A tu per tu con la giovane artista delle scuderia di Honiro che ha da poco pubblicato il singolo Superstar
Clara Marvulli, in arte Clara Marv, giovanissima artista classe 2000 nata di Altamura (BA) e trasferitasi poi a Roma per continuare la propria carriera musicale, ha da poco pubblicato il nuovo singolo Superstar per Honiro Ent, arrivato a qualche mese di distanza da Sentire e che sarà seguito tra qualche settimana da Friendzone. Ecco quello che ci ha raccontato la giovane artista proprio riguardo al singolo Superstar e più in generale sulla sua visione della musica.
Ciao Clara, è da poco disponibile il tuo nuovo singolo Superstar, che presenti come “rivolto alle manie di protagonismo moderne”, da cosa nasce la volontà di parlare di questo tema e perchè secondo te oggi, specie tra i giovani, si è arrivati ad una tale esasperazione di questo fenomeno?
<<La volontà di parlarne nasce dal fatto che per me la musica è il mezzo artistico attraverso cui si deve parlare anche di certi temi. Diciamo che più che critica ho descritto ironicamente il mondo in cui vivo con la mia musica. C’è chi parla della strada, perché ci è cresciuto, chi parla di problemi, perché li ha vissuti, questo è invece ciò che ho vissuto io. Il perché tutti noi, oggi più che mai, vogliamo diventare superstar è che ci potremmo sentire insoddisfatti di una vita semplice, guardiamo sempre nel piatto altrui così da superare sempre tutti, alla continua ricerca di ricchezza, senza ambizioni o talenti ma con una voglia sfrenata di sentirci migliori degli altri. È la società che ci fa essere così, ma infondo non siamo noi a formare la società?>>.
Parlando sempre di oggi, sembra che un tema complesso e abbastanza ricorrente all’interno del mondo dell’hip-hop italiano sia quello del rap fatto al femminile. Perché secondo te in Italia è così complicato trovare in alto rapper donne? Da donna che visione hai di questo fatto? Pensi questo possa cambiare nel tempo?
<<Partendo dal presupposto che l’Italia è nota per arrivare in ritardo su qualsiasi cosa (ma questo è stato constatato da tempo) io penso che siano altre ancora le cause che portano il rap femminile ad essere ancora tabù qui. Prima tra tutte è purtroppo la chiusura mentale, in secondo luogo penso che tranne alcune eccezioni a volte le donne che fanno questo genere cerchino a tutti i costi di emulare gli uomini. Non esiste errore più grande! Il rap non deve essere solo maschile, una donna può fare rime migliori di un uomo in tutta la sua eleganza e femminilità, senza cercare nel suo essere donna una rivendicazione continua di superiorità, è una competizione senza senso. La musica è tutto e niente, è universale e spero che il pubblico e gli artisti lo capiscano presto>>.
In un mercato musicale che è spesso comparato a un tritacarne, in cui nascono al giorno 100 artisti e ne muoiono musicalmente altrettanti, cosa spinge una ragazza di 19 anni ad iniziare una carriera? Perché secondo te un ascoltatore oggi dovrebbe scegliere tra tutti di ascoltare un tuo brano?
<<Guarda, quando mi fanno questa domanda non so mai cosa rispondere. Ho capito da tempo che cercare a tutti i modi di piacere agli altri è il miglior modo per farti odiare. Faccio musica senza interessi, per me questo, l’arte, lo scrivere, il creare è ossigeno. Non sarei nulla senza tutto questo. Nelle mie canzoni parlo di me e voglio che gli altri le ascoltino rivedendocisi dentro come fossero uno specchio. Ovvio che vorrei poterci vivere ma appunto ciò che si fa non è più musica ma mercato, business che premia il prodotto scadente e malleabile piuttosto che il talento>>.
Qualche anno fa si vendevano i dischi, un artista impegnava tempo per produrre materiale, mentre oggi si punta su un mercato sempre più “usa e getta” con canzoni e progetti che “scadono” nel giro di qualche settimana. Qual è la tua visione del mercato musicale odierno?
<<Beh in fin dei conti questo forse è uno dei pregi, avere a disposizione tutto sempre, poter produrre qualsiasi cosa nello studio del vicino di casa a costo 0 ogni volta che vuoi. L’impegno non è diminuito per tutti nel far musica ma soprattutto non tutto viene gettato dopo poco, ciò che deve rimanere vi assicuro che rimane>>.
Nella tua musica mischi hip-hop, soul, pop e ti piace ibridare generi diversi, hai iniziato a scrivere canzoni al pianoforte in inglese per poi puntare sull’italiano. Quali sono i tuoi principali riferimenti musicali e le tue influenze?
<<I miei idoli sono le grandi voci black di Etta James , Nina Simone, Aretha Franklin. Non credo nessuno mi abbia ispirata più di loro, con la loro eleganza ed il loro modo di raccontare le cose con le note. Però non posso negare che amo veramente tutta la musica e ascolto qualsiasi cosa, in qualsiasi lingua, penso che un artista debba essere sempre in grado di reinventarsi e a me farlo piace da morire>>.
Se dovessi sognare con quale artista italiano ti piacerebbe collaborare e perché?
<<Difficile scegliere, ora come ora ti direi con Frah Quintale perché mi rispecchia più degli altri dato che rappa e canta meravigliosamente>>.
Descrivi la tua idea di musica usando tre parole.
<<Arte, sentimento, passione>>.
Quali sono i progetti in cantiere per il futuro?
<<Adesso conto di pubblicare sicuramente due brani che sono quasi ultimati (tra cui Friendonze che ho annunciato qualche giorno fa). Poi penso che continuerò a pubblicare vari freestyle sul mio profilo. L’idea adesso è sperimentare vari mood e generi diversi, per capire cosa mi sta meglio>>.
Giuseppe Currado
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