Cristiano Godano: “Stammi accanto? Un disco che saprei difendere” – INTERVISTA

A tu per tu con Cristiano Godano per parlare del nuovo disco “Stammi accanto”, fuori da venerdì 4 aprile in digitale, cd e vinile.
Cristiano Godano è tornato in veste solista con il nuovo album “Stammi accanto” (etichetta Al-Kemi Records di Ala Bianca Group / distribuzione fisico Warner Music / distribuzione digital Fuga) in uscita il 4 aprile in digitale, cd e vinile.
Dopo oltre 30 anni di carriera come leader dei Marlene Kuntz, l’artista rilascia il suo secondo progetto discografico solista che arriva a cinque anni di distanza dal precedente “Mi ero perso il cuore”. Ecco cosa ci ha raccontato alla vigilia di questa nuova uscita.
Cristiano Godano racconta il disco “Stammi accanto”, l’intervista
Per cominciare vorrei rispolverare un vecchio concetto di Caparezza che, qualche anno fa, in una canzone diceva che il secondo album è quello più difficile nella carriera di un artista. Considerando che di dischi con i Marlene ne hai fatti tanti e concentrandoci prettamente sul tuo percorso solista, per “Stammi accanto” è stato così?
«Qualche paragone con il precedente disco da solista probabilmente c’è stato, considerando che il songwriting sta più o meno da quelle parti. Quindi si trattava di capire come gestire a livello di arrangiamenti per realizzare qualcosa che fosse diverso. Così il tema è stato come vestire queste canzoni. Il mood può essere in fondo paragonabile, simile a “Mi ero perso il cuore”, ma sentivo che si poteva andare da un’altra parte e “Starmi accanto” lo documenta».
L’album è composto da otto tracce inedite: in un tempo in cui si pubblicano spesso progetti lunghi o infiniti, tu opti per la sintesi. Una scelta estetica, concettuale o semplicemente emotiva?
«È un po’ tutto questo, devo dire. Le canzoni avrebbero tranquillamente essere 13, se avessi ritenuto che ce n’erano 13 di valide. Da un punto di vista concettuale, considerando la scarsa disponibilità della gente a dedicare attenzione a un disco intero, al netto dei fan, ho ritenuto che queste otto tracce fossero perfette così. Mi sembra una misura giusta, adeguata, per poter garantirsi l’attenzione dei più».
Le tue canzoni alternano introspezione e spiritualità laica, quasi filosofica. In che misura la ricerca del significato delle parole e la scrittura rappresentano per te un esercizio di consapevolezza?
«Per me le parole lo sono da sempre e per sempre. Con i Marlene ho cominciato a scrivere delle cose, ricevendo dei feedback dalla gente un po’ sorprendenti. Fin da subito ho avvertito un senso di responsabilità riguardo l’utilizzo delle parole. Non è che tu puoi usare un termine senza essere consapevole di cosa stai facendo. Se lo usi, lo devi anche cantare con la consapevolezza di poterlo esprimere nel modo più corretto possibile».
Per concludere, quali aspetti ti rendono soddisfatto e orgoglioso di questo progetto e, di conseguenza, del tuo percorso finora?
«La sincera genuinità con cui restituisco questo approccio eminentemente artistico alle cose che faccio. Non c’è malizia negli arrangiamenti, solo la volontà di fare qualcosa al servizio di un’ottima musica. È tutto suonato, alla vecchia, come si usa dire. Non perché io voglia far vedere che sono uno che arriva da lì, non voglio avere nessuna attitudine da loser che si auto emargina. Semplicemente questo è l’unico modo che conosco per far funzionare le cose e per ottenere la rispettabilità del mio pubblico, che da me si aspetta esattamente questo. Quelle di “Stammi accanto” sono tutte canzoni che saprei difendere fino alla morte, perché sono canzoni che amo, in cui credo».