“Cosa vuoi da me” di Samuele Bersani: te la ricordi questa?
Viaggio quotidiano nella colonna sonora della nostra memoria, tra melodie sospese nel tempo pronte a farci emozionare ancora. Oggi parliamo di “Cosa vuoi da me” di Samuele Bersani
La musica è la nostra macchina del tempo: basta una nota, un ritornello, ed eccoci di nuovo lì, in una stagione vicina o lontana, in un’auto con i finestrini abbassati o nella cameretta della nostra infanzia. “Te la ricordi questa?” è il nostro appuntamento quotidiano per riavvolgere il nastro delle emozioni, proprio come si faceva una volta con una semplice penna e una musicassetta. Oggi l’orologio del tempo ci riporta al 1994 con “Cosa vuoi da me” di Samuele Bersani.
Ogni giorno, alle 13:00, vi accompagneremo in un viaggio musicale alla riscoperta di queste gemme nascoste: canzoni che hanno detto tanto e che hanno ancora tanto da dire, pronte a sbloccare ricordi, evocare immagini, restituirci pezzi di passato con la potenza che solo la musica sa avere. Brani che forse oggi non passano più in radio, pezzi di artisti affermati lasciati in un angolo, o successi di nomi che il tempo ha sbiadito ma che, appena tornano nelle nostre orecchie, sanno ancora farci vibrare. Perché la musica non invecchia, si nasconde soltanto tra le pieghe del tempo, aspettando il momento giusto per colpire nel segno e farci esclamare sorpresi un: “Te la ricordi questa?”.
Ti sblocco un ricordo: “Cosa vuoi da me” di Samuele Bersani
Uscita nel 1995 come secondo singolo dell’album “Freak”, “Cosa vuoi da me” di Samuele Bersani è un brano che, sotto l’apparente leggerezza melodica, nasconde una delle dichiarazioni d’amore più umane, vulnerabili e contraddittorie della canzone italiana anni ’90.
La canzone è la versione italiana (liberamente riscritta) di “Glastonbury Song” dei Waterboys, che trattava di spiritualità e connessione mistica con la natura britannica. Ma Bersani ne fa tutt’altro: una confessione d’amore disordinata, impulsiva, piena di crepe e dolcezze quotidiane. Dove l’assoluto non è più Dio, ma un’assenza da colmare.
Il verso centrale del brano è un’autodichiarazione che disarma e commuove: “sì, lo so che sono stupido”. È la resa incondizionata dell’innamorato, consapevole dei propri errori ma ancora disposto a giocare tutto. Bersani si mette a nudo senza eroi, senza posture. Ammette la propria insicurezza, gelosia e confusione, ma lo fa con una grazia e una leggerezza rare.
“Cosa vuoi da me” è una canzone che mescola dolore e ironia, rabbia e bisogno, rabbia e poesia, come solo Samuele Bersani sa fare. È un brano che racconta l’amore nella sua forma più imperfetta e autentica, senza idealizzazioni. Una dichiarazione frammentata, sincera, reale. Una supplica e un’autocritica allo stesso tempo, che non cerca il lieto fine, ma un contatto, un segnale, una risposta.
Il testo di “Cosa vuoi da me” di Samuele Bersani
Siamo fatti come le nuvole che nel cielo si confondono
Pronti a scatenare un fulmine
Ma ci divide il passaggio di un aereo
Non so più se credere
Agli amici che mi parlano di te
Sono delle vipere
Se mi dicono che adesso stai benissimo
Cosa vuoi da-da-da me? Cosa vuoi da-da-da me?
Cosa vuoi, dimmi ma che cosa?
Amore, adesso vestiti
Sto venendo lì a riprenderti
Faccio quello che vuoi tu
Una stanza senza la tv
Neanche l’ombra di un telefono
Parleremo a un millimetro io e te
Saliremo sopra un albero
Di quello che faremo, questo è il minimo
Cosa vuoi da-da-da me? Cosa vuoi da-da-da me?
Cosa vuoi, dimmi ma che cosa?
Sì lo so che sono stupido, che bastavano due coccole
Che sei anche un’altra cosa da me
Non un nemico da combattere
Sì, per me che sono libero
Ma c’è anche il lato comico con te
Io sarò davvero libero
Confondendomi con te nel cielo limpido
Cosa vuoi da-da-da me? Cosa vuoi da me? Cosa vuoi da-da-da me?
Cosa vuoi, dimmi ma che cosa?
Siamo fatti come nuvole che nel cielo si confondono
Fino a quando arriva il vento dell’est
Inevitabilmente si dividono
Io non so cosa cerchi da me, pensi forse
Che sia stupido o no?
O addirittura che ho bisogno di te
Ma ti prego torna subito