domenica 24 Novembre 2024

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Cinquant’anni di storia per “Il mio canto libero”: un inno d’amore e libertà

Cinquant’anni di storia per una delle canzoni-capolavori della nostra musica

Dal 2 novembre 1972 sono passati ben cinquant’anni ma “Il mio canto libero” rimane tutt’ora una delle canzoni-simboli della nostra storia e della nostra musica. Una canzone che non è più solo di Lucio Battisti Mogol che l’hanno scritta ma anche di tutti noi che l’abbiamo ascoltata, amata e cantata a squarciagola. Noi ma anche tutti quegli artisti che hanno dimostrato negli anni la loro riconoscenza verso queste note reinterpretandole a proprio modo dando nuovo fiato a quei versi leggendari.

La storia della canzone |

Inserita nell’album omonimo che venne pubblicato, da lì a poco, in quel novembre ’72, “Il mio canto libero” fa anche il 45 giri di lancio dell’intero progetto. Il singolo anticipatore diremmo oggi rispettando i canoni della musica liquida e digitale. Un singolo che, in realtà, all’inizio doveva essere differente. Per l’esordio radiofonico del progetto, infatti, si era battezzato “Io vorrei… non vorrei… ma se vuoi”, altra pietra miliare del repertorio della coppia Battisti/Mogol. Il brano avrebbe dovuto costituire il lato A del 45 giri contenente come lato B “Confusione”. La scelta venne poi ribaltata preferendo inserire come lato A proprio l’omonima “Il mio canto libero”.

Mogol, autore del testo del brano, ha più volte raccontato la genesi di questo racconto ricco di spunti autobiografici. Ad ispirarne la scrittura fu la sua personale separazione dalla moglie e lo sbocciare del nuovo amore della sua vita, Gabriella Marazzi. Proprio con la nuova compagna il paroliere acquistò quel vecchio cascinale di cui anche il testo del brano fa menzione (“ricoperto dalle rose selvatiche”).

Significato della canzone |

“Il mio canto libero”, proprio per la storia personale e biografica che vi fa da sfondo, può essere raccontata come una canzone d’amore e di libertà. D’amore perchè a supportare l’intera trama narrativa è il delineamento di un nuovo amore descritto, per l’appunto, come un “canto libero” che si rivela capace di superare le avversioni ed i limiti imposti dal mondo. Un amore che vola al di sopra di ogni qualsivoglia ostacolo proprio perchè in sé consiste in un “vero amore”. La stessa possibilità di sapersi e volersi vivere è il manifesto di quella libertà a cui l’aggettivazione del titolo fa riferimento.

Cover, omaggi e reinterpretazioni |

Di “Il mio canto libero” sono state realizzate decine e decine di rivisitazioni. Ne esistono versioni in inglese, francese, tedesco e spagnolo oltre che, naturalmente, in italiano. Tantissimi sono stati gli artisti, nostrani e non, ad inciderne una propria rilettura e ancor di più sono, ogni giorno, le versioni live che vengono proposte in programmi TV, radio, concerti o, semplicemente, per strada, nei pub o nelle cantine.

Tra le cover più celebri del brano non si può non citare quella realizzata da Laura Pausini nel 2006 per il suo disco “Io canto”. La cantante romagnola scelse “Il mio canto libero” anche come canzone di chiusura dello storico concerto-evento di San Siro realizzato da sole donne in seguito al Terremoto dell’Abruzzo nel 2009.

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Ilario Luisetto

Creatore e direttore di "Recensiamo Musica" dal 2012. Sanremo ed il pop (esclusivamente ed orgogliosamente italiano) sono casa mia. Mia Martini è nel mio cuore sopra ogni altra/o ma sono alla costante ricerca di nuove grandi voci. Nostalgico e sognatore amo tutto quello che nella musica è vero. Meno quello che è costruito anche se perfetto. Meglio essere che apparire.