sabato 2 Novembre 2024

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Century Radio, Vittorio Veltroni: uno dei padri della radio italiana

Un secolo di voci, musica e storie che hanno fatto grande la radio, tra passato e attualità, davanti e dietro il microfono. A cura di Pio Russo

Benvenuti a “Century Radio”, la rubrica dedicata ai cento anni della radio. In questo spazio esploreremo l’affascinante mondo della radiofonia, non solo attraverso ciò che ascoltiamo, ma anche svelando cosa accade quando i microfoni si spengono. Alto gradimento

Pio Russo racconta l’evoluzione e l’involuzione di un mezzo che ha segnato intere generazioni, portando musica, voci e storie nelle case di tutto il mondo. Dal fascino delle prime trasmissioni fino all’era del digitale, in un viaggio tra passato, presente e futuro della radiofonia.

Century Radio, Vittorio Veltroni: uno dei padri della radio italiana

Sergio Zavoli, Mike Bongiorno, Luciano Rispoli e tanti altri personaggi che hanno fatto la storia della radio e della televisione italiana, hanno in comune un nome che è quello di Vittorio Veltroni.

Nato a Tripoli, all’epoca colonia italiana, nel 1918, il giovane Vittorio, disobbedendo al volere paterno che lo avrebbe desiderato avvocato, decide di avvicinarsi al giornalismo. Nel 1935 inizia dalla sede EIAR di Torino, come annunciatore dei programmi locali.

Il 1937 è l’anno della svolta: Veltroni infatti racconta l’edizione di quell’anno, vinta dal francese Roger Lapebie, davanti all’italiano Mario Vicini, come cronista Insieme al suo Maestro Fulvio Palmieri, fece parte di un gruppo di cronisti che seguì la vita politica italiana e internazionale negli anni del fascismo, con alcuni servizi in diretta dagli aeroporti militari e dei sommergibili in perlustrazione nel mediterraneo

Sempre lui, organizzò le radiocronache della visita di Adolf Hitler in Italia, con i colleghi Fulvio Palmieri, Franco Cremascoli, Raffaello Guzman, Ettore Giannini, Mario Zanoletti, Luigi Bonelli, Alessandro De Stefani, Raniero Nicolai e Eugenio Cataldo, a Roma, Napoli e Firenze tra il 3 e il 9 Maggio del 1938.

Altro fiore all’occhiello, fu la radiocronaca del 28 dicembre 1939, in collaborazione con Mario Ferretti (a cui dedicheremo la rubrica prossimamente), della visita di Papa Pio XII al Quirinale e dell’incontro con il Re Vittorio Emanuele III Diventato partigiano durante l’occupazione di Roma da parte dei nazisti, nel dopoguerra fu messo a capo della redazione radiocronache con giornalisti che avrebbero fatto la storia del mezzo radiofonico.

Il 4 Maggio del 1949, avvenne una delle più grandi tragedie della storia italiana, quella di Superga: Alle ore 17:03 il Fiat G.212 della compagnia aerea ALI, con a bordo l’intera squadra del Grande Torino di ritorno da Lisbona dove aveva disputato un’amichevole contro il Benfica, si schiantò contro il muraglione del terrapieno posteriore della basilica di Superga.

Nell’incidente perse la vita l’intera squadra del Torino, vincitrice di cinque scudetti consecutivi e che costituiva la quasi totalità della Nazionale italiana. Nell’incidente morirono anche i dirigenti della squadra e gli accompagnatori, l’equipaggio e tre noti giornalisti sportivi italiani: Renato Casalbore (fondatore di Tuttosport); Renato Tosatti (della Gazzetta del Popolo, padre di Giorgio Tosatti) e Luigi Cavallero (La Nuova Stampa). Il compito di identificare le salme fu affidato all’ex commissario tecnico della Nazionale Vittorio Pozzo.

A Vittorio Veltroni, il grande fardello di narrare per la radio italiana i funerali della squadra. Altro evento importante, raccontato da Veltroni, fu l’alluvione del Polesine nel 1951. In quell’occasione, ideò la Catena della Fraternità per la raccolta di aiuti per le popolazioni dei territori invasi dalla piena delle acque del Po.

Lo stesso Veltroni, interrompendo sabato 17 novembre 1951 le trasmissioni radiofoniche serali, annuncerà la decisione della Rai di aprire una sottoscrizione nazionale e internazionale per gli aiuti alle popolazioni duramente colpite dal maltempo. Con Lello Bersani, altra sua scoperta, nella rubrica “Seguendo la crisi”, nel 1947 ebbe modo di raccontare l’espulsione dei socialisti e dei comunisti dai governi nazionali. La sua voce accompagna anche i quattro scrutini necessari all’elezione del Presidente della Repubblica, Luigi Einaudi.

Alcune curiosità: fu la voce di Vittorio Veltroni a raccontare la vittoria al Tour de France di Gino Bartali nel 1948, quella che, secondo la leggenda popolare scongiurò la guerra civile causata dall’attentato a Palmiro Togliatti, segretario del Partito Comunista il 15 Luglio del 1948; Fu autore della trasmissione “Arcobaleno”  trasmissione solidale dedita a consigli agli italiani nel dopoguerra, condotta da Arnoldo Foà. in onda sulla Rete Rossa Rai (di cui ci occuperemo in seguito), che trasmetteva solo al Nord Italia Domenica 6 giugno 1954 commentò la prima trasmissione della neonata Televisione Europa, futura Eurovisione, con le nove nazioni collegate contemporaneamente. Nel 1954 passò a dirigere (fino al 1956) il neonato Telegiornale Morì all’età di soli 37 anni a seguito di una forma acuta di leucemia, lasciando la moglie e due figli, uno dei quali, Walter noto politico, giornalista e regista. Purtroppo, sono poche le registrazioni di Veltroni presenti nelle teche Rai, ma vi consiglio di non perderle per una bella lezione sul giornalismo e sulla radiofonia.

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Pio Russo

Radiofonico a 360 gradi e 24 ore su 24, nel senso che, quando non sono in onda, l'ascolto anche quando dormo. Parlo, scrivo e mangio... sempre in FM!