venerdì 22 Novembre 2024

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Connor: “Per condividere il cuore ci vuole coraggio” – INTERVISTA

A tu per tu con il cantautore classe ’96, in uscita con il nuovo singolo intitolato “Diamanti

Tempo di nuova musica per Davide Mauro, meglio conosciuto con lo pseudonimo di Connor, che abbiamo incontrato in occasione del lancio di “Diamanti”, singolo prodotto da Tom Beaver per l’etichetta Canova Rec (con distribuzione Polydor/Universal Music Italia), disponibile in radio e sulle piattaforme digitali a partire dallo scorso 18 settembre. Approfondiamo la sua conoscenza.

Ciao Davide, benvenuto. Partiamo dal tuo nuovo singolo “Diamanti”, quali pensieri e quali stati d’animo hanno accompagnato la realizzazione di questo pezzo?

«“Diamanti” nasce da uno sfogo sentimentale in piena notte di un amico che mi parla di un amore complicato e delle sue conseguenze. Forse erano le 5 a.m., non riuscivo ad addormentarmi, ero nervoso per ciò che mi era stato raccontato, mi sono immedesimato completamente nella situazione, ho iniziato a scrivere pensando che non sempre chi si ama sta insieme ma delle volte la paura di soffrire fa scegliere con la testa e non con il cuore».

C’è una frase che, secondo te, rappresenta e sintetizza il significato del brano?

«I diamanti rappresentano un finto benessere, come la pioggia che non dura a lungo. “Sta piovendo diamanti”, la frase che racchiude il brano, è un benessere temporaneo, si sta bene il tempo di condividere i corpi ma non il cuore, per condividere il cuore ci vuole CORAGGIO».

Chi ha lavorato con te a questo pezzo?

«La mia etichetta “CANOVA REC”, Michele Canova, Tom Beaver, Pat “MyBestFault” Simonini, Vincenzo Colella, Simone Sproccati e Polydor che ha appoggiato il progetto e che ringrazio tantissimo».

Dal punto di vista musicale, pensi di aver raggiunto il sound in cui ti identifichi al meglio?

«Sicuramente è un sound che sento molto mio. Mi piace molto sperimentare ma preferisco che al mio nome non venga associato un genere musicale».

Facciamo un breve salto indietro nel tempo, quando e come hai capito che tu e la musica eravate fatti l’uno per l’altro?

«Ho ricordi associati alla prima media, ho iniziato a scrivere proprio in quel periodo. Grazie ad un mio compagno di scuola, ho registrato il mio primo pezzo in un piccolo studio nella mia città. Quando Michele mi ha cercato, ha alimentato tutta la voglia che ho di fare musica».

Quali ascolti hanno accompagnato e ispirato la tua crescita?

«Sono cresciuto ascoltando nel mio Nokia 5300 rosso i Club Dogo, Fabri Fibra e Coez . Di quest’ultimo, che seguo fin dall’inizio, ricordo un concerto in una birreria davanti a 30 persone, dove gli chiesi una foto e gli mostrai una frase di una sua canzone tatuata sul mio corpo che immortalò (Ali Sporche)».

Quali sono i tuoi prossimi progetti in cantiere? Cosa dobbiamo aspettarci dalle tue prossime produzioni?

«Abbiamo molte canzoni pronte e progetti a cui stiamo lavorando, per scaramanzia preferisco non parlarne, sicuramente non ci faremo trovare impreparati davanti a qualsiasi opportunità che ci si presenti».

Per concludere, a chi si rivolge oggi la tua musica e a chi ti piacerebbe arrivare in futuro?

«Gli ascolti stanno crescendo e spero sia così anche con le prossime, dai consensi che ricevo riesco a ricoprire varie fasce d’età e spero in futuro di ricoprire una soglia ancora più ampia».

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Nico Donvito

Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte del racconto. Nel 2022 ha scritto il libro "Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin" (edito D’idee), seguito da "Canzoni nel cassetto" (edito Volo Libero), impreziosito dalla prefazione di Vincenzo Mollica, scritto a quattro mani con Marco Rettani. L'anno seguente, sempre in coppia con Rettani, firma "Ho vinto il Festival di Sanremo" (edito La Bussola), con introduzione curata da Amadeus e il racconto di trenta vincitori della rassegna canora. Tale opera si è aggiudicata il Premio letterario Gianni Ravera 2024.