Il concerto di Max Pezzali oltre a rappresentare un tuffo nella musica ha rappresentato un vero e proprio revival anni ’90, è stata la suggestiva cornice del Circo Massimo a fare da scenografia ad uno show che ha visto calpestare il palco posto all’interno dell’antica arena romana a decine di artisti, a testimonianza che la musica di Max e degli 883 ha attraversato generazioni e ha ispirato cantanti.
Oltre alla scenografia storica offerta da un Circo Massimo affollato da oltre 56.000 persone, l’artista pavese ha regalato al suo pubblico uno show brillante, suggestivo, ritmato nonostante l’infinità di canzoni eseguite. Sul palco due maxischermi ai due lati incorniciati da una sagoma di un televisore anni ’90, a destra una macchina americana e un distributore di benzina, al centro un tendone a strisce rosse e blu su cui campeggia la scritta “Circo Max”. Prima di iniziare lo show è stato lo stesso Max a commuoversi nel vedere la scenografia:
“Quando ho visto il palco per la prima volta mi sono commosso perché è una rappresentazione tridimensionale dell’universo pop che ho raccontato nelle mie canzoni. Sono due notti che penso a questa serata. Se analizzassi con freddezza e logica a questo evento probabilmente mi farei prendere dal panico e non salirei sul palco”
Gli ospiti |
La serata è stata aperta dal Deejay-Time con Albertino, Fargetta, Molella e Prezioso dietro la consolle con un compito: far ballare il pubblico e per chi c’era far tornare alla mente i mitici tempi in cui il fratello di Linus e i suoi amici dj imperversavano dalle 14,00 alle 16,00 sulla radio fondata da Claudio Cecchetto.
Poi arrivano uno alla volta per duettare con Max, Articolo 31, Paola e Chiara, Colapesce e Dimartino, Lazza, Gazzelle e Riccardo Zanotti dei Pinguini Tattici Nucleari. Max Pezzali non riesce a non emozionarsi nel ringraziarli: “È una selezione di amici che ringrazio di essere qui. E’ bello condividere un momento del genere con chi stimi, con alcuni abbiamo fatto un pezzo di percorso insieme. Con altri, come Lazza, chiudo un cerchio. Lo conosco da quando era bambino. Era sotto il palco e ora è con me sul palco”.
Poi una menzione particolare per Zanotti: “Ho conosciuto i Pinguini mangiando una piazza a casa mia. Loro avevano appena iniziato, erano una band indie prog. Riccardo e io veniamo dalla provincia, siamo cresciuti in posti dove le canzoni le devi spiegare se no non le capiscono per questo i nostri testi sono molto descrittivi e poco aulici”.
Roma conclude un tour trionfale con oltre 520 mila biglietti venduti, un anno di successi costellato dai sold out a Milano – 2 volte a San Siro e dieci date al Forum – ma anche in Campania, Puglia, Sicilia, Altri live sono in programma nel 2024 come ammette lo stesso Pezzali: “Si continua, io, superata una certa età, vivo alla giornata. Tutto questo successo è arrivato per la follia creativa di Clemente Zard (Vivo Concerti) che ha creduto in me e da qui in poi può succedere di tutto”.
Il concerto inteso come karaoke collettivo |
Pezzali ha definito il concerto un karaoke collettivo, in cui tutti possono cantare insieme le hit di una carriera lunga 30 anni, brani che sono spesso riprodotti e cantati insieme tra amici nelle serate: “Non so cosa ho in più rispetto agli artisti pop della mia generazione, a parte i chili in più. Credo si sia trattato della tempesta perfetta: le canzoni di quel periodo hanno rappresentano un momento collettivo. Ho colto tratti che mettevano in comunicazione le persone tra di loro. un momento preciso e limitato nel tempo, ma che è diventato universale anche per chi è arrivato dopo”.
Si torna a casa dopo oltre tre ore di concerto avendo ancora in testa strofe e note nonché le immagini di uno show che riporta indietro ai magici anni ’90 come se quella macchina americana sul palco fosse la famosa DeLorean di Ritorno al Futuro, prodigio della musica quello di farti vivere momenti e epoche, grazie Max per questo viaggio nel tempo, grazie per questi 30 pazzeschi e pieni di musica.
Lorenzo Porcini
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