venerdì 22 Novembre 2024

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Il Club Paradiso ed il loro viaggio “Tropicale” nel new urban 2.0 – RECENSIONE

Recensione dell’EP del collettivo catanese

E’ arrivato nel bel mezzo dell’estate il primo EP ufficiale del collettivo catanese del Club Paradiso, formato da Ross Wave, Trebar, Giuliano Fragola e Lorenzo Fragola, ed intitolato Tropicale. Un progetto creato e pensato per costruire una nuova dimensione di espressione artistica libera e senza schemi prefissati per i quattro giovanissimi artisti che oltre a condividere le proprie origini in quel di Catania sono accumunati anche da un’autentica passione per la sperimentazione e le nuove frontiere delle creatività musicale.

Cinque tracce inedite che uniscono voci ed idee dei quattro ragazzi e che, ognuna a proprio modo, valorizza i loro mondi musicali di riferimento viaggiando con consapevolezza ed attenzione tra rap, trap, urban e ovviamente pop. Pop come la #ClubParadiso che ha aperto la strada alla pubblicazione del progetto discografico e che si rivela essere la traccia più fresca, spensierata e probabilmente anche accessibile al largo pubblico tra quelle che sono state poi inserite all’interno del progetto. Suoni tipicamente estivi con la ritmica in primo piano e delle tendenze che richiamano ovviamente il reggae ed un ritornello orecciabilissimo sono elementi assolutamente vincenti che riescono anche a coniugarsi alla perfezione ai diversi apporti offerti grazie a delle strofe più “parlate” rispetto alla chiave melodica dell’inciso. Un potenziale tormentone che guarda con aderenza all’oggi.

Più sperimentali ed “estremisti”, invece, sono gli altri brani presenti in tracklist a partire dalla conclusiva Tropicale in cui le voci finiscono anche incontro ad una distorsione meccanica per virare il tutto verso un ambiente più urbano suggerito anche dalla produzione dei suoni tutti campionati. Scelte simili vengono compiute anche per 6 mio (guai a te), completamente proiettata verso un mondo trap sia musicalmente che testualmente, e per SMPXC, dove è il rapporto a due a conquistare le scene principali del racconto venendo, comunque, raccontato sotto la lente d’ingrandimento della quotidianità e di un linguaggio immediato e senza filtro passando dal sentimento alla passione più carnale.

A riprendere ricette più pop vengono riprese da Ibiza che guarda sempre al panorama estivo citando, ovviamente, gli immancabili cocktail e le spiagge esotiche raccontando di “gente che balla nella spiaggia: prima che finisca questa festa ne giriamo un’altra ma non importa se restiamo fuori fino all’alba”. La produzione rimane fedele alla contemporaneità non spingendo, però, mai sull’acceleratore e mantenendo suoni e voce su di un registro dinamico costante.

Questo Tropicale si rivela essere uno spunto di riflessione, un modo per provare a raccontare l’attualità musicale attraverso un percorso coinciso ma pressoché completo che ruota attorno all’estate, alle sue tematiche e alle sue sensazioni ed esperienze più comuni. Un punto di partenza da cui provare a sviluppare, semmai si vorrà, un discorso più completo ed identitario che, in questo primo EP, è stato, forse volontariamente, oscurato in favore di una non-identità che sappia mettere in campo le diverse esigenze ed esperienze di ciascuno dei suoi protagonisti e che possa offrire a ciascuno di loro l’opportunità di esprimersi per come preferiscono e sentono di poter fare in un dato momento. Un progetto completo e ricco di spunti anche se, probabilmente, il lavoro da fare per la realizzazione di un prodotto davvero “finito” è ancora molto.

Migliori tracce | #ClubParadiso

Voto complessivo | 6.5/10

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PopClub | Tracklist e stelline

  1. #Club Paradiso ★★★★★★★★☆
  2. 6 mio (guai a te) ★★★★★☆☆
  3. Ibiza ★★★★★★★☆☆
  4. SMPXC ★★★★★★½☆
  5. Tropicale ★★★★★½☆☆☆
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Ilario Luisetto

Creatore e direttore di "Recensiamo Musica" dal 2012. Sanremo ed il pop (esclusivamente ed orgogliosamente italiano) sono casa mia. Mia Martini è nel mio cuore sopra ogni altra/o ma sono alla costante ricerca di nuove grandi voci. Nostalgico e sognatore amo tutto quello che nella musica è vero. Meno quello che è costruito anche se perfetto. Meglio essere che apparire.