venerdì, Aprile 19, 2024

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Cesare Cremonini e la voglia di osare ne “La ragazza del futuro” – RECENSIONE

Recensione del settimo album di inediti di Cesare Cremonini, pubblicato lo scorso 25 febbraio

È il futuro il tema centrale dell’ultimo album di Cesare Cremonini, forse il lavoro più ispirato del primo semestre del 2022. Eloquente, in questo senso, il titolo – appunto “La ragazza del futuro” – ma ancora di più i due singoli scelti per anticiparlo, la title-track e “Colibrì“.

L’inizio del viaggio |

Protagonista, in entrambi i pezzi, è una figura femminile che si porta con sè un messaggio di speranza. In Colibrì (di cui qui la nostra recensione) ci si affida alla fanciullezza per cercare una ritrovata serenità e fuggire da un’attualità difficile. Nella prima strofa si canta infatti che “anche a me cadere fa paura“, ma c’è comunque la volontà di dirigersi “verso cieli più limpidi” fino ad arrivare ai “fiori bellissimi per poter essere liberi” del ritornello. Un percorso di crescita paragonato al volo del colibrì, la cui immagine in molte culture rappresenta l’amore per la vita, il coraggio e la perseveranza.

Il presente carico di inquietudine è al centro anche del secondo estratto La ragazza del futuro (di cui qui la recensione). “Ti sei persa in una strada, hai bisogno di un aiuto, sembri spaventata“, canta Cesare avvertendo un senso di protezione nei confronti della protagonista, che si fa portatrice delle paure delle nuove generazioni. Uno smarrimento che si può sconfiggere solo camminando “sopra il pavimento instabile del mondo e non aver paura, è solo un altro giorno“. Accettare, cioè, il caos in cui si vive prendendo la vita per quello che è e ballando sulle rovine del nostro tempo.

Il lato più emozionale |

Una strada da fare recuperando i nostri sentimenti smarriti. “La ragazza del futuro” è infatti un disco carico di emozioni e, in tal senso, la vetta più alta è raggiunta da Moonwalk. Una straziante dedica al padre scomparso e a un dolore con cui bisogna in qualche modo imparare a convivere, che si nutre di alcuni immagini davvero struggenti (“Come fossimo aquiloni vengo a raggiungerti […], tu nell’aria, dove sei? […], insegnami a volare“).

Il Cremonini più sentimentale spicca anche ne La camicia, dolce e delicato omaggio di un uomo innamorato della propria donna (“Sai che stai bene nella mia vita, è proprio la tua“). Canzone che strizza l’occhio al cantautorato anni ’60 e che si oppone al funk di Chimica, scelta come terzo estratto. Qui l’amore viene invece raccontato in una chiave diversa e con toni più espliciti ed erotici (“7 giorni su 7 nella stessa camera“). Un brano travolgente e che entra nella parte più leggera del disco.

Non si dimentica la leggerezza |

Ne fanno parte anche l’elettronica e giocosa Psyco, la beatlesiana Jeky e l’evocativa La fine del mondo. Quest’ultima è una canzone dai toni profondamente sognanti, che dimostra come la scrittura del cantautore bolognese riesca ad essere fortemente immaginifica. Non sembra un caso che, nel disco, arrivi subito dopo “Colibrì”. Come se il suo volo volesse proseguire anche in giro per il mondo, dove Cesare riesce, idealmente, a portarti grazie all’uso di immagini apparentemente semplici ma estremamente funzionali (“Rallenta un po’, fammi vedere il leone” o “Cantano i delfini e portano segreti e novità“).

Un album che quindi, negli anni delle playlist e dell’ascolto frammentario, ridà dignità al concetto di tracklist. I brani necessitano infatti di essere ascoltati nella stessa sequenza in cui vengono proposti per capire il messaggio finale. Sono tutti legati da un filo anche grazie all’ausilio di quattro parti strumentali (Delfini la migliore) che fanno da collante.

