giovedì, Aprile 18, 2024

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Chiara Galiazzo torna con “Bonsai” per fare delle cose grandi in piccolo (o quasi) – RECENSIONE

Recensione del nuovo album d’inediti che segna il ritorno della cantante

Le ci sono voluti tre anni e mezzo ma, alla fine, Chiara Galiazzo è tornata a proporsi al suo pubblico con un nuovissimo progetto che, forse per la prima volta davvero, la racconta in prima persona e in modo fedele e completo non solo da un punto di vista musicale ma anche da quello personale. Bonsai (come fare grandi cose in piccolo) è un disco innovativo e contemporaneamente tradizionale e fedele al percorso fatto fin qui per la cantante veneta che mai come in questo lavoro si è confrontata anche con la dimensione cantautorale.

Nove tracce che si chiudono con quella Pioggia viola che, in realtà, è il brano che ha dato il battesimo all’intero progetto un anno prima della pubblicazione dotandosi di una collaborazione con J-Ax che sostanzialmente fa il suo inserendo un strofa rap su di un cantato potente e decisamente più power-pop di Chiara che mai, forse, avevamo ascoltato in queste vesti così leggere e primaverili. Ciò che, però, è importante è il fatto che si racconti di “una vita nuova” alla quale si guarda con fiducia e amore. Ed è proprio questa vita nuova che si realizza nella parte restante del disco che, in realtà, si distacca sufficientemente da questo primo estratto puntando piuttosto su di una dimensione che, seppur pop, guarda all’attualizzazione della tradizione melodica più che alla riproposizione di uno schema di tendenza attualmente da fare proprio anche controvoglia.

La ripartenza è proprio quella de L’ultima canzone del mondo che, in un certo senso, recupera le atmosfere tese e sussurranti dell’ultimo lavoro discografico (‘Nessun posto è casa mia’) inserendole, però, in una dimensione, sia vocale che d’arrangiamento, più convinta e determinata. Tra le firme c’è anche quella di Mahmood che, però, esce dalla propria zona di confort autorale cucendo il brano perfettamente addosso alla voce di Chiara che si lascia andare su aperture importanti facendo assaporare la sua potenza vocale come mai fatto prima d’ora. La voce di ‘Soldi’ torna, poi, anche per Kamikaze in cui è ancora una volta la delicatezza a farla da padrona mettendo in evidenza delle tinte più dolci e distese dell’ugola padovana che narra di quando “ci si allontana sempre troppo senza fine nè appello a passi lenti ma di schiena come in un duello” prima di concedersi un inciso più power in cui tornano protagoniste la ritmica ed una voce costretta a confrontarsi con sali e scendi melodici che richiamano la scrittura più tipica di chiave mahmoodiana.

E’ sempre pop la veste di Non avevano ragione i Maya che coinvolge la visione di Dario ‘Dardust’ Faini nella scrittura rendendolo piuttosto evidente nella costruzione ultima del brano che, sostanzialmente, tenta di essere approfondito nella traccia probabilmente più sperimentale del progetto, quella Bambola Daruma in cui, invece, interviene Danti poggiandosi, per le strofe, su suoni che richiamano l’Estremo Oriente prima di lasciare che il ritornello sposi un formato più elettronico. Su di una scia simile per le intenzioni si collocano anche Honolulu, che mantiene la voce sui binari già percorsi della misura, e Ci siamo persi che, però, sceglie di percorrere la strada di una melodia più danzereccia che non viene, tuttavia, estremizzata nelle sue possibili declinazioni proprio per mantenerne un’immagine composta ed edulcorata.

La parte più intima e delicata è quella che arriva con Non faccio niente (per dimenticarti), che parte quasi a cappella per poi evolvere verso quel power-pop già sperimentato in tutto il resto dell’album pur senza sfondare verso una “aggressività” musicale sul piano dell’arrangiamento, e che trova massima espressione in La vita che si voleva, che si dota della scrittura testuale di Roberto Casalino per trovare le parole migliori per il racconto di un addio alla vita che trova un’espressione perfetta nella vocalità di Chiara che, senza ombra di dubbio, trova proprio in questo brano la vetta musicale più alta del repertorio che ha affrontato negli ultimi anni.

