Century Radio: la storia di Radio Londra

Century Radio

Un secolo di voci, musica e storie che hanno fatto grande la radio, tra passato e attualità, davanti e dietro il microfono. A cura di Pio Russo

Benvenuti a Century Radio, la rubrica dedicata ai cento anni della radio. In questo spazio esploreremo l’affascinante mondo della radiofonia, non solo attraverso ciò che ascoltiamo, ma anche svelando cosa accade quando i microfoni si spengono. Oggi parliamo della radio nel ventennio fascista e nelle dittature del mondo.

Pio Russo racconta l’evoluzione e l’involuzione di un mezzo che ha segnato intere generazioni, portando musica, voci e storie nelle case di tutto il mondo. Dal fascino delle prime trasmissioni fino all’era del digitale, in un viaggio tra passato, presente e futuro della radiofonia.

Century Radio: la storia di Radio Londra

Se nell’ultimo appuntamento abbiamo parlato della radio sotto le dittature naziste e fasciste, oggi daremo il giusto spazio a Radio Londra. Le trasmissioni, nella parte della programmazione dedicata alle popolazioni europee continentali, iniziarono il 27 settembre 1938.

L’emittente, in realtà, rappresenta una costola della BBC, nata nel 1922 e quindi abbiamo notizie di Radio Londra ben prima della seconda guerra mondiale, prima come Ente privato e poi pubblico. Il 14 novembre 1922 iniziarono i primi programmi con un organico di 31 persone, portiere compreso. Le prime trasmissioni duravano in totale 4 ore e 30  minuti ed erano soltanto in lingua inglese, con un bacino di utenza di circa cinquantamila ascoltatori.

Poco prima dello scoppio della seconda guerra mondiale, Radio Londra iniziò a trasmettere programmi in altre lingue su richiesta del governo. Siamo nel 1938, in coincidenza con la Conferenza di Monaco che si svolse il 29 e il 30 Settembre fra i leader di Regno Unito, Francia, Germania nazista e Italia, rispettivamente Neville Chamberlain, Édouard Daladier, Adolf Hitler e Benito Mussolini. 

Naturalmente partirono anche le trasmissioni in lingua italiana che, con lo scoppio delle ostilità, nel 1939, arriveranno a durare fino a 4 ore e 15 minuti. Il Ministro della Guerra britannico Leslie Hore-Belisha, decise di non gestire in proprio le trasmissioni, ma queste, vennero affidate alla BBC, già allora fiera della propria indipendenza dal potere politico

La redazione di Radio Londra diventò indispensabile per la tempestività nel trasmettere informazioni nel mondo, con il tipico ed impeccabile stile anglosassone. Nella costola italiana, la figura di riferimento fu quella del Colonnello Harold Stevens, anche noto come “Colonnello Buonasera” che riusciva a trasmettere un senso di serenità e speranza nel futuro. Molto simpatico, era il suo italiano, figlio del tempo trascorso a Roma, misto all’accento britannico, e una strana, ma rassicurante inflessione napoletana.

L’unica vera “voce libera” in grado di dare notizie abbastanza obiettive alle popolazioni vittime delle dittature durante la seconda guerra mondiale era appunto Radio Londra, il cui ascolto, però, era considerato reato e, in Italia, comportava due mesi di arresto e mille lire di multa oltre alla confisca dell’apparecchio radio se di proprietà dell’ascoltatore.

Le trasmissioni iniziavano la sera attorno alle 21.00 con la celebre frase: “Parla Londra”, con i  quattro colpi di timpano che annunciavano l’inizio dei programmi, l’attacco della Quinta sinfonia di Beethoven che in realtà indicava la lettera V di Victory (Vittoria) in alfabeto Morse. Erano migliaia i nostri concittadini che sfidavano l’autorità e si riunivano in ascolto. Ma c’era anche il regime che faceva di tutto per disturbare il segnale dell’emittente.

Radio Londra, che, infatti, ebbe anche un ruolo fondamentale nel comunicare messaggi in codice alla resistenza attiva nei paesi occupati. Nel 1940 una bomba colpì la Broadcasting House sede della BBC a Londra proprio alle 21.00 durante la messa in onda, ma nonostante ciò, dopo i primi attimi di paura, il conduttore riprese ad annunciare impassibile le notizie. Nel 1943, la Radio contava ormai 10 mila addetti con 33 ore di trasmissione giornaliere destinate al territorio nazionale e ben 102 ore quotidiane in inglese e altre 45 lingue per circa 13 milioni di ascoltatori. 

Nell’anno successivo, invece, l’emittente aveva raggiunto un’ampia fetta di territorio estero suddiviso in 7 grandi aree: il Servizio del Pacifico, quello dell’Africa, l’America del nord e dell’America Latina in lingua spagnola, oltre all’area mediorientale, l’estremo oriente e l’area destinata a Malta e Cipro, con il solito intento di fornire informazione libera, in contrapposizione agli ultimi baluardi delle dittature nazifasciste che ne fecero uno dei principali nemici.. 

Con la fine della guerra, cessarono le trasmissioni di Radio Londra, ma la BBC continuò a trasmettere in italiano “L’Ora di Londra” ogni sera fino al 31 dicembre 1981 tra le 22 e le 23 o tra le 23 e le 24 quando nel nostro paese era in vigore l’ora legale. La chiusura del programma fece scaturire le proteste degli ascoltatori, che pare fossero almeno centomila ogni sera. 

Una curiosità: nel 1940 anche Thomas Mann trasmetteva i suoi messaggi, registrati durante il suo esilio in California, tramite Radio Londra E’ vero che oggi tramite diverse app è possibile ascoltare le emittenti da tutto il mondo, ma sarebbe bello che alcune trasmissioni abbiano la possibilità di tornare in onda.

Scritto da Pio Russo
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