venerdì 22 Novembre 2024

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Claudio Baglioni, quarantacinque anni di “Sabato pomeriggio”

Album Amarcord: i dischi più belli da riascoltare

Sono trascorsi quarantacinque anni dalla pubblicazione di “Sabato pomeriggio”, il sesto lavoro in studio di Claudio Baglioni, rilasciato il 12 luglio del 1975. Un concept album sull’attesa, il cui titolo è un richiamo alla poesia “Il sabato del villaggio” di Leopardi, che tratta il medesimo argomento. L’attesa intesa come esperienza necessaria, come stato d’animo che precede la domenica, giorno di festa.

Reduce da cinque album di fila realizzati con cadenza annuale (“Claudio Baglioni” del 1970, “Un cantastorie dei giorni nostri” del 1971, “Questo piccolo grande amore” del 1972″, “Gira che ti rigira amore bello” del 1973, “E tu” del 1974), il cantautore romano realizza l’ennesimo successo commerciale consecutivo della propria breve carriera, un record sorprendente se consideriamo i suoi ventiquattro anni.

Tra i pezzi più celebri troviamo l’omonima title-track e “Poster”, entrambi considerati due classici del suo repertorio, ma si lasciano apprezzare anche “Carillon” e “Doremifasol”, il resto sono brani che non lasceranno segno nel tempo, ma già questi quattro valgono il prezzo di copertina. Un disco tutto sommato di passaggio, a metà strada tra gli esordi e la consacrazione de La vita è adesso” del 1985, rimasto ancora oggi l’album italiano più venduto di sempre.

Prodotto da Antonio Coggio con arrangiamenti di Luis Bacalov, “Sabato pomeriggio” è un disco quotidiano e sentimentale, che segna la fine di un primo capitolo della storia di Claudio Baglioni, che dal successivo “Solo” inizierà a comporre e prodursi la stragrande maggioranza dei pezzi in solitaria. Che sia l’attesa intesa come una vincita al totocalcio o il rivedere la persona amata non conta, in questo lavoro l’aspettativa assume una valenza universale quanto comune, vicina alle orecchie e al cuore di tutti.

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Sabato pomeriggio | Tracklist e stelline

  1. Aspettare… ★★★☆☆
    (Claudio Baglioni, Antonio Coggio)
  2. Carillon ★★★★☆
    (Claudio Baglioni, Antonio Coggio)
  3. Alzati Giuseppe ★★★☆☆
    (Claudio Baglioni, Antonio Coggio)
  4. Poster ★★★★★
    (Claudio Baglioni, Antonio Coggio)
  5. Tutto qua! ★★★☆☆
    (Claudio Baglioni, Antonio Coggio)
  6. Doremifasol ★★★★☆
    (Claudio Baglioni)
  7. Lampada Osram ★★★☆☆
    (Claudio Baglioni, Antonio Coggio)
  8. 2 1 X ★★★☆☆
    (Claudio Baglioni, Antonio Coggio)
  9. Sisto V ★★★☆☆
    (Claudio Baglioni, Antonio Coggio)
  10. Il lago di Misurina ★★★☆☆
    (Claudio Baglioni, Antonio Coggio)
  11. …Ed aspettare ★★★☆☆
    (Claudio Baglioni, Antonio Coggio)
  12. Sabato pomeriggio ★★★★★
    (Claudio Baglioni, Antonio Coggio)
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Nico Donvito

Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte del racconto. Nel 2022 ha scritto il libro "Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin" (edito D’idee), seguito da "Canzoni nel cassetto" (edito Volo Libero), impreziosito dalla prefazione di Vincenzo Mollica, scritto a quattro mani con Marco Rettani. L'anno seguente, sempre in coppia con Rettani, firma "Ho vinto il Festival di Sanremo" (edito La Bussola), con introduzione curata da Amadeus e il racconto di trenta vincitori della rassegna canora. Tale opera si è aggiudicata il Premio letterario Gianni Ravera 2024.