Century Radio: Leopardo, il padre di tutti gli speaker

Century Radio

Un secolo di voci, musica e storie che hanno fatto grande la radio, tra passato e attualità, davanti e dietro il microfono. A cura di Pio Russo

Benvenuti a “Century Radio”, la rubrica dedicata ai cento anni della radio. In questo spazio esploreremo l’affascinante mondo della radiofonia, non solo attraverso ciò che ascoltiamo, ma anche svelando cosa accade quando i microfoni si spengono. 

Pio Russo racconta l’evoluzione e l’involuzione di un mezzo che ha segnato intere generazioni, portando musica, voci e storie nelle case di tutto il mondo. Dal fascino delle prime trasmissioni fino all’era del digitale, in un viaggio tra passato, presente e futuro della radiofonia.

Century Radio: Leopardo, il padre di tutti gli speaker

È il 22 gennaio del 2004, quando il mondo della radiofonia italiana, e non solo, viene scosso da una notizia terribile. Muore Leonardo Re Cecconi, per tutti Leopardo, ucciso, e questo forse è un paradosso, da un tumore alla laringe.

Come per tutti i grandi talenti, la carriera di Leopardo inizia per caso. Studente di Architettura, ma con la passione per la musica inizia a Radio Reporter, emittente fondata nel 1976 a Rho dove, nel 1954, nasce Leonardo.

La sua bravura è immediatamente riconosciuta dagli editori di Radio Milano International, per molto tempo considerata la prima radio libera in Italia, dove Leo conduce programmi seguitissimi come Hit Parade e Soul Train.

Quest’ultimo programma, mutuato dai format in onda su radio e televisioni americane, è diventato un cult per la disco music dell’epoca. Prima di andare in onda, il jingle di Leopardo era un ruggito e, storico è diventato il suo “ruggi ruggi saluto”. Lo stile di Leo, oltre alla sua inconfondibile “erre moscia”, era schietto e diretto, tanto da farne un amico degli ascoltatori.

All’alba degli anni ottanta, Leo, è uno degli ideatori della Band of Joks (i 10 DJ dalla “puntina veloce”) composta da lo stesso Leopardo, Friedrick Van Stegeren detto Federico L’Olandese Volante, Betty Miranda, Gianni De Berardinis, Max Pagani, Ronnie Jones, Claudio Sottili, Tommy, Mauro Micheloni, Enzo Persueder, che compongono anche i brani intestati a questa formazione vengono pubblicati quattro brani, in parte influenzati dal rap: Let’s All Dance (1983), Good Times (1984), Music In My Heart (1985) e We Love Radio (1987).

Sempre all’inizio degli anni ottanta, nel millenoventottandue, poco dopo la nascita del nuovo network, Radio 105, Leo approda nella nuova realtà, dove resta per circa sei anni, quando, nel millenovecentottantasette, decide di fare ritorno a Radio Milano International. Arriva poi a RTL 102.5 dove conduce “Radio Blob” e nel millenovecentonovantotto approda a Radio Montecarlo.

Nel giugno del duemila, poi, veniva annunciata da Lorenzo Suraci, la nascita di un canale satellitare chiamato “102.5 Hit Channel”. Il canale televisivo debutta il 15 Febbraio del 2001 e, da buon pioniere, non poteva mancare Leopardo che ci regalò gli ultimi scampoli della sua voce, prima di spegnersi, come detto a Milano il venti gennaio del duemilaquattro. Bum Bum Leonardo, The Soul Train is still running, lasciano il ricordo di un idolo assoluto, che influenzato tantissimi esponenti della radio. Grazie alla tecnologia e canali come YouTube e Facebook, possiamo ancora ascoltare la voce di Leonardo.

Alcune curiosità: Leopardo fu anche conduttore televisivo. Insieme a Federico l’Olandese Volante, conduceva, infatti “Popcorn” su Canale 5, antagonista di “Discoring” della Rai; fu anche produttore discografico per  produttore discografico, ricordiamo il successo di “Koxo” con Step By Step; il nome salta fuori da un giubbotto che Leo indossava in quegli anni, con un leopardo disegnato sulla manica, un capo di abbigliamento animalista con la scritta “Don’t Kill The Animal”. Una sera, ospite, a Radio Milano International Loredana Bertè, inizia a prenderlo in giro, ripetendo “Leopardo, Leopardo, Leopardo”. Il giorno dopo i colleghi lo soprannominano Leopardo, e, così,  viene inciso il jingle con il ruggito, citato prima, che da quel momento lo accompagnerà per tutta la sua carriera radiofonica.

Scritto da Pio Russo
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