Una settimana di musica in 2 consigli
Consigliamo musica è un appuntamento fisso con i consigli di Federico Fabiano che da anni naviga nell’ambiente musicale italiano e che più di ogni altro potrà darci spunti di riflessione importanti per trascorrere qualche momento con la buona musica italiana. Questo è ‘conSIgliamo muSIca’: un modo, un’occasione per dire “si” di fronte all’opportunità di scoprire, come sempre avviene in queste nostre pagine, buona musica, musica che davvero noi sentiamo di amare e di consigliare senza ricorrere a nient’altro che al nostro gusto e al nostro cuore di ascoltatori.
Figli di nessuno – Fabrizio Moro e Anastasio
Se qualcuno dovesse avere problemi di distrazione Fabrizio Moro cerca di risolverli. Urla per tre minuti come un disperato per attirare l’attenzione, ci mette dentro le parolacce, nel caso non avessimo ancora sentito, e chiede aiuto ad Anastasio per fare spazio al doppio delle parole in una piccola parentesi pur di farci capire quanto è importante quello che ha da dire. È vero, il grido sembra disperato ma allo stesso tempo c’è dentro la rabbia che lo contraddistingue quando ha qualcosa di forte da dire e la usa come quando si va a fare il tifo allo stadio: per darci la carica affinché facciamo davvero qualcosa per cambiare il corso delle cose che non vanno come vorremmo e allo stesso tempo per farci sentire parte di un tutto. Non siamo soli se ci guardiamo intorno, perché troveremo negli altri la stessa nostra situazione. E allora restiamo vicini l’un l’altro, perché questo può darci la forza che serve ad andare avanti. Fabrizio Moro grida che siamo figli di nessuno ma riesce a farci sentire tutti…fratelli di qualcuno.
Sorriso (Milano Dateo) Calcutta
Passiamo dal sentirsi parte di un tutto a un’ altra sfaccettatura necessaria dell’essere umano: lo stare con sè stessi. Questa canzone, infatti, ti fa venire voglia di startene lì, di notte, a viverti una storia che al massimo sapete in due e che, adesso con le tue cuffiette, te la stai godendo da solo, nel senso buono. È bello starsene soli e farsi un viaggio dentro di noi. Come nei sogni, in questa canzone, possiamo passare dal Colosseo a Milano Dateo in un secondo soltanto e Calcutta, scrivendolo, ci fa da guida ma ci fa perdere subito l’ambientazione reale per restare più nel luogo delle emozioni. Ci lascia il posto per immaginare se davvero manchiamo a questa persona, se davvero piange per noi quando torna a casa o se davvero sorride quando sente il nostro nome. Per darvi queste risposte sentite questa canzone perché ognuno ha le sue, e sicuramente cambieranno ad ogni ascolto perché le emozioni fanno così: ci sbattono da una parte all’altra senza farci decidere e noi, ogni volta, glielo lasciamo fare perché ci piace così. Grazie Edoardo per questo viaggio, magari ritorno e ci incontriamo a Milano Date…o da me.
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