“Dalla A alla Z”: C come Chappell Roan

Dal debutto ai grandi successi: la vita e la musica dei protagonisti della scena, uno per lettera. Oggi proseguiamo dalla C di Chappell Roan. A cura di Francesco Costa
La musica è fatta di storie, di viaggi che attraversano generazioni e influenzano il panorama culturale del proprio tempo. “Dalla A alla Z” è la rubrica che ripercorre le carriere degli artisti più iconici della scena italiana e internazionale, raccontando le loro origini, i primi passi, le sfide e i successi che li hanno consacrati. Oggi proseguiamo dalla lettera C, C come Chappell Roan.
Un percorso che parte dagli esordi e arriva fino ai giorni nostri, tra aneddoti, evoluzioni stilistiche e curiosità che hanno segnato il loro cammino artistico. A cura di Francesco Costa, questa rubrica si propone di esplorare in profondità il talento, la determinazione e l’unicità di ogni singolo artista, analizzando l’impatto che ciascuno ha avuto sulla musica e sul pubblico.
“Dalla A alla Z”: C come Chappell Roan
Per il terzo episodio facciamo un salto indietro nel tempo e ci catapultiamo nel 2012. Kayleigh Rose è una ragazzina di 14 anni. Vive con i genitori nel Missouri, ma le sue ambizioni sono più grandi del piccolo paesino di campagna in cui cresce. Da qualche anno suona il pianoforte e canta in alcuni video su YouTube le cover dei pezzi che ascolta.
Con il mito di Hannah Montana negli occhi, sale sul palco del concorso “Springfield’s Got Talent” e si trasforma. Dopo la vittoria, le chiedono che cosa sogna. Lei non ha dubbi e con ingenua sfacciataggine risponde: “Voglio vincere un Grammy”. Detto fatto. Dopo tredici anni eccola su quel palco, premiata come miglior artista esordiente.
Rossa come le fragole e libera come il cavallo di “The Strawberry Roan”, la canzone preferita del nonno Dennis K. Chappell. L’artista di oggi farà sentire alcuni di voi come davanti al cast di una qualsiasi edizione dell’Isola dei Famosi, questa chi è? Ma se avrete la curiosità di scoprirla, vi stupirà. Il suo nome inizia con la C, C come Chappell Roan.
Alzi la mano chi non ha mai pensato agli Stati Uniti come alla terra dei desideri che diventano realtà. Il paese delle meraviglie per Alice o quello dei balocchi per Pinocchio. Ce lo inculcano nelle nostre giovani menti fin da quando siamo bambini, con i film e le serie tv. Però diciamoci la verità, questa magnifica immagine si sta sfaldando sempre di più. Eppure non è del tutto scomparsa, è solamente scaduta, come lo yogurt che ostinatamente dimentichiamo nel frigorifero. Ecco, tra le numerose bandiere di cui si fa portatrice Chappell Roan, c’è anche quella di questo sogno americano un po’ avariato. Un sogno fatto di tanta passione e di tantissima ansia, di coraggio e di paura. Luci e ombre, cadute e risalite. E infatti il primo disco di questa nuova popstar, pubblicato nel 2023, si chiama “The Rise and Fall of a Midwest Princess”, la salita e la discesa di una principessa del Midwest.
Da sempre oscillante tra l’equilibrio e la follia, Chappell arriva al primo vero successo internazionale nel 2024 quando “Good Luck Babe!” scala le classifiche radiofoniche di tutto il mondo, anche in Italia. Il singolo, che in patria vende oltre un milione di copie, racconta di una ragazza che si invaghisce di una coetanea. Fin qui nulla di strano, peccato che l’altra ragazza non accetti di provare attrazione per le donne. Per comprendere a pieno il significato di questa canzone, e soprattutto per capire le ragioni di questi suoi up and down, occorre però fare un passo indietro e andare a Willard, il comune in cui nasce, in un giorno di febbraio del 1998, Kayleigh Rose Amstutz. Anche lei come Katy Perry, è figlia di genitori cattolici molto ma molto credenti.
Durante l’infanzia, trascorsa in un campeggio di roulotte, riceve un’educazione estremamente conservatrice e frequenta la Chiesa tre volte a settimana. Nelle estati, che passa in campi religiosi, oltre a pregare e leggere la Bibbia, impara che l’omosessualità è una perversione. Che essere gay è un peccato. Ma nonostante le idee che cercano di trasmetterle, mamma e papà credono nel suo talento musicale e la assecondano quando invia le demo ai primi agenti che poi la scritturano e quando c’è da andare a New York e Los Angeles per registrare i suoi pezzi. La supportano anche quando nel 2017 esce il suo primo Ep “School Nights”, ma c’è una tessera che manca per completare il mosaico. Mettendo la testa fuori dal nido, si accorge che il mondo è fatto di tanti colori. Non è in bianco e nero come un vecchio film. È così che, all’alba dei vent’anni, matura l’idea di spiccare il volo.