Questo Bonsai (come fare le cose grandi in piccolo) è un disco che non guarda ad un punto preciso ma che, piuttosto, vuole raccontare una totalità personale per mezzo di un focus musicale definito. Chiara Galiazzo aveva già dimostrato di saper compiere scelte coraggiose e coerenti in passato e anche questa volta ha optato per far proprio un mondo (o forse semplicemente ha mostrato il proprio mondo) e darne corpo in maniera coerente. La sua voce cristallina ma anche potente si è messa al servizio dei brani nel modo, forse, più deciso e convinto di sempre trovando in questa scelta quell’autenticità di cui le canzoni necessitano per convincere. Manca probabilmente la hit, quella canzone che le radio adoreranno perchè risponde alle mode o quella che tutti canteranno anche tra qualche anno ma, probabilmente, anche questa è una scelta di continuità e coerenza con Chiara, il suo percorso ed il suo modo di fare ed intendere la musica e la vita. Forse le cose davvero grandi è difficile trasportarle nella più piccola dimensione ma il provarci rimane, comunque, il primo passo obbligatorio e necessario: rendersene conto e tentare di muovere quel passo è già un ottimo punto di ripartenza. Ora non resta che sviluppare quella camminata…

Migliori tracce | La vita che si voleva

Voto complessivo | 7.2/10

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Chiara Galiazzo | Tracklist e stelline

  1. L’ultima canzone del mondo ★★★★★★★½☆☆
    [Chiara Galiazzo, Mahmood – Chiara Galiazzo, Mahmood, Francesco “Katoo” Catitti]
  2. Non avevano ragione i Maya ★★★★★★★☆☆
    [Dario Faini, Alessandro Raina]
  3. Kamikaze ★★★★★★★☆☆
    [Chiara Galiazzo, Cheope – Mahmood, Francesco “Katoo” Catitti]
  4. Honolulu ★★★★★★★☆☆
    [Chiara Galizzo, Alessandra Flora – Chiara Galiazzo, Alessandra Flora, Francesco “Katoo” Catitti]
  5. Bambola Daruma ★★★★★★★☆☆
    [Chiara Galiazzo, Danti]
  6. Ci siamo persi ★★★★★★☆☆☆☆
    [Chiara Galiazzo, Davide Napoleone, Valeria Palmitessa – Chiara Galiazzo, Francesco “Katoo” Catitti, Valeria Palmitessa]
  7. Non faccio niente (per dimenticarti) ★★★★★★★☆☆
    [Federica Abbate, Gianclaudia Franchini]
  8. La vita che si voleva ★★★★★★★★½☆
    [Chiara Galiazzo, Roberto Casalino – Francesco “Katoo” Catitti]
  9. Pioggia viola feat. J-Ax ★★★★★½☆☆
    [Chiara Galiazzo, Danti, J-Ax, Piero Romitelli – Chiara Galiazzo, Danti, Piero Romitelli, Francesco “Katoo” Catitti]
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Ilario Luisetto

Creatore e direttore di "Recensiamo Musica" dal 2012. Sanremo ed il pop (esclusivamente ed orgogliosamente italiano) sono casa mia. Mia Martini è nel mio cuore sopra ogni altra/o ma sono alla costante ricerca di nuove grandi voci. Nostalgico e sognatore amo tutto quello che nella musica è vero. Meno quello che è costruito anche se perfetto. Meglio essere che apparire.
Ilario Luisetto
Ilario Luisetto
Creatore e direttore di "Recensiamo Musica" dal 2012. Sanremo ed il pop (esclusivamente ed orgogliosamente italiano) sono casa mia. Mia Martini è nel mio cuore sopra ogni altra/o ma sono alla costante ricerca di nuove grandi voci. Nostalgico e sognatore amo tutto quello che nella musica è vero. Meno quello che è costruito anche se perfetto. Meglio essere che apparire.