Century Radio, scandali: quando il microfono diventa un’arma a doppio taglio
Un secolo di voci, musica e storie che hanno fatto grande la radio, tra passato e attualità, davanti e dietro il microfono. A cura di Pio Russo
Benvenuti a “Century Radio”, la rubrica dedicata ai cento anni della radio. In questo spazio esploreremo l’affascinante mondo della radiofonia, non solo attraverso ciò che ascoltiamo, ma anche svelando cosa accade quando i microfoni si spengono.
Pio Russo racconta l’evoluzione e l’involuzione di un mezzo che ha segnato intere generazioni, portando musica, voci e storie nelle case di tutto il mondo. Dal fascino delle prime trasmissioni fino all’era del digitale, in un viaggio tra passato, presente e futuro della radiofonia.
Scandali in radio: quando il microfono diventa un’arma a doppio taglio
La radio, con la sua capacità di entrare direttamente nelle case e nelle orecchie di milioni di persone, è sempre stata un mezzo potente, ma non immune agli scandali. Negli anni, il microfono si è trasformato più volte in un’arma a doppio taglio, capace di amplificare non solo la musica e le idee, ma anche gaffe, controversie e veri e propri disastri mediatici.
Uno degli scandali più frequenti è legato alle gaffe in diretta, di cui abbiamo già parlato in un precedente articolo, ma oggi analizzeremo dei casi completamente diversi. Quando si lavora in diretta, non c’è il lusso di poter premere il tasto pausa o stop, e alcune parole possono sfuggire di mano. Memorabile è il caso di un celebre conduttore italiano che, durante una trasmissione mattutina, si lasciò andare a un commento personale su un politico, scatenando un putiferio mediatico e le proteste degli ascoltatori. La radio fu costretta a rilasciare un comunicato pubblico di scuse, ma il danno era ormai fatto.
Non meno clamoroso fu l’episodio di una radio americana in cui i conduttori, durante un gioco a premi, spinsero una partecipante a bere quantità esagerate di acqua per vincere una consolle. La donna, purtroppo, morì successivamente per intossicazione da acqua, portando a un enorme processo e alla chiusura del programma.
Ma la radio, come dicevamo, è anche un mezzo politico, e negli anni non sono mancati scandali legati a dichiarazioni incendiarie o programmi censurati. Durante gli anni ’70, una famosa trasmissione italiana di satira politica venne chiusa dopo una puntata particolarmente pungente nei confronti del governo in carica. Il caso sollevò un dibattito acceso sulla libertà di espressione e mise in discussione il ruolo della radio come strumento di critica sociale.
Anche a livello internazionale, ci sono stati episodi clamorosi: basti pensare al celebre “scandalo di Orson Welles”, anche questo trattato precedentemente, che nel 1938, causò il panico tra migliaia di ascoltatori americani, convinti che fosse in corso un’invasione aliena. Anche se non fu un vero scandalo, dimostrò il potere della radio di influenzare e manipolare le emozioni del pubblico.
Torniamo in Italia: un noto speaker venne sospeso per aver fatto battute sessiste e offensive in diretta, scatenando una pioggia di critiche sui social. Negli ultimi decenni, il fenomeno degli “shock jock“. conduttori radiofonici che cercano volutamente di scandalizzare e provocare, ha portato a una lunga serie di polemiche. Episodi simili, o forse peggiori, sono avvenuti anche all’estero, soprattutto negli Stati Uniti, dove personalità come Howard Stern hanno costruito carriere intere sul filo del rasoio tra intrattenimento e cattivo gusto. Stern è stato multato numerose volte dalla FCC, Federal Communications Commission, per violazioni delle norme sul linguaggio osceno e sul contenuto indecente. La più famosa risale agli anni ’90, quando le sue trasmissioni furono multate per un totale di 2,5 milioni di dollari, per diiscussioni esplicite su sesso e pornografia, battute sessiste e segmenti considerati inappropriati per il pubblico radiofonico tradizionale.
Nel 1995, per citarne una, Stern ha preso in giro i fan della cantante Selena Quintanilla-Pérez, riproducendo colpi di pistola sulla sua musica e facendo commenti offensivi. Si è poi scusato pubblicamente durante la trasmissione, affermando di aver agito per satira. Ha anche insultato la comunità francofona durante la sua prima trasmissione in Canada, sostenendo che avessero un cattivo gusto musicale.
Però, uno degli episodi più discussi della carriera di Stern è avvenuto subito dopo gli attentati dell’11 settembre 2001. Durante una trasmissione, Stern ha parlato di vendetta contro i terroristi usando un linguaggio così crudo e violento che molti ascoltatori e critici lo hanno accusato di fomentare odio e divisioni. Tuttavia, altri hanno difeso Stern, sostenendo che stava semplicemente dando voce alla rabbia collettiva degli americani in quel momento storico. Sono però tantissimi gli “scandali” che hanno coinvolto la leggenda radiofonica statunitense che potremmo scrivere un libro.
Chiudiamo tornando nel nostro paese. Un altro tipo di scandalo riguarda i concorsi radiofonici. Negli anni ’90, emerse che una nota emittente italiana aveva “truccato” un concorso a premi, selezionando vincitori tra amici e parenti dei dipendenti. Il caso fece scalpore e portò alla revisione delle normative sui giochi a premi in radio.
Gli scandali in radio ci ricordano quanto sia sottile il confine tra libertà di espressione e responsabilità. Se da un lato il microfono offre una piattaforma potente per esprimere idee e opinioni, dall’altro richiede una grande attenzione per evitare di cadere in eccessi, offese o errori che possono avere conseguenze devastanti. Naturalmente questo discorso era più marcato fino agli anni settanta, oggi, forse, di libertà ce n’è anche troppa, ma la radio, nonostante tutto, continua a essere un mezzo incredibilmente amato e potente. Come ogni forma di comunicazione, richiede equilibrio, rispetto e la consapevolezza che, una volta accesa, la voce che esce dagli altoparlanti può fare tanto bene, ma anche tanto male.