“Chissà se in cielo passano gli Who” di Ligabue: te la ricordi questa?
Viaggio quotidiano nella colonna sonora della nostra memoria, tra melodie sospese nel tempo pronte a farci emozionare. Oggi parliamo di “Chissà se in cielo passano gli Who” di Ligabue
La musica è la nostra macchina del tempo: basta una nota, un ritornello, ed eccoci di nuovo lì, in una stagione vicina o lontana, in un’auto con i finestrini abbassati o nella cameretta della nostra infanzia. “Te la ricordi questa?” è il nostro appuntamento quotidiano per riavvolgere il nastro delle emozioni, proprio come si faceva una volta con una semplice penna e una musicassetta. Oggi l’orologio del tempo ci riporta al 2002 con “Chissà se in cielo passano gli Who” di Ligabue.
Ogni giorno, alle 13:00, vi accompagneremo in un viaggio musicale alla riscoperta di queste gemme nascoste: canzoni che hanno detto tanto e che hanno ancora tanto da dire, pronte a sbloccare ricordi, evocare immagini, restituirci pezzi di passato con la potenza che solo la musica sa avere. Brani che forse oggi non passano più in radio, pezzi di artisti affermati lasciati in un angolo, o successi di nomi che il tempo ha sbiadito ma che, appena tornano nelle nostre orecchie, sanno ancora farci vibrare. Perché la musica non invecchia, si nasconde soltanto tra le pieghe del tempo, aspettando il momento giusto per colpire nel segno e farci esclamare sorpresi un: “Te la ricordi questa?”.
Ti sblocco un ricordo: “Chissà se in cielo passano gli Who” di Ligabue
Chiude l’album “Fuori come va?” con una delicatezza che taglia più di qualunque chitarra distorta: “Chissà se in cielo passano gli Who” è uno dei brani più intensi e malinconici mai scritti da Luciano Ligabue, una canzone che si insinua in punta di piedi tra i pensieri notturni e che, a ogni ascolto, svela qualcosa in più di chi l’ha scritta e di chi l’ascolta.
Il pezzo nasce come riflessione esistenziale e insieme omaggio ai “suonatori” della vita. Non solo musicisti, ma anime fragili, ribelli, insonni, disilluse, visionarie. Ligabue si rivolge idealmente a chi non è più qui, ma continua a vivere nei ricordi di chi resta. “A quelli che non ritornano” non è un saluto definitivo: è una dedica piena di tenerezza a chi ha lasciato un segno, a chi forse… chissà… sta ora ascoltando un deejay in cielo che “passa gli Who”.
Il riferimento alla storica rock band inglese non è casuale: gli Who incarnano una certa idea di rock ‘n’ roll puro, diretto, essenziale, emotivo. Loro, che cantavano “My Generation”, diventano simbolo di una vita vissuta al massimo, sempre al limite, come molti dei protagonisti della canzone.
“A quelli che dicono che il cielo è una balla / A quelli che pensano che il cielo sia di tutti”: in questi versi sta tutto il dubbio laico del brano. Il cielo, inteso come aldilà o come concetto spirituale, è terreno di scontro e di speranza. C’è chi ci crede, chi lo nega, chi semplicemente ne ha bisogno. Ligabue non impone la sua visione: apre scenari. L’aldilà diventa un’ipotesi musicale, un luogo in cui si continua a sognare, a ballare, ad ascoltare buona musica.
“Chissà se in cielo passano gli Who” è molto più che una canzone da ascoltare pensando a chi non c’è più: è una ninna nanna per anime agitate, un pensiero sussurrato nella notte, un abbraccio a distanza. Ligabue, con la sua voce roca e le sue parole sincere, costruisce un ponte tra chi resta e chi se n’è andato, usando il rock come linguaggio universale di memoria e speranza.
Il testo di “Chissà se in cielo passano gli Who” di Ligabue
E buonanotte a tutti i suonatori,
A quelli che la devono far fuori,
A chi c’ha il mondo sempre più lontano,
A chi ha vissuto sempre contromano,
A chi non butta via la notte coi pensieri;
A quelli che una coppia è già una folla
E dicono che il cielo sia una balla,
A quelli che da soli ci stan stretti
E pensano che il cielo sia di tutti,
A lui e lei che stanno insieme solo con la colla
E poi a quelli che non ritornano,
Certo lassù, forse lassù
Sono capaci di non dormire mai più
Chissà se in cielo passano gli Who
Chissà se in cielo passano gli Who
Chissà che nome d’arte avrà il DJ
Se sceglie sempre solo tutto lui
O se prende le richieste che gli fai, che gli fai
A chi decide di ammazzare il tempo
E il tempo invece servirebbe vivo,
A chi sta in giro perché non ha scelta,
Prechè comunque il sonno non arriva,
A quelli che ogni notte puoi giurarci son presenti;
E buonanotte a chi la sa godere,
A quelli che han bisogno di star male,
A chi ha paura di restare fermo
E sogna un po’ più forte quando è sveglio
A quelli che non hanno mai saputo dove andare
E poi a quelli che ci salutano,
Certo lassù, forse lassù
Sono capaci di non sognare mai più
Chissà se in cielo passano gli Who
Chissà se in cielo passano gli Who
Chissà che nome d’arte avrà il DJ
Se sceglie sempre solo tutto lui
O se prende le richieste che gli fai, che gli fai