giovedì 5 Dicembre 2024

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CoCo: “Oggi ho una conoscenza più approfondita di me stesso” – INTERVISTA

A tu per tu con CoCo, in occasione dell’uscita dell’album “Mai più forse”. La nostra intervista al rapper napoletano

Tempo di nuova musica per Corrado Migliaro, meglio conosciuto come CoCo, fuori con l’album “Mai più forse”, disponibile per Warner Music Italy dallo scorso venerdì 8 novembre. CoCo Intervista

All’interno del progetto, le preziose collaborazioni con Geolier, Guè, Luchè, Ernia, Yung Snapp e Anice che vanno ad arricchire l’ascolto con stili e sonorità uniche, dando vita a un disco che promette di lasciare un segno nella scena urban italiana.

CoCo racconta “Mai più forse”, l’intervista

Ci racconti la genesi di questo disco e come si è sviluppato il processo creativo?

«Diciamo che questo disco è nato per due esigenze particolari, in primis quella di tornare sulla scena, perché comunque sono stato fermo per un po’, e poi per l’esigenza di tornare in una nuova veste. Da qui nasce il titolo “Mai più forse”, una vera e propria esclamazione, un promemoria che volevo fare a me stesso, nel ricordarmi di non voler più dubbi e per rifiutare ogni incertezza, per essere più sicuro e, di conseguenza, più prolifico e determinato nelle mie scelte».

Questo disco arriva dopo l’ottimo debutto di “Acquario”, il successivo e convincente “Floridiana” e il joint album “Bromance” con Mecna. Cosa pensi aver ereditato da quei lavori e in cosa credi si differenzi “Mai più forse” rispetto al passato?

«Sicuramente ho ereditato una consapevolezza più forte, anche una conoscenza di me più approfondita. Mi piace evolvermi, mi piace anche avere l’opportunità di esplorare mondi diversi. Con questo nuovo disco volevo cercare un equilibrio diverso, sia per quanto riguarda il concept tematico che il sound. Volevo che fosse un progetto un po’ più coeso rispetto a quelli che ho fatto in passato, sentirmi a mio agio su cose diverse. In “Mai più forse” volevo sentirmi un po’ più concreto, ricreare una linea più precisa, soprattutto sul suono, quindi mi piaceva anche ritornare un po’ indietro, alle mie origini, al mondo un po’ più urban».

A chi ti senti di dedicare questo messaggio e questo disco?

«Banalmente a me stesso, proprio perché contiene un messaggio che mi sono auto rivolto. Questo disco è nato per l’esigenza di dirmi: svegliati, basta, adesso è il momento di essere determinati, di andare avanti, di non perdersi più in mille dubbi».

Per concludere, quali elementi e quali caratteristiche ti rendono orgoglioso di “Mai più forse” e del tuo percorso finora?

«Ciò che mi rende orgoglioso è il fatto che, nonostante sia stato un po’ accecato dalla paura di sbagliare, ho fatto sì che l’amore e la passione per la musica superassero ogni ostacolo. Proprio questo è ciò che mi rende orgoglioso di “Mai più forse” e di questa mia ultima parte di percorso: guardarmi allo specchio ed essere consapevole di aver dato il massimo».

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Nico Donvito

Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte del racconto. Nel 2022 ha scritto il libro "Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin" (edito D’idee), seguito da "Canzoni nel cassetto" (edito Volo Libero), impreziosito dalla prefazione di Vincenzo Mollica, scritto a quattro mani con Marco Rettani. L'anno seguente, sempre in coppia con Rettani, firma "Ho vinto il Festival di Sanremo" (edito La Bussola), con introduzione curata da Amadeus e il racconto di trenta vincitori della rassegna canora. Tale opera si è aggiudicata il Premio letterario Gianni Ravera 2024.