Chiamamifaro e l’arte di lasciare andare per ritrovarsi – INTERVISTA

Chiamamifaro

A tu per tu con Chiamamifaro per parlare del suo nuovo Ep “Lost & Found”, disponibile dal 6 giugno. La nostra intervista alla cantautrice che abbiamo imparato a conoscere ad Amici 24

Dopo aver incantato il pubblico di Amici con la sua voce delicata e la sua penna sincera, Chiamamifaro torna con un nuovo progetto discografico: “Lost & found”, in uscita il 6 giugno per Nigiri e distribuito da Sony Music Italy.

Un viaggio in sette tracce prodotte da Nigiri, in cui Angelica Gori racconta le contraddizioni dei vent’anni: i rimpianti, le partenze, i ritorni e la forza di lasciar andare per fare spazio a nuove emozioni.

Con “Lost & found” la cantautrice bergamasca firma il suo lavoro più personale e consapevole: un Ep in cui raccoglie i pezzi di sé stessa, le esperienze perse e ritrovate, tra suoni pop moderni, storytelling autentico e collaborazioni importanti .

In questa intervista, Chiamamifaro ci parla di viaggi reali e interiori, di come affronta la vulnerabilità e della lezione più grande che la musica le ha insegnato.

Chiamamifaro racconta l’Ep “Lost & Found”, l’intervista

Utilizzando la metafora degli oggetti smarriti suggerita dal titolo e dalla traccia di apertura “Valigia”, quali riflessioni e stati d’animo hai voluto inserire in questo bagaglio discografico?

«In questo lavoro ci sono tante cose: ci sono i miei viaggi, sia reali sia intesi come percorsi di vita, fasi, amori, amicizie. Dentro questo disco ci sono tutte le cose che ho perso per strada e tutte quelle che ho ritrovato. È un disco che parla sostanzialmente di me».

Nel comunicato stampa scrivi: “Non sempre si trova quello che si cerca, ma a volte si ritrova qualcosa che si era dimenticato valesse la pena cercare”. Come sei arrivata a questa consapevolezza?

«Viviamo in una società liquida, dove le cose non hanno più una forma fissa: i lavori, le relazioni, le idee. È un mondo in continua evoluzione e spesso cerchiamo di aggrapparci a qualcosa, ma quella cosa finisce per scivolare via. Questo disco racconta che a volte, per vivere con leggerezza, bisogna imparare a lasciarsi trasportare, come racconto anche in “Acqua passata”. È importante lasciare andare per ritrovare un po’ di leggerezza e fare spazio a nuove emozioni».

In tracklist ci sono i brani che hai presentato ad Amici: “Perchè”, “O.M.G” e “Leone”. Quale di questi rappresenta di più l’anima dell’Ep e la persona che sei oggi?

«Tutti e due in realtà. Sono molto legata a “Perchè”, il primo singolo che ho presentato. In “Oh My God” c’è la nostalgia per quando le cose sembravano più facili, un pezzo di vita che canto per lasciarlo andare. Ma “Leone” è la mia preferita: è un inno alla vulnerabilità che diventa coraggio. È come una conversazione con me stessa, uno specchio in cui ricordarmi chi sono».

“Leone” è anche un inno alla vulnerabilità. Ci racconti come è nata questa canzone?

«L’ho scritta dentro Amici, in un momento di fragilità e vulnerabilità. È una chiacchierata allo specchio per ricordarmi chi sono, nonostante le pressioni, le aspettative e i commenti negativi. È stato un modo per esorcizzare la paura e trasformarla in una canzone da cantare con orgoglio».

Tra gli inediti, invece, spiccano “Valigia”, “Acqua passata”, “Pezzi” e “Casa mia”. C’è un filo conduttore che lega queste tracce?

«Sì, parlano tutte di chilometri, di viaggi, di distanze. “Valigia” racconta la fine di una relazione e la difficoltà di separare le vite di due persone. “Pezzi” parla di una relazione a distanza, di viaggi per Londra, di chilometri fatti insieme. È una canzone molto personale, forse la prima scritta davvero per me».

Cosa ti porti dietro dall’esperienza ad Amici, sia a livello umano che professionale?

«Tante cose. Amici mi ha aiutata a togliere filtri: sono una persona riservata e timida, e lì ho imparato a esprimermi meglio attraverso la musica. È stata una scuola di vita e di studio incredibile, dove ho potuto dedicarmi solo alla musica, senza distrazioni. Ho imparato tanto e ho cantato ore ogni giorno».

Se potessi fotografare due momenti vissuti ad Amici, quale sarebbe il più bello e quale il più difficile?

«Il più bello è stato quando ho preso la maglia del serale cantando “Malinconia” di Luca Carboni. Mi sembrava scritta per me. Il momento più difficile è stato gestire i commenti negativi e l’impatto dei social, anche se lì dentro siamo abbastanza protetti».

Per concludere, qual è la lezione più importante che la musica ti ha insegnato finora?

«Che la musica è un modo unico per connettersi con le persone, un momento magico di condivisione ed energia. E questo è il regalo più bello che la musica possa fare».

Scritto da Nico Donvito
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