“Dalla A alla Z”: E come Emma Marrone

Dal debutto ai grandi successi: la vita e la musica dei protagonisti della scena, uno per lettera. Oggi proseguiamo dalla E come Emma Marrone. A cura di Francesco Costa
La musica è fatta di storie, di viaggi che attraversano generazioni e influenzano il panorama culturale del proprio tempo. “Dalla A alla Z” è la rubrica che ripercorre le carriere degli artisti più iconici della scena italiana e internazionale, raccontando le loro origini, i primi passi, le sfide e i successi che li hanno consacrati. Oggi proseguiamo dalla E, E come Emma Marrone.
Un percorso che parte dagli esordi e arriva fino ai giorni nostri, tra aneddoti, evoluzioni stilistiche e curiosità che hanno segnato il loro cammino artistico. A cura di Francesco Costa, questa rubrica si propone di esplorare in profondità il talento, la determinazione e l’unicità di ogni singolo artista, analizzando l’impatto che ciascuno ha avuto sulla musica e sul pubblico.
“Dalla A alla Z”: E come Emma Marrone
Fulmini e saette si scaglieranno contro chi si azzarderà a metterla in un angolo. L’artista della puntata di oggi è come Baby in Dirty Dancing. Non aspetta più che siano gli altri a dirle quanto è bella, ora se lo dice da sola. Ha imparato ad amarsi come la terra e la pioggia in estate, come se fosse la luce di un faro nel mare.
Tenace, indomita e volitiva come un soldato che si arma per resistere ai tranelli di questa cagionevole vita, ma anche orgogliosamente fragile e vulnerabile come le foglie sugli alberi d’autunno. Il suo nome inizia con la lettera E, E come Emma Marrone.
È consuetudine che, nelle interviste, si chieda agli artisti il momento in cui hanno realizzato di avercela fatta. Certo, considerando il suo successo, se ci soffermassimo a ragionare su tutte le plausibili risposte che potrebbe dare, non finiremmo più di scervellarci. Io però una risposta ce l’avrei. «Quando hanno fatto un documentario sulla mia vita», affermerei rapito da un exploit improvviso di autostima se fossi in lei. Il grande onore risale al 2022 e il film si chiama “Sbagliata ascendente leone”, stesso titolo del singolo che ne accompagna l’uscita. Per troppo tempo si è sentita sbagliata, ma ora – morale della favola – ha compreso che ogni sbaglio ha un valore.
Il tema dell’errore personale lo ribatte in chiave collettiva sempre in quell’anno quando si rimette in gioco e torna in gara al Festival di Sanremo con “Ogni volta è così”, un brano che unisce il pop rock ai sound delle ballad e li mette al servizio di un testo pregno di significato. Qualunque sia il comportamento assunto da una donna, il giudizio nei suoi confronti va spesso riducendosi a una dicotomia disgustosamente discriminatoria: o è una santa o una puttana.
La causa femminile la sposa ogni volta che ne ha occasione, in “Io di te non ho paura” del 2015 lancia il suo grido di battaglia contro la violenza sulle donne. Ma di guerre ne affronta molte altre: una su tutte, quella vinta tre volte contro un tumore all’utero che la porta a sostenere i diritti dei malati come quello di avere figli – occasione che non le si presenterà perché in Italia non è permessa la fecondazione assistita per chi non ha un compagno.
E sempre in nome di un altro tema di carattere sociale, il diritto al lavoro, dieci anni prima l’atteso ritorno, trionfa a Sanremo con “Non è l’inferno”, un pezzo grintoso che si scaglia contro un sistema corrotto che spinge certi giovani a pensare sia più facile morire. Il testo glielo scrive Kekko dei Modà, band con cui nel 2011 partecipa alla kermesse e conquista la medaglia d’argento con “Arriverà”. Che cosa doveva arrivare, è facile intuirlo, ma a scanso di equivoci, lo specifica quattro anni dopo quando le radio suonano “Arriverà l’amore”.
E se la sua vita sentimentale è frastagliata come le coste liguri, c’è un grande amore che non le manca mai: quello dei fan che la supportano dal 2010 quando vince il talent show italiano più importante, Amici. Quelli tra la partecipazione al programma e il primo posto sanremese sono anni di formicolante attività in cui spopola grazie all’Ep “Oltre” – che contiene la conosciutissima “Calore” – e poi agli album “A me piace così” e “Sarò liberà”. Anni frenetici che potremmo sintetizzare con una tipica espressione del suo dialetto che sceglie come nome per il suo primo tour: ahi ce sta passu, ahi cosa sto passando.