Toni agrodolci che guardano ai maestri del passato |

È un disco dove Cesare continua, da una parte, a muoversi nella tradizione cantautorale tracciata dai suoi grandi maestri, e dall’altra a rivestirla di attualità giocando liberamente con le variegate sonorità. Rappresentano una fotografia di questo concetto Chiamala felicità e “Stand up comedy“.

La prima è rivestita di quei lati agrodolci tipicamente dalliani nel raccontare la ricerca malinconica della felicità e la freddezza dei rapporti di oggi (“So dove sei, però non so più come stai“) invitando nel finale ad aprirsi all’ascolto degli altri (“Ma raccontami di te“). La seconda è invece la canzone musicalmente più intrigante e complessa del progetto, con un inizio piano e voce, un lento inserirsi di archi e ritmica per poi evolversi tra chitarroni, batterie e distorsioni che ricordano il rock indipendente degli anni ’90.

In conclusione |

La ragazza del futuro” è quindi la miglior rappresentazione del coraggio e della voglia di osare che Cesare Cremonini ha sviluppato negli anni. Un disco che si segnala come una perfetta combinazione tra forma e contenuto, poesia e concretezza, coerenza ed evoluzione. Ci mostra un artista che sa accogliere il cambiamento, risultando così sempre imprevedibile.

Miglior traccia | Stand up comedy

Voto complessivo | 8/10

Acquista qui il brano |

La ragazza del futuro | tracklist e stelline

  1. Intro ★★★★★★★★☆☆
    [Cesare Cremonini, Davide Rossi]
  2. La ragazza del futuro ★★★★★★★★½☆
    [Cesare Cremonini, Davide Petrella – Cesare Cremonini, Davide Petrella, Alessandro Magnanini]
  3. Colibrì ★★★★★★★★★½
    [Cesare Cremonini, Davide Petrella]
  4. MoonWalk ★★★★★★★★★★
    [Cesare Cremonini, Davide Petrella]
  5. Interlude + ★★★★★★½☆☆☆
    [Cesare Cremonini, Davide Rossi]
  6. La fine del mondo ★★★★★★★½☆
    [Cesare Cremonini, Davide Petrella]
  7. Chimica ★★★★★★★★☆☆
    [Cesare Cremonini, Davide Petrella]
  8. La camicia ★★★★★★★★☆☆
    [Cesare Cremonini]
  9. Interlude – ★★★★★★½☆☆☆
    [Cesare Cremonini, Davide Rossi]
  10. Stand up comody ★★★★★★★★★★
    [Cesare Cremonini, Davide Petrella]
  11. Jeky ★★★★★★★★☆☆
    [Cesare Cremonini, Davide Petrella]
  12. Psyco ★★★★★★★½☆☆
    [Cesare Cremonini, Davide Petrella]
  13. Delfini ★★★★★★★½☆☆
    [Cesare Cremonini, Davide Rossi]
  14. Chiamala felicità ★★★★★★★★★☆
    [Cesare Cremonini, Davide Rossi]
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Nick Tara

Classe '92, ascoltatore atipico nel 2022 e boomer precoce per scelta: mi nutro di tradizione e non digerisco molte nuove tendenze, compro ancora i cd e non ho Spotify. Definito da Elettra Lamborghini "critico della sagra della salsiccia", il sogno della scrittura l'ho abbandonato per anni in un cassetto riaperto grazie a Kekko dei Modà, prima ascoltando un suo discorso, poi con la sincera stima che mi ha dimostrato.
Nick Tara
Nick Tara
Classe '92, ascoltatore atipico nel 2022 e boomer precoce per scelta: mi nutro di tradizione e non digerisco molte nuove tendenze, compro ancora i cd e non ho Spotify. Definito da Elettra Lamborghini "critico della sagra della salsiccia", il sogno della scrittura l'ho abbandonato per anni in un cassetto riaperto grazie a Kekko dei Modà, prima ascoltando un suo discorso, poi con la sincera stima che mi ha dimostrato.