Diffusi i dati di mercato sul tipo di supporto
Da qualche giorno IFPI (International Federation of the Phonographic Industry) ha pubblicato i dati di una propria ricerca di mercato sulle modalità di consumo della musica, a seconda delle diverse fasce d’età, in Italia.
La domanda posta agli intervistati è stata: ‘In una tipica settimana quante ore passi ad ascoltare musica nei seguenti modi?’. Le alternative proposte riguardano le 6 principali modalità di consumo musicale oggi disponibili: la radio, l’audio streaming (Spotify, Deezer, Apple Music, Tim Music…), il video streaming (YouTube), l’utilizzo dei social media (Facebook, Twitter, Instagram…), l’acquisto diretto (CD, vinili o il download digitale) e la pirateria.
Il primo dato da evidenziare è che gli ascoltatori più “fedeli” sono i giovanissimi che nella fascia che va dai 16 ai 24 anni spendono in media 21,8 ore su di un totale di 70 ore possibili stabilito dai ricercatori. Abbastanza attenti al consumo musicale anche le fasce dei 35-44enni (15.9 ore) e dei 55-64enni (15.8 ore). I meno affezionati alla musica sembrerebbero essere i 25-34enni (15 ore) e i 45-54enni (14.9 ore).
I dati più interessanti evidenziati dalla ricerca, però, riguardano le diverse modalità di fruizione che evidenziano un utilizzo assolutamente diverso a seconda dell’età. Se per i più giovani (16-24enni) gli strumenti preferiti sono il video-streaming (28%) o l’audio-streaming (27.8%) a dispetto della radio che è molto poco usata (appena il 12.1%) ben diversa è la fruizione dei più adulti (55-64enni) che puntano tutto, o quasi, sull’apparecchio radiofonico (44.3%) a dispetto, soprattutto, dell’audio-streaming (soltanto il 7,1%) piuttosto che del video-streaming (18.6%).
La popolarità della radio cresce in modo proporzionale con l’aumento dell’età mentre, invece, l’utilizzo dei servizi di audio streaming compiono il percorso inverso. Rimane sufficientemente stabile l’utilizzo delle piattaforme di video-streaming e dei social media che, come la pirateria, sembrano abbastanza confinati nelle periferie dell’utilizzo medio (non si supera l’8,5%). L’acquisto legale occupa l’ultima parte dell’utilizzo andando dal 7.8% dei giovanissimi al 16.9% dei più adulti che sono naturalmente i maggiori utilizzatori del servizio che, comunque, si dimostra anch’esso legato all’aumento dell’età.
Ilario Luisetto
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