i programmi del palinsesto gli alleati introducono nella programmazione brani provenienti dai così detti ‘dischi della vittoria’, dischi appositamente prodotti per intrattenere le truppe.

L’8 settembre Radio Bari Liberata inizia le sue trasmissioni, accompagnate dalle note di “La leggenda del Piave”, dopo la liberazione della città. Il segnale era indubbiamente più potente rispetto a Radio Palermo, e le trasmissioni arrivarono fino al Nord Italia, ancora sotto il controllo dei nazisti.

Italia combatte”, è il programma simbolo di questo momento storico, in quanto ponte radiofonico che unisce le zone liberate con i territori ancora occupati. Radio Bari Liberata assume un ruolo centrale in quella che lentamente iniziava ad essere la rinascita del paese.

Detto di Radio Sardegna, nata Sabato 3 ottobre 1943, gli alleati giungono alle porte di Napoli, città sconvolta dalle Quattro giornate che hanno visto i cittadini rivoltarsi contro l’occupazione nazista. Nonostante la difficile ricostruzione,  il 15 ottobre, Radio Napoli Nazioni Unite comincia le sue trasmissioni.

La redazione di Radio Napoli, in poco tempo, riesci ad ottenere il ruolo di principale servizio per la propaganda radiofonica del PWB. Il passaggio è simbolicamente sancito dalla messa in onda del programma “Italia combatte”. All’interno di Radio Napoli cresce la voglia di innovazione e così nasce Programma per la donna italiana, prima trasmissione dedicata alle donne nell’Italia liberata. Anche la musica classica e l’opera lirica iniziano a stare strette ai responsabili radiofonici, che lentamente lasciano spazio a produzioni popolari, molto vicine agli umori della popolazione.

Con l’avanzare del fronte, la stazione napoletana diventa sempre di più la radio delle retrovie, mentre Roma si affaccia come nuovo obiettivo delle truppe alleate. Nei mesi che precedono la liberazione della capitale, un gruppo di dipendenti EIAR ha agito segretamente per nascondere componenti della stazione radiofonica di Roma, che altrimenti sarebbero stati sequestrati dalle truppe naziste durante la ritirata. In questo modo il 6 giugno, a soli due giorni dalla liberazione della città, Radio Roma Liberata riprende le sue trasmissioni, annunciando l’entrata delle truppe americane nella capitale e il contemporaneo sbarco in Normandia. 

Il 26 ottobre 1944, con un accordo firmato in via Asiago 10, l’Italia ritorna in possesso dell’organizzazione comunicativa e così, sulle ceneri dell’EIAR, nasce la RAI. Anche a Firenze, così come a Napoli, sono i cittadini ad anticipare la liberazione prima dell’arrivo delle truppe alleate. 

Tra le vie di una Firenze ancora assediata dai cecchini nemici, si aggirano quattro uomini armati di microfoni: sono il giornalista e scrittore Armando Gomez, il reporter Victor De Santis, l’operatore Franco Rossi e il tecnico Alinari. Il gruppo si aggira tra le macerie della città, per documentarne la liberazione.

Il primo settembre, Firenze è liberata e venti giorni dopo, Radio Firenze torna a trasmettere sulle note dell’Inno di Mameli. Anche a Firenze la priorità è l’informazione e soprattutto rivendicare il ruolo fondamentale della città nella liberazione del Nord Italia

I dirigenti della RAI, però, tendevano a voler accentrare l’informazione a Roma, con grande dissappunto di quelle che erano le radio “locali”, delle quali nessuno poteva sminuirne l’importaza. Bologna, Genova, poi Milano e infine Torino riattivano le loro frequenze le radio partigiane escono dalla clandestinità, unendosi a Napoli, Bari, Firenze, Palermo e Sardegna, antenate di quelle che poi sarebbero diventate le radio libere.

Scritto da Pio Russo
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