domenica 24 Novembre 2024

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Letteratura a 45 giri: “Colazione da Tiffany” – Truman Capote e Ivan Graziani

Un libro, una canzone: insieme

Per come la vedo io, tutti dovrebbero leggere Colazione da Tiffany di Truman Capote, storia profonda ma allo stesso tempo spensierata di una ragazza e dello scrittore suo vicino di casa. Il romanzo, molto breve, costituisce uno sfavillante spaccato sulla vita mondana della New York di metà Novecento, che si presenta in tutta la sua frivolezza tra attrici, modelle, fotografi e ricchi uomini d’affari. Dietro il volto della splendida Holly Golightly, vivace, chiassosa e scanzonata ragazza, Capote nasconde tutta la solitudine che questo mondo in realtà reca con sé.

Sottolineo che tutti dovrebbero leggere il romanzo perché, purtroppo, esso è molto spesso visto con una punta di sospetto da quanti non amano leggere storie d’amore. Complice forse il film del 1961 con Audrey Hepburn e George Peppard, Colazione da Tiffany rischia di entrare, per chi non è appassionato di questo autore o di questo genere, nel novero di quei libri che sono sì classici della letteratura e come tali da rispettare, ma che rientrano nella categoria “non fanno per me”.

Ora, intendiamoci, io adoro sia Audrey Hepburn che quel film, ma è vero che esso insiste molto sul lato amoroso della vicenda, arrivando a inserire elementi che nel romanzo non sono proprio contemplati. Basti pensare al fatto che il protagonista maschile della vicenda, l’aspirante scrittore Paul, nel romanzo non è mantenuto da alcuna donna ricca, inserita nel film per creare un ulteriore triangolo amoroso oltre a quello che si avrà tra Paul, Holly e lo spasimante di quest’ultima. Inoltre, ancora più indicativo, a mio avviso, è l’inserimento nel film del classico lieto fine con tanto di bacio finale, quando nel libro il finale ci lascia, se non con l’amaro in bocca, almeno con ancora tante domande a cui non viene data risposta.

La verità, a mio parere, è che Colazione da Tiffany ci mostra la vita difficile e sregolata di una ragazza dolce, fragile ma anche capricciosa, ingenua e alle volte superficiale, vista con gli occhi di uno scrittore che man mano viene sempre più ammaliato dallo spirito libero della ragazza e inglobato dal suo mondo, mantenendo comunque un punto di vista molto lucido sulle vicende che lui in prima persona narra.

Colazione da Tiffany è il ritratto di una donna difficile, cinica, piena di contraddizioni, in cerca di un suo posto nel mondo ma spaventata dall’eventualità di poter trovare effettivamente una casa che potrà chiamare sua. Una ragazza che cerca di rimanere fedele a sé stessa ma è circondata da molte persone che lei sente estranee.

Ma è ancora una donna estremamente ingenua, sognatrice, giudicata persino “matta” o “stupida” da tutti quelli che la circondano. Addirittura arriva, senza accorgersene, a collaborare con la mafia andando a trovare un mafioso detenuto in carcere e passandogli inconsapevolmente messaggi da fuori. Perfino due delle persone che nel libro sembrano veramente volerle bene, O.J. e Paul, in alcune occasioni, mostrano questo tipo di opinioni nei riguardi di Holly.

O.J., parlando di Holly a Paul, dice: […] Non è un bluff perché è un vero bluff. Crede veramente a tutte queste stronzate in cui crede […].

Lo stesso Paul, irritato perché la ragazza sostiene che il suo racconto “non significhi niente”, prova sollievo e mostra superiorità quando, alla sua richiesta di indicargli un’opera che “significhi qualcosa”, lei risponde prontamente Cime tempestose, citando però il film.

“È così, no? Mia selvaggia e dolce Cathy. Dio, piangevo come una fontana. L’ho visto dieci volte”. – Dissi: “Oh”, con visibile sollievo, “oh” con un’inflessione vergognosa più marcata, “il film”.

Mentre leggo Colazione da Tiffany ho l’impressione che tutti in questo libro, nessuno escluso, ritengano, anche solo per un momento, Holly stupida. Ma non per questo ne sono meno affascinati. Quasi tutti i personaggi la amano, alla fine, proprio così com’è, per quello che è e per come si mostra. Ed è così che arriviamo a uno dei cantautori che preferisco in assoluto in tutto il panorama musicale italiano. Nel 1976 esce, infatti, E sei così bella, canzone dal testo molto semplice in cui Ivan Graziani canta il suo amore per una donna. Questa donna, dolce e bella, ha però il solo, unico, grande difetto di essere “scema”.

E sei così bella
Che più bella non c’è
E sei così dolce
Che più dolce non c’è […]
E sei così scema
Che più scema non c’è
Ed odiarti, lo vedi
È più forte di me
E sei così scema
Che più scema non c’è, oh no, oh no
Ma l’incanto continua
Da non credere sei

Forse è un po’ questo che, a torto o a ragione, pensano di Holly i personaggi del libro. Ed è questo che provano per lei: amore, interesse, fascinazione, nonostante tutto.

E forse un po’ stupida Holly lo è. O forse no. E in fondo chi sono io per dire che qualcuno è stupido o meno. Con molta probabilità, se la conoscessi, la definirei matta. Ma sono proprio queste caratteristiche che me la fanno amare tanto e che mi portano a ritenerla uno dei personaggi meglio tratteggiati e più carismatici di cui fino ad ora ho letto. Quindi, a mio parere, vale la pena dare una possibilità a Colazione da Tiffany; ne vale la pena per Holly, per conoscere questa ragazza che si fa tanto amare pur con tutti i suoi difetti.