Kayleigh lascia il Missouri perché lì non c’è più posto per lei e si trasferisce a Los Angeles dove si libera di ogni costrizione e può finalmente essere sé stessa. Una donna orgogliosamente queer che con abilità, si cuce addosso il personaggio che più le si addice. E Chappell Roan diventa per lei come Spider Man per Peter Parker, Catwoman per Selina Kyle, ma soprattutto come Hannah Montana per Miley Stewart. Si perché questo nome d’arte assume dopo il trasloco in California tutta un’altra sfumatura. Sul palco si presenta con un trucco pesante, indosso ha vestiti stravaganti che si costruisce da sola.
La sua musica è un pop barocco che ricorda in parte anche la Lady Gaga dei primi tempi. Le sue performance diventano come quelle di una drag queen, è quello il tipo di atmosfera che vuole evocare. Nell’America più conservatrice, sentiva i suoi coetanei definire “clown” le persone gay. È per questo che ha deciso di imitare a volte anche lo stile clownesco perché ora può essere tutto ciò che non poteva essere prima.
Di questa sua nuova vita ne parla nella sua canzone manifesto, “Pink Pony Club”, una canzone synth pop tutta da ballare pubblicata nel 2020, pochi mesi dopo aver avviato una collaborazione professionale con il produttore Dan Nigro. «Mi era stato detto che era una città demoniaca, che ci vivevano solo satanisti. Ma quando sono arrivata a West Hollywood, mi ha aperto gli occhi sul fatto che le mie paure non erano sempre fondate, specialmente quelle che riguardavano la comunità queer. Andare nei club gay le prime volte per me fu quasi un’esperienza spirituale».
Pervasa da questa nuova spiritualità, così diversa da quella che aveva conosciuto fino a quel momento, racconta nel brano la sua personale chiamata alle arti. Santa Monica è come una sirena che l’ha attirata inevitabilmente a sé con i suoi canti e lei ringrazia quei “wicked dreams” che l’hanno portata a lasciare la sua terra natia per approdare in questo fantomatico locale dove può scatenarsi come meglio crede, in questa realtà fluida che la fa sentire accettata per la prima volta. Quello è il suo posto, quella è la sua gente. L’etichetta Atlantic investe in lei e le cose sembrano andare il meglio, il classico sogno americano. Ma come abbiamo detto, è scaduto. E infatti emerge nella canzone anche un certo disagio.
Mentre continua a ballare a West Hollywood, in certi momenti, le sembra di sentire nella sua testa la voce delusa e arrabbiata della madre che voleva per lei una vita diversa. Non è sempre facile essere la pecora nera, in questo caso rainbow, della famiglia. A volte si guarda indietro e le manca la statica quiete del Midwest. Ne parla più apertamente in “California”, una ballad che esce pochi mesi dopo, e non ottiene i risultati sperati. Nel pezzo si strugge mentre canta della sua città morente di cui ha nostalgia: “I miss the seasons in Missouri. My dying town. Thought I’d be cool in California, I’d make you proud to think I almost had it going but I let you down”.
La casa discografica la abbandona e Nigro la scarica per accudire la nascente star Olivia Rodrigo. La carriera di Chappell è in stallo. Intorno a lei c’è ancora la sfavillante LA, ma lei la guarda da altri punti di vista: assistente alla produzione, barista, babysitter e commessa in un negozio di ciambelle. Non è proprio quello che aveva sognato. E dopo due anni di lavori saltuari, come Battiato con la sua Sicilia, anche Chappell Roan aderisce al monito sorrentiniano. Non si disunisce e torna a casa in Missouri per concentrarsi sulla musica da indipendente. In questo periodo di discesa, studia e si prepara per tornare in scena.
Nel marzo 2022 riprende i contatti con il vecchio produttore e ottiene un contratto con la Sony. Da qui ad agosto escono due canzoni, tra cui anche la hit “Femininomenon”, e si ritrova ad aprire i concerti di quella Olivia Rodrigo che le aveva rubato la scena anni prima. Nell’ambiente si inizia a parlare di lei e dopo il primo tour “Naked in North America” a inizio 2023, anche il pubblico si appassiona a questa figura eccentrica con quei costumi così particolari. In primis, è la comunità lgbt che si innamora di lei che si definisce lesbica, ma poi raggiunge anche il resto del pubblico. Ci siamo, tutti i sacrifici hanno dato i frutti sognati. Il 22 settembre 2023 esce il suo album di debutto “The Rise and Fall of a Midwest Princess”. Un successo di critica e di massa che la porta in tour anche in Europa e Australia. Nel frattempo, Tik Tok scopre “Pink Pony Club” e la rende una hit. Da poco più di un milione di ascoltatori su Spotify, arriva in pochi mesi a superare i 40 milioni di ascolti. Tutto perfetto, se non fosse che Chappell entra in crisi.
