Century Radio: la storia di Radio Sardegna

Un secolo di voci, musica e storie che hanno fatto grande la radio, tra passato e attualità, davanti e dietro il microfono. A cura di Pio Russo
Benvenuti a “Century Radio”, la rubrica dedicata ai cento anni della radio. In questo spazio esploreremo l’affascinante mondo della radiofonia, non solo attraverso ciò che ascoltiamo, ma anche svelando cosa accade quando i microfoni si spengono. Oggi parliamo della storia di Radio Sardegna.
Pio Russo racconta l’evoluzione e l’involuzione di un mezzo che ha segnato intere generazioni, portando musica, voci e storie nelle case di tutto il mondo. Dal fascino delle prime trasmissioni fino all’era del digitale, in un viaggio tra passato, presente e futuro della radiofonia.
Century Radio: la storia di Radio Sardegna
Ci siamo occupati in queste settimane di quanto accaduto alla radio durante le dittature in Italia e Germania e di Radio Londra. Parliamo ancora di quel periodo, in questo numero, narrando la storia di Radio Sardegna, nata nel 1943. Parliamo di una radio nata sotto l’egida di quello che era il Regio Esercito Italiano e quindi non possiamo considerarla certo la prima emittente libera italiana, ma comunque la storia merita di essere raccontata.
L’isola sarda fu colpita da violenti bombardamenti, che ne causarono l’isolamento, tra febbraio e maggio del 1943, per cui il Comandante Supremo delle Forze Armate della Sardegna decise di portare i soldati in luoghi più sicuri. In particolare, la 47esima compagnia mista telegrafisti/marconisti fu distaccata nel paese di Bortigali, considerato al riparo dai bombardamenti, per formare la componente tecnica per l’avvio delle trasmissioni radiofoniche, fondamentali per le comunicazioni.
È il 2 Ottobre del 1943 e il seguente annuncio diede inizio a questa nuova avventura: “Qui Radio Sardegna, libera voce d’Italia fedele al suo Re”. Notiziari, musica e soprattutto messaggi da e per la penisola, per consentire ai soldati rimasti bloccati in Sardegna, di poter comunicare con le loro famiglie. Il segnale, infatti, era molto potente e in grado di diffondersi in tutta l’Italia.
L’avvenimento che però consente a Radio Sardegna di entrare nella storia è questo: Il 7 maggio del 1945, il caporale Quintino Ralli, marconista addetto alle intercettazioni, capta una comunicazione proveniente da una radio americana ad Algeri, nella quale gli altri alleati vengono informati della resa tedesca. Il direttore dell’epoca, Amerigo Gomez ebbe il compito di dare l’annuncio della fine della guerra in anteprima assoluta, precedendo Radio Londra che darà la notizia soltanto venti minuti dopo.
“La guerra è finita… la guerra è finita! A voi che ci ascoltate, la guerra è finita!”, queste le parole pronunciate intorno alle 14.15 e ripetuto ogni 10 minuti con l’aggiunta di qualche particolare captato dai telegrafisti. Con lo sbarco degli americani sull’isola, la radio entrò in crisi: furono infatti inviati sul luogo della trasmissioni alcuni membri della commissione di controllo perché c’era il sospetto che la radio servisse a trasmettere messaggi in codice ai fascisti sardi; si pensò quindi di chiuderla, anche perché con l’armistizio dell’8 settembre si era stabilito che nessuna radio potesse trasmettere senza la supervisione degli alleati. Intanto furono interrotte le comunicazioni tra i militari e le loro famiglie.
Dopo un periodi di stallo, la radio venne trasferita a Cagliari la Radio iniziando a crescere sempre di più, ospitando diverse trasmissioni musicali, dove uno dei protagonisti fu Fred Buscaglione, a quei tempi militare a Sassari, politiche, religiose, famosa quella del Cappellano Militare don Paolo Carta e le sue “prediche dal pulpito”). Dal 1944 Radio Sardegna iniziò a trasmettere tutti i giorni.
Con la fine definitiva delle ostilità, il segnale di Radio Sardegna diventò sempre più debole fino a sentirsi nella sola Cagliari e cessò definitivamente le trasmissioni nel 1952. Pochissimi i materiali e le registrazioni di quella che fu una fantastica avventura ed è un peccato che Radio Sardegna sia praticamente dimenticata da tutti.
In chiusura, riportiamo le parole del quotidiano L’Isola, che celebrava Radio Sardegna con queste parole, citando anche il comunicato stampa del Comando delle Forze Armate: “Oggi inizia l’attività la nuova stazione Radio Sardegna”.
“Radio Sardegna si propone, mediante i propri notiziari, di integrare l’opera della stampa quotidiana dell’Isola. Libera da qualsiasi influenza straniera, Radio Sardegna, autentica voce d’Italia, si ispira fedelmente alle direttive e ai principi che guidano l’opera del governo della Maestà del Re. Radio Sardegna, proponendosi anche uno scopo di assistenza morale, farà giungere in continente la propria voce trasmettendo regolarmente notizie di militari e civili in stanza in Sardegna alle rispettive famiglie. Infine Radio Sardegna intende contribuire, nei limiti del suo campo d’azione, alla valorizzazione delle possibilità dell’Isola in ogni campo (industriale, commerciale, economico) tenendo di mira, fin da ora, la meta di tutti gli italiani: la ricostruzione delle fortune e dei destini della Patria”.
C’è da dire che le trasmissioni con un segnale completamente chiaro iniziarono solo intorno al 10 ottobre, e nel primo giorno ufficiale di trasmissione, la chiusura fu questa: “È certo che dopo l’esperienza della prima trasmissione le condizioni di ricezione miglioreranno ancora e da ogni remoto angolo della Sardegna gli uditori, con cuore intento e commosso, accoglieranno la voce della loro terra”.