martedì, Aprile 16, 2024

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SUGGERITI

“Che sarà” domani: un tempo da cantare, sempre

Come le canzoni hanno raccontato l’attesa del domani

Abbiamo certezze, e mezze verità; ci sono dubbi, che forgiano inquietudini e c’è la fede. Viviamo il presente con un affaccio misterioso sul futuro, dove incontriamo il nodo intricato del “che sarà”. Lo stesso cantato da Achille Lauro, in una cornice di intima consapevolezza, ora che “no, non ho più vent’anni e so che questa è la vita mia no, non lo so se mi ami no non so che fine è la mia siamo angeli già con un Dio così grande che dà quel minuto di più no”. Mentre si domanda “ho paura [?]”, sa del potere di chi resta e dell’importanza di “stringimi non guardare giù”, perché “siamo soli ma (…) mi stringo a me come, come se fossi te e non finisse mai (…) è così stare al mondo”, anche se “non è questo il posto per noi”. Qui, però, è la dimensione in cui nascono tutte le domande su quello che saremo domani.

Se Ultimo è diretto nella questione, “e dimmi che cosa vedi Quando ripensi al domani Quali domande? Quante risposte?”, si fa poeta analitico Lucio Dalla, quando ammette “è la verità Ma come si fa Dove saremo io e te Domani, domani Saremo ancora così lontani Ci annuseremo da lontano come i cani, i cani Proprio come due bambini io e te (…) Saremo nuvole nel cielo Così almeno non saremo più lontani, lontani E quando il vento lo vorrà ci incontreremo Ci troveremo Io e te domani”.

La prospettiva di un mulinello d’aria che ci faccia rincontrare per caso, non alleggerisce, anzi alimenta l’incertezza del domani, tanto da far cantare a Mina “e se domani, e sottolineo ‘se’ All’improvviso perdessi te Avrei perduto il mondo intero Non solo te” e agli Articolo 31 “non so dove mi porterà questa marea A largo o a riva non ne ho idea Se con qualcuno o se con te Non so domani neanche se sarò con me”. Forte e chiara negli intenti, Marcella Bella si espone totalmente col famoso “io domani glielo dico che non l’amo più Gli confesso che al suo posto ora ci sei tu Ho lottato contro l’attrazione strana delle tue mani Mi facevo scudo con un sentimento che era spento Cosa importa se con lei dovrò dividerti Meglio respirarla piano la felicità, aspettandoti Io domani avrò cura dei pensieri tuoi Sarò donna oppure solo amica come tu mi vuoi”.

Non si mostra cedevole al dubbio Ornella Vanoni, perché “nonostante tutto Io non rinuncio a credere Che tu potresti ritornare qui E come tanto tempo fa Ripeto <chi lo sa? Domani è un altro giorno, si vedrà>”; ugualmente Raiz, ma da un punto di vista autocentrato, “ho fatto il pieno di forse ne ho abbastanza sai Di restare immobile e aspettare il mai Oggi è la mia festa prendo una scintilla E la riporto indietro dove il cuore brilla Per quale ragione adesso io lo so Che sono un alieno al posto dove sto Ti vedo domani vado via domani Vado via e magari cambio il mio domani”.

Potremmo, perfino, seguire il suggerimento di Ludwig, “e un’altra notte che passa Woh-oh-oh Questa vodka rilassa Woh-oh-oh Non pensare a domani Alza al cielo le mani Meglio ubriachi che infami”; oppure, cantare con Gemitaiz “chissà oggi dove si va, tieni Fuma questa che io sto ancora qua Con gli zombie in comitiva, l’ansia collettiva Non si ferma la locomotiva Disperati, diffidati Vivono e non cercano i significati Imputati, implicati Con tutti i sentimenti amplificati (…) Chissà domani come va Chissà domani come va Chissà Chissà domani come va C’è qualcuno che lo sa, eh?”.

Baby K (feat Gemitaiz) lo sa che “dai miei sbagli domani pagherò, anche se sarà tardi, non so se ci sarò. Dovrei seguire gli altri, ascoltare i grandi. Se sarà tardi, poi ci penserò! Ci penserò domani, domani, domani”. Tuttavia, pensare al domani non deve sottrarci a fare una corretta analisi del passato: “di quello che è stato niente di sbagliato”, ci ammonisce Izi (feat Federica Abbate, Piccolo G), “se vedi il futuro immerso nel passato E ora ciò che mi resta è un vuoto nel petto E i tuoi vestiti sul letto (…) Se poi domani ti svegli e riappari così Solo perché è lunedì, mi richiami Prendimi le mani e stringimi Tanto a tutto il resto, sì, pensiamo domani Domani, domani Non andare, rimani, rimani, rimani Con il cielo negli occhi Così freddo, mi tocchi”.

Perciò, potremo ancora sperare, con Paola Turci, in quel “vorrei dirti eh Vorrei che tu Non sarà per una sera Che domani ancora noi Che domani torni Che va bene così (…) È questione di sguardi È, ah.. un attimo Così, così lunatico Così, così fantastico Così, così”. Potremo tornare a chiederci, con i Lunapop, “cosa mi aspetto dal domani?” e rispondere che “se mi vuoi, domani sarà un giorno migliore, vedrai”. Un tempo tanto ideale da cantare con gli Otto Ohm “per questo domani ti sposo E vinceremo le vigliaccherie Di un mondo che ci vuole sempre uguali Vedrai sarà più facile dividere per due Saremo forse gli unici, domani”. In fondo, domani è quel tempo che “arriverà fra un po’”, come dice Fabrizio Moro, “sarà solo un altro giorno”, ma anche “un nuovo giorno per ricominciare (…) domani Dai che domani uscirà il sole Anche se dentro piove”. 

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Francesco Penta

Appassionato della parola in tutte le sue forme; prediligo, in particolar modo, la poesia a schema metrico libero. Strizzo l'occhio all'ironico, all'onirico e al bizzarro. Insieme alla musica sia la parola. Dopo la musica si ascolti il silenzio; da questo "vuoto sonoro" nasca un nuovo concerto.
Francesco Penta
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Appassionato della parola in tutte le sue forme; prediligo, in particolar modo, la poesia a schema metrico libero. Strizzo l'occhio all'ironico, all'onirico e al bizzarro. Insieme alla musica sia la parola. Dopo la musica si ascolti il silenzio; da questo "vuoto sonoro" nasca un nuovo concerto.