Luci e ombre, famiglia conservatrice e comunità queer, Hollywood e Midwest, Kayleigh e Chappell. Nel 2022 le diagnosticano un disturbo bipolare e alterna periodi di ipomania alla depressione cronica. In particolare è la fama a renderla nervosa e quando vede tutto nero, pensa addirittura al suicidio. Così, mentre tutti vedono paillettes e lustrini, avvia un percorso e cerca di gestire i suoi problemi. Per farlo chiede aiuto anche ai suoi fan perché le lascino il giusto spazio e si arrabbia con loro.
«Se vedeste una donna a caso per strada, le urlereste dietro dal finestrino dell’auto? Andreste da una donna a caso per chiederle di fare una foto con voi e vi arrabbiereste se lei vi dicesse di no? La seguireste in giro?». Affrontare il successo non è una passeggiata, ma i suoi ammiratori la capiscono e la supportano così come ha sempre fatto anche lei con loro. Pensate che durante una sua tournée annulla i biglietti comprati dai bagarini e li rivende ai fan perché vuole essere sicura che finiscano nelle mani di chi vuole realmente venire a vederla. Di queste due parti che compongono l’artista, non si sa quale è destinata a prevalere.
Nel 2024 si esibisce in alcuni dei festival più grandi degli Stati Uniti come il Coachella o il Lollapalooza di Chicago dove si veste come una lottatrice messicana e strega migliaia e migliaia di spettatori. Ma pochi mesi dopo interrompe un concerto e piange. «Oggi mi sento un po’ strana perché la mia carriera sta avanzando molto velocemente ed è davvero difficile stare al passo. È tutto ciò che ho sempre voluto, ma è pesante a volte, credo». Con questa sua trasparenza e onestà, conquista consensi. Le persone si sentono rappresentate da lei che, oltre a fare musica, non si è mai risparmiata lottando per le cause in cui crede, per i diritti gay e per una sanità più giusta.
Questo racconto è iniziato con il sogno adolescenziale di una 14enne e si conclude con la sua realizzazione. Domenica 2 febbraio 2025, alla Crypto.com Arena di Los Angeles, Chappell si porta a casa l’agognato Grammy. Nel discorso della vittoria ci potremmo aspettare il ricordo commosso di quando Kayleigh guardava Miley Cyrus alla tv e faceva voli pindarici pregustando il suo successo. La tipica storia della ragazza americana che viene dal nulla, che è cresciuta in povertà ma che senza mai arrendersi ce l’ha fatta. Si è presa il suo posto vendicandosi di chi la prendeva in giro e vissero tutti felici e contenti.
Ma di questo senso di rivalsa, dei toccanti ricordi dello “Springfield’s got talent”, il testo del suo discorso è interamente privo. Ringrazia fan e produttori, e poi si scaglia contro l’industria discografica che non tutela gli artisti emergenti e li sfrutta per poi lasciarli per strada senza assicurazione sanitaria. «È stato così devastante sentirsi così coinvolta nella mia arte e così tradita dal sistema e così disumanizzata da non avere un’assistenza sanitaria. E se la mia casa discografica avesse dato priorità alla salute degli artisti, mi sarebbe stata fornita l’assistenza da un’azienda a cui stavo dando tutto. Quindi le case discografiche devono trattare i loro artisti come dipendenti di valore. Etichette discografiche, noi vi sosteniamo, ma voi volete sostenere noi?».
Parole taglienti, di rabbia, di dolore. Chappell ha realizzato il suo sogno, ma è un sogno americano 2.0. La montagna russa più terrificante del Luna Park. Ti porta sul tetto del mondo a bordo dell’aereo più lussuoso che ci sia e poi ti lascia cadere giù, in picchiata, senza paracadute. Sta a te tirare fuori il carrello e atterrare evitando di schiantarti e romperti le ossa come è già successo tante volte a questa atipica principessa del Midwest. E come probabilmente continuerà a succederle, ma a sostenerla adesso c’è una comunità che ha saputo creare con la sua musica. Che la protegge e la appoggia da lontano, senza soffocarla. Il suo futuro musicale è ancora tutto da scrivere, in Italia la stanno ancora imparando a conoscere. Eppure nei suoi occhi c’è un fuoco che arde più rosso dei suoi capelli e a noi non resta che farci inebriare da quelle fiamme. Buona fortuna Chappell. Good luck babe!