giovedì 21 Novembre 2024

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“Gli anni più belli”, l’incanto riprende forma e sostanza con Claudio Baglioni – RECENSIONE

Disponibile dal 3 gennaio il singolo del cantautore romano, brano che anticipa l’uscita del nuovo album

Non c’è limite alla bellezza, lo sa bene Claudio Baglioni che torna con il suo bagaglio inconfondibile di emozioni. Si intitola Gli anni più belli l’inedito che ci restituisce una delle penne e delle voci più belle di sempre, entrambe in splendida forma. Il brano, disponibile in rotazione radiofonica e su tutte le piattaforme digitali dal 3 gennaio, sarà l’anello portante della soundtrack dell’omonimo film di Gabriele Muccino, la cui uscita è prevista per il prossimo 13 febbraio. Dopo Carmen Consoli, Elisa e Jovanotti, anche il cantautore romano si unisce al gruppo di artisti che hanno nobilitato le pellicole del noto regista, sempre attento a cercare il giusto tappeto sonoro per le proprie storie.

Chi meglio di Claudio Baglioni, dunque, autentica colonna sonora di diverse generazioni, abile come pochi nel tradurre emozioni in note e versi, in maniera chiara e piuttosto sentita. “Gli anni più belli” è la canzone che segna il grande ritorno dell’artista, reduce dalle celebrazioni del suo cinquantennale di carriera e dalla duplice esperienza in veste di direttore/dittatore/dirottatore artistico del Festival di Sanremo. Ma si tratta solo dell’inizio, perché è atteso per la prossima primavera il suo nuovo album, per la precisione il suo diciassettesimo lavoro in studio, che conterrà dodici tracce in scaletta.

Gli anni più belli è una di quelle canzoni che francamente ci mancavano in questa desolata e poco ispirata epoca, al punto da evocare suggestioni senza tempo che, sia per tematiche che per melodia, si riallacciano a quanto contenuto all’interno di dischi cult degli anni ’70 come “Questo piccolo grande amore”, “Gira che ti rigira, amore bello”, “E tu” e “Sabato pomeriggio”. All’interno di questo pezzo ci sono la nostalgia di ieri e la paura del domani, la ribellione e la voglia di evadere tipica dell’adolescenza, elementi che contraddistinguono e scandiscono nel bene e nel male la nostra esistenza.

“Noi che volevamo fare nostro il mondo e vincere o andare tutti a fondo, ma il destino aspetta dietro un muro e vivere è il prezzo del futuro” canta Claudio Baglioni, con il suo stile accorato e accoccolato ad ascoltare il mare, ad aspettare il domani. In tal senso, potremmo definire questa canzone come una vecchia e affascinante polaroid, un’istantanea che ritrae un modo di vivere, un’attitudine di interpretare la nostra quotidianità, che in realtà esiste ancora, anche se nessuno lo racconta. In tal senso, il cantautore romano torna a farsi portavoce di intense e significanti pagine di vita, scritte con l’inchiostro di china, a mano, proprio come si faceva una volta.

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Gli anni più belli | Audio

Gli anni più belli | Testo

Noi che sognavamo i giorni di domani
per crescere insieme mai lontani
e sapere già cos’è un dolore
e chiedere in cambio un po’ d’amore
noi, occhi di laguna noi
ladri di fortuna noi
cavalieri erranti della luna

Noi, una bufera di capelli
in aria a far castelli noi
che abbiamo urlato al vento
per cantare noi gli anni più belli

Noi, in una fuga di ribelli
un pugno di granelli noi
che abbiamo preso strade
per cercare gli anni più belli

Noi che volevamo fare nostro il mondo
e vincere o andare tutti a fondo
ma il destino aspetta dietro un muro
e vivere è il prezzo del futuro

Noi, viaggi senza fiato noi
labbra di peccato noi
passeggeri persi nel passato

Noi, una rincorsa di ruscelli
tra nuvole ed uccelli noi
che abbiamo visto il sole
accendere su noi
gli anni più belli

Noi, una promessa da fratelli
tra lacrime di ombrelli noi
che abbiamo udito il mare
imbiancare con noi
gli anni più belli

E quel tempo è un film di mille scene
non si sa com’è la fine
se le cose che ci fanno stare bene
sono qui, proprio qui
forse no, forse sì
sempre qui,
e siamo noi
ancora quelli

Noi, con le ferite dei duelli
le spalle di fardelli
noi che abbiamo spinto il cuore
a battere per noi gli anni più belli
noi che siamo stati nudi e agnelli
con l’anima a brandelli
che abbiamo chiesto al cielo
di dare a noi
gli anni più belli
gli anni più belli

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Nico Donvito

Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte del racconto. Nel 2022 ha scritto il libro "Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin" (edito D’idee), seguito da "Canzoni nel cassetto" (edito Volo Libero), impreziosito dalla prefazione di Vincenzo Mollica, scritto a quattro mani con Marco Rettani. L'anno seguente, sempre in coppia con Rettani, firma "Ho vinto il Festival di Sanremo" (edito La Bussola), con introduzione curata da Amadeus e il racconto di trenta vincitori della rassegna canora. Tale opera si è aggiudicata il Premio letterario Gianni Ravera 2024.