Quello che vive è un frullatore di emozioni, ma c’è un pilastro che la mantiene diritta sulla retta via. Maria De Filippi diventa per lei una seconda mamma e Amici una seconda casa. Nella trasmissione torna infatti tra i big e poi più volte come coach o ospite. Lì dove il sogno è iniziato, ci lascia un “Pezzo di cuore”, canzone che la vede duettare con la sua grande amica Alessandra Amoroso nel 2021. Oltre ad aver vinto lo stesso talent, le due sono accomunate dalle origini e dall’amore profondo per la propria terra.
Anche se in “La mia città” – brano della débâcle all’Eurovision Song Contest del 2014 – dice di amare il traffico in centro e parcheggiare distratta, soltanto quando torna in Salento si ritrova. «Scappa via dai cieli grigi e dalla nostalgia, corro lontano verso il mare, verso casa mia», canta in “Mezzo mondo”, uno dei tormentoni dell’estate 2023 in cui racconta di arance e vino rosso il giorno di ferragosto.
Proprio con questo pezzo che profuma delle sue radici, si impone in cima alle classifiche. A casa ci torna ogni volta che riesce anche perché è il luogo della famiglia a cui è affezionatissima. Una famiglia fatta di pezzi imperfetti che legano lo stesso, musica che suona quando fuori c’e il silenzio. «Ricordati sempre che io ti voglio bene, un bene che va oltre la pelle», comincia con questa frase la title track del suo quarto disco “Adesso”.
Ai suoi affetti deve riconoscenza assoluta. Se non fosse stato per l’amato papà, che l’ha spronata a cantare quando aveva soltanto dieci anni, probabilmente le cose sarebbero andato diversamente. Rosario suonava la chitarra ed è stato lui il primo a intuire le potenzialità della figlia che ha sempre sostenuto ai concerti, salendo addirittura sul palco come in una tappa del tour per l’album “Essere qui” del 2018. È da lui che impara la tigna, la forza di combattere. Quella stessa forza che ha messo in campo per fronteggiare un nemico troppo forte da sconfiggere.
Il dolore della perdita lo canta già in “Luci blu”, uscita nelle radio nel 2020, ma è in “Intervallo”, struggente brano scritto poco dopo quel tragico giorno di settembre di tre anni fa, che emerge dirompente la sua sofferenza («Per raggiungerti ho finito tutto il fiato ma tu non mi hai aspettato»). Il vuoto non si rimarginerà mai, ciò che rimane è la consolazione di immaginarsi un finale diverso. «Ora non so dove vado di preciso o forse non mi importa ma mi piace immaginarti col sorriso che mi aspetti sulla porta». A Rosario dedica il Festival del 2024.
Non si posiziona molto alta in classifica, eppure la canzone si trasforma presto in una hit su cui ballano tutti. Ci aveva già avvisato in “Trattengo il fiato”, ma ora ce lo dice ancora più espressamente con “Apnea”. È una fase di rinnovato splendore artistico quella che vive Emma. Nell’album “Souvenir” esplora il pop elettronico – che troviamo anche in “Ho voglia di te” con Olly – e si lascia andare a una più spiccata sensualità come in “Femme fatale”. E anche se dice di non essere una “Sentimentale”, si mette a nudo come mai prima d’ora: in “Capelli corti”, confessa di non riuscire ad essere come la vogliono gli altri.
I capelli corti ci riportano agli esordi della sua carriera quando cercano di costruire per lei un’immagine rock alla Gianna Nannini, un chiaro esempio è il videoclip di “Cercavo amore” del 2012. Immagine che poi cambia e diventa più pop esattamente un anno dopo con la copertina di “Schiena”, il terzo album che sbanca trainato dalla sua hit più famosa in assoluto, “Amami”. Il tema romantico torna di frequente nelle sue canzoni – in “Mi parli piano” si chiede se è amore o solo un’ossessione – e anche nei titoli come “Io son per te l’amore”, “Amore cane” con Lazza e la presa di consapevolezza al termine di una storia naufragata di “L’amore non mi basta”.
«Eravamo il nostro eterno, il nostro pane quotidiano». Ma non si può fare affidamento sugli altri per stare bene. Lo ha imparato sulla sua pelle e lo mette nelle canzoni: “Quando l’amore finisce” e ci si toglie il “Mascara”, è con sé stessi che si rimane ed è fondamentale amarsi e continuare a dirsi “Io sono bella”.
Quando i pensieri si ramificano e non la lasciano stare, “Poco prima di dormire”, Emma può trovare la serenità nella consapevolezza che il proposito di essere libera in un futuro non precisato, lo ha esaudito. Ha fatto pace con la sua verità fatta di uranio e radioattività, conserva tutto – anche gli errori – come diamanti ed è così che quel futuro è diventato il suo presente.