Il cantautore torna con un nuovo singolo dal 2 aprile
Vasco Brondi, terminato il progetto Le luci della centrale elettrica, torna con nuova musica e una nuova consapevolezza e lo fa con il singolo Chitarra nera. Il brano è disponibile su tutti gli store digitali a partire da venerdì 2 aprile come primo anticipo dal nuovo album di inediti intitolato Paesaggio dopo la battaglia, in uscita il prossimo 7 maggio per Columbia/Sony Music Italy. Il cantautore ferrarese, che per l’occasione ha pubblicando anche il video ufficiale del singolo diretto da Daniele Vicari e interpretato da Elio Germano, torna dunque per inaugurare un nuovo capitolo della propria storia musicale, in attesa di poter tornare a suonare dal vivo per presentare il nuovo progetto.
Con Le luci della centrale elettrica, Brondi ha pubblicato 5 progetti di inediti, più una raccolta e un album live, riuscendo in poco tempo ad affermarsi come uno degli artisti più apprezzati da pubblico e critica tra quelli della nuova generazione di cantautori. Capace di raccontare in maniera originale di spazi vicini e lontani, il cantautore emiliano ha saputo costruirsi una strada con pazienza, arrivando nel tempo ad allargare in maniera sempre più massiccia il proprio bacino di pubblico, come dimostrano gli ultimi tour di successo prima dello stop forzato a causa della pandemia.
Il brano |
Lo stesso Vasco lo presenta come un brano “scritto senza neanche pensare alla forma che dovrebbero avere le canzoni… Senza rispettare nessuna regola musicale o di metrica”. Chitarra nera, infatti, è un singolo che rappresenta “l’antisingolo” per eccellenza. L’arrangiamento è volutamente spoglio e dai tratti malinconici, perfetto per essere legato alla potenza poetica del testo, come sempre denso di immagini e colori differenti. Le parole si rincorrono in un lunghissimo flusso di coscienza che si posiziona subito al di sopra di ogni costruzione musicale. Non c’è una metrica da seguire, né una struttura precisa, Brondi prosegue fedele sulla strada degli ultimi lavori e vira verso una rappresentazione della sua musica mai così teatrale.
Il testo è un racconto che l’autore dedica a qualcuno in modo più che sentito. Anche qui si viaggia e si citano mete distanti, da Barcellona all’isola greca, con un continuo riferimento al tempo che passa lasciando i segni. Vasco Brondi non è mai stato un artista immediato, eppure è riuscito ad emergere costruendosi un pubblico fedele e pronto a sostenerlo. Nella sua carriera ha sempre cercato di sperimentare dal punto di vista sonoro e ancor di più da quello delle parole. Lo fa anche qui, dimostrando di aver ben chiara la strada da intraprendere. In un mondo della musica sempre più chiassoso, Brondi sceglie di levare, anziché aggiungere, cercando la chiave giusta per mischiare la sua poetica al suo gusto musicale. Chitarra nera rappresenta, a detta del suo autore, il punto più estremo di un album molto sentito, in cui il cantautore ha riversato mesi di lavoro e ricerca.
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Chitarra nera | Testo
Non sai cosa fare
Dicono che sei a Barcellona e ancora non torni
Oggi digiuni e ancora non torni
Alcuni capelli sono diventati trasparenti
Ma sei come prima, quello di prima
Con due dita in gola tornavi sereno, vincevi Sanremo
Dicevi: “Cosa saremo, cosa saremo?”
Non siamo niente, siamo diventati quasi normali
Mi sveglio all’alba, non guardo le serie
Qui dove vivo non c’è rete, non c’è gente
Neanche più i vecchi che giocano a carte
Qualcuno ogni tanto mi dice che hai smesso
Ma non si sa dove sei
Fuori dagli algoritmi
Forse quando passi non funzionano neanche le fotocellule
Non si aprono le porte
Ma cosa c’era dentro di te?
Il male? Il bene?
