Century Radio: la Radio durante l’Austerity degli anni ’70

Century Radio

Un secolo di voci, musica e storie che hanno fatto grande la radio, tra passato e attualità, davanti e dietro il microfono. A cura di Pio Russo

Benvenuti a Century Radio, la rubrica dedicata ai cento anni della radio. In questo spazio esploreremo l’affascinante mondo della radiofonia, non solo attraverso ciò che ascoltiamo, ma anche svelando cosa accade quando i microfoni si spengono. Oggi parliamo della Radio durante l’Austerity degli anni ’70

Pio Russo racconta l’evoluzione e l’involuzione di un mezzo che ha segnato intere generazioni, portando musica, voci e storie nelle case di tutto il mondo. Dal fascino delle prime trasmissioni fino all’era del digitale, in un viaggio tra passato, presente e futuro della radiofonia.

Century Radio: la Radio durante l’Austerity degli anni ’70

Il periodo tra novembre 1973 e marzo 1974, costrinse molti governi dei Paesi occidentali ad emanare disposizioni volte al drastico contenimento del consumo energetico, in seguito alla crisi petrolifera del 1973. In Italia, durante il Consiglio dei ministri convocato il 22 novembre 1973, che si protrasse fino a tarda notte, furono approvate una serie di norme volte al risparmio energetico.

Dal 2 dicembre 1973 venne imposto il divieto di circolazione nei giorni festivi dei mezzi privati, pena multe che potevano arrivare fino ad un milione di lire. La domenica la popolazione tornò ad usare il trasporto pubblico e la bicicletta, il forte aumento del prezzo dei carburanti, aggiunse l’obbligo di ridurre la pubblica illuminazione del 40% e di tenere spente insegne e scritte pubblicitarie. Bar e ristoranti dovettero chiudere entro la mezzanotte, mentre ai locali di pubblico spettacolo venne imposta la chiusura entro le ore 23:00. Anche radio e televisione subirono dei pesanti cambiamenti dovendo cessare le trasmissioni entro le 22.45, con tolleranza fino alle 23.00.

Durante il periodo dell’austerity, però, soprattutto la radio ha svolto un ruolo importante nell’informare la popolazione e nel fornire consigli sulle misure di risparmio energetico e sulla gestione delle restrizioni. Era tanta, infatti, almeno all’inizio, la confusione che si venne a creare. Il mezzo radiofonico ha contribuito a diffondere notizie sulla crisi petrolifera e sui provvedimenti di austerità, aiutando i cittadini a comprendere meglio la situazione e ad accettare ed adattarsi alle nuove regole.

Grazie a dibattiti ed analisi, fu permesso agli ascoltatori di esprimere le proprie opinioni e di partecipare al dialogo pubblico con esperti del settore energetico e politico. La radio, come succede adesso, e come abbiamo avuto modo di vedere per quanto accaduto in Spagna, e in parte della Francia e del Portogallo, è il mezzo più accessibile e soprattutto sempre attivo per tenere informato il pubblico su quanto accade minuto per minuto. In quel periodo, come successo il 28 Aprile a Barcellona, Madrid e ovunque nel paese iberico, le radioline a batteria la facevano da padrone. 

Durante periodi di restrizione e di difficoltà, la radio offriva anche un senso di normalità e intrattenimento, dando ai cittadini, non solo, come detto, la possibilità di interagire, ma anche un senso di comunità e confronto. Possiamo fare un confronto con il periodo del Covid, quando durante il lock down, grazie alle nuove tecnologie, la radio non si è mai fermata. Molti speaker hanno potuto trasmettere da casa e fare compagnia durante il lungo periodo in cui strade ed uffici erano praticamente deserti.

Il momento vissuto durante l’austerity, fu un periodo di risveglio per la radio, nonostante la crisi che attraversava il nostro paese e non solo. Offuscata dall’avvento della televisioni, la radio tornò ad avere un ruolo centrale, grazie ai giornali radio delle tre radio Rai e a programmi di intrattenimento come “Gran varietà” e interviste impossibili, di cui ci occuperemo la prossima settimana.

Scritto da Pio Russo
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