“Come una Turandot” di Irene Fargo: te la ricordi questa?

Come una Tourandot Irene Fargo

Viaggio quotidiano nella colonna sonora della nostra memoria, tra melodie sospese nel tempo pronte a farci emozionare ancora. Oggi parliamo di “Come una Turandot” di Irene Fargo

La musica è la nostra macchina del tempo: basta una nota, un ritornello, ed eccoci di nuovo lì, in una stagione vicina o lontana, in un’auto con i finestrini abbassati o nella cameretta della nostra infanzia. “Te la ricordi questa?” è il nostro appuntamento quotidiano per riavvolgere il nastro delle emozioni, proprio come si faceva una volta con una semplice penna e una musicassetta. Oggi l’orologio del tempo ci riporta al 1992 con “Come una Turandot” di Irene Fargo.

Ogni giorno, alle 13:00, vi accompagneremo in un viaggio musicale alla riscoperta di queste gemme nascoste: canzoni che hanno detto tanto e che hanno ancora tanto da dire, pronte a sbloccare ricordi, evocare immagini, restituirci pezzi di passato con la potenza che solo la musica sa avere. Brani che forse oggi non passano più in radio, pezzi di artisti affermati lasciati in un angolo, o successi di nomi che il tempo ha sbiadito ma che, appena tornano nelle nostre orecchie, sanno ancora farci vibrare. Perché la musica non invecchia, si nasconde soltanto tra le pieghe del tempo, aspettando il momento giusto per colpire nel segno e farci esclamare sorpresi un: “Te la ricordi questa?”.

Ti sblocco un ricordo: “Come una Turandot” di Irene Fargo

Nel ricordare Irene Fargo nel giorno dell’anniversario della sua prematura scomparsa, è impossibile non tornare con la memoria a “Come una Turandot”, il brano con cui l’artista prese parte al Festival di Sanremo del 1992, nella sezione Nuove Proposte, conquistando un meritatissimo secondo posto. Un pezzo che, più di ogni altro, ne sintetizza lo stile, la sensibilità artistica e la rara eleganza interpretativa.

Come una Turandot” è un omaggio colto e struggente all’opera lirica, e in particolare alla principessa fredda e misteriosa di Puccini. Tra le righe del testo, il pubblico è descritto come parte attiva di un rito che anticipa la rivelazione. Il sipario si alza, e non si sa più se stiamo assistendo a un’opera o se siamo noi stessi dentro un sogno.

Il cuore del brano pulsa attorno alle celeberrime frasi “Il mio mistero è chiuso dentro me” e “Il nome mio nessuno mai saprà”, versi tratti dal “Nessun dorma” che Irene Fargo reinterpreta non come una semplice citazione, ma come grido interiore. Il segreto diventa un gioco, la distanza tra la cantante e la sua eroina si annulla. E nel canto, che si fa “disperato”, la voce della cantante esplode in tutta la sua potenza emotiva.

Nel panorama di Sanremo, “Come una Turandot” resta un unicum. Un atto di coraggio artistico, la dimostrazione di come il pop possa elevarsi a teatro, e di come una voce importante, come quella di Irene Fargo, sia stata in grado di incantare un enigma mai risolto.

Il testo di “Come una Turandot” di Irene Fargo

La gente stava lì
In abito da sera
Composta si avviò
Sui palchi e giù in platea

L’orchestra cominciò
E poi si alzò il sipario
E apparve Turandot
Illuminando il buio

E la sua voce un canto diventò appassionato
Il pubblico ascoltò restando senza fiato

“Il mio mistero è chiuso dentro me”
E il suo segreto un gioco diventava
Mentre cantava
“Il nome mio nessuno mai saprà”

E il tempo si fermò
E ormai non si capiva
Se cominciava un sogno
O la realtà finiva

“Il nome mio nessuno mai saprà”
E appassionato il pubblico applaudì
Quel canto disperato

“Il mio mistero è chiuso dentro me”
E il suo segreto un gioco diventava
Mentre cantava
“Il nome mio nessuno mai saprà”

“Il mio mistero è chiuso dentro me”
E il suo segreto un gioco diventava
Mentre cantava
“Il nome mio nessuno mai saprà”

Scritto da Nico Donvito
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