Qualcosa che sopravvive e non si arrende
Dicono che il cuore ha delle ragioni che la ragione non comprende
Ho saputo quello che è successo, me l’hanno detto
Mi raccomando, se puoi scegliere
Meglio una casa di reclusione che una casa circondariale
Chiedi se c’è posto a Bollate
Ci sono celle più ampie, più attività da fare
Fai chiamare da tuo padre, che fa chiamare da tua madre
L’ultima volta, come una colpa, mi hai detto:
“Alla fine sei stato l’unico che ha continuato a suonare
Prima eri tu che servivi da bere
Sei l’unico che ha continuato a suonare
E adesso hai anche smesso di bere”
Io ti ho detto: “Che bello che è stato perderti, vederti sparire”
Sei rimasto a vent’anni
Arriveremo a cinquanta con ragazze che vogliono figli
Che vogliono figlie, che ci vorrebbero normali
Ma siamo animali, siamo animali senza istinto
Quindi ancora peggiori
La tua chitarra nera dov’è finita?
Te la sei venduta?
Come il mio basso su eBay
Finito su un’isola greca
Chissà se adesso, invecchiando
Anche tu hai iniziato a interessarti di beni immortali
Dei nomi degli alberi, delle dinività locali e delle ventenni
No, non puoi immaginarti
La musica adesso è un’altra cosa
Tutti cercano di sponsorizzarti, musica e alta moda
Suoni all’Arena, in una palestra, in una parrocchia o sulla luna
Tutte celebrità
Suoni o fai pubblicità
Suoni e fai pubblicità
Ho saputo quello che è successo, me l’hanno detto
Mi raccomando, se puoi scegliere
Meglio una casa di reclusione che una casa circondariale
Chiedi se c’è posto a Bollate
Ci sono più attività da fare
Fai chiamare da tuo padre, che fa chiamare da tua madre
Ho imparato delle cose che ti potrebbero servire
Ci sono questi precetti che seguo negli ultimi mesi
Cammino nei boschi, se mi vedi non mi riconosci
Ti ho già detto che mi sveglio all’alba e dormo
Dormo benissimo, adesso
Nel monastero buddista c’erano molti monaci e monache della nostra età
Addirittura dei monaci ex punk
Tu gli diresti
“Giù le mani dalla mia anima, anime salvatrici
Non diventeremo perfetti mai
Non illumineremo nessuno”
Pieni di difetti, niente di cui vergognarsi
Anzi, li facciamo vedere meglio salendo sui palchi
Sotto le luci a gridare: “Guardami
Guardami, sono così”
La casa dove stavamo è diventata famosa
La zona è migliorata, adesso vale una fortuna
Anche questa piccola città è diventata fascista
Ma passerà, questa ondata di merda passerà
Passerò ore in verticale sulla testa
A meditare, a lasciarmi respirare
Tua madre ti voleva curare con oli essenziali
Segni zodiacali, ti voleva guarire
Chissà che effetto fa essere normali
La tua chitarra nera dov’è finita?
Te la sei venduta?
Come il mio basso su eBay
Finito su un’isola greca
Sognavo che facevo il mio vecchio lavoro quando tornavo
Quello di quando avevo diciott’anni e c’erano ancora tutti
Tutti a pezzi e senza figli, sorridenti
Chissà cosa disegni, se ancora disegni
Ho saputo quello che è successo, me l’hanno detto
Se eri fortunato, finivi a Bollate
Non a Ferrara nella casa circondariale
Lì era una casa di reclusione
C’erano docce più calde, più attività da seguire
Era più facile da sopportare
L’hanno detto a tuo padre, che l’ha detto a tua madre
Così non doveva finire
Chissà se hai avuto un’ultimissima notte d’amore
Ci vediamo nella prossima vita
Mi ricomincerai a salutare
Ti ricomincerò a salutare
Siamo sempre stati pieni d’amore
Pieni da scoppiare
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