Da noi a Ruota Libera, Adriano Pappalardo: “Battisti ha creduto in me prima ancora che lo facessi io”

Protagonista dell’ultima puntata di “Da noi a Ruota Libera” è stato Adriano Pappalardo, che ha ripercorso la sua carriera, svelando del suo legame con Lucio Battisti
Una voce ruvida, inconfondibile, che ha attraversato stagioni diverse della musica italiana, sempre con una carica viscerale, istintiva. Adriano Pappalardo, ospite a “Da Noi… A Ruota Libera“, si è raccontato con sincerità, svelando pagine intime della sua carriera e dell’amicizia con uno dei giganti della musica italiana: Lucio Battisti.
“Mi bastò cantare una volta sola perché Lucio mi offrisse un contratto – ha raccontato oggi, domenica 25 maggio, visibilmente commosso – mi disse: in questo mondo o sfondi o ti sfondano. È una frase che non ho mai dimenticato. Lui non ha mai cercato di cambiarmi. Mi ha preso com’ero e mi ha portato al successo. A lui devo tutto”.
Un legame che andava oltre lo studio di registrazione: autentico, quotidiano, umano.
“Quando si trasferì a Roma diventammo amici. Lui faceva surf, io barca a vela. Gli insegnai a correre: il suo obiettivo erano dieci chilometri, e li fece. Poi mi ringraziò in E già, quel disco strano, introverso, dove c’è anche un pezzo del nostro tempo insieme. Lucio aveva un cuore grande e una mente brillante. Lo amavo davvero”.
Adriano Pappalardo ha ripercorso anche i suoi inizi, quando la voce gli sembrava quasi un ostacolo, troppo distante dagli standard melodici dell’epoca. “Da ragazzo cantavo a scuola. Amavo Morandi, Ranieri, voci bellissime, limpide… ma la mia era diversa. Poi un giorno in radio sentii James Brown e pensai: ‘Ecco, lui canta come me’. Fu una rivelazione”.
E proprio quella voce, potente e graffiata, sarebbe diventata il suo marchio. Oggi, Pappalardo si definisce un interprete più che un cantante, fedele a un’idea di musica che nasce dal cuore, non dalla tecnica. “Lucio non mi ha insegnato a cantare. Mi ha insegnato a restare me stesso. È la lezione più grande.”
Un tributo raro, quello di Adriano Pappalardo, fatto senza retorica ma con quella verità cruda che ha sempre messo anche nei suoi brani. A distanza di decenni, il legame con Lucio Battisti resta vivo, come un’eco che attraversa il tempo e restituisce senso al viaggio artistico di un uomo che non ha mai avuto paura di cantare con l’anima.