“Dalla A alla Z”: F Giusy Ferreri

Dal debutto ai grandi successi: la vita e la musica dei protagonisti della scena, uno per lettera. Oggi proseguiamo dalla F come Giusy Ferreri. A cura di Francesco Costa

La musica è fatta di storie, di viaggi che attraversano generazioni e influenzano il panorama culturale del proprio tempo. “Dalla A alla Z” è la rubrica che ripercorre le carriere degli artisti più iconici della scena italiana e internazionale, raccontando le loro origini, i primi passi, le sfide e i successi che li hanno consacrati. Oggi proseguiamo dalla F, F come Giusy Ferreri.

Un percorso che parte dagli esordi e arriva fino ai giorni nostri, tra aneddoti, evoluzioni stilistiche e curiosità che hanno segnato il loro cammino artistico. A cura di Francesco Costa, questa rubrica si propone di esplorare in profondità il talento, la determinazione e l’unicità di ogni singolo artista, analizzando l’impatto che ciascuno ha avuto sulla musica e sul pubblico.

“Dalla A alla Z”: F Giusy Ferreri

La città si spense in un istante mentre lei camminava sola sotto la pioggia fine di novembre. Ma quando diluvia, l’artista della puntata di oggi trova riparo dentro la sua giacca perché non ha paura di affrontare il vento e se la sposterà sopravviverà sul nuovo pavimento. L’ha detto mille volte che tutto può succedere e tra uno shot di cachaça sotto la luna piena di agosto e i treni presi di domenica senza un perché, si è abituata a piacersi così com’è. Il suo nome inizia con la lettera F, F come Giusy Ferreri.

Le inferriate di un cancello, il cielo terso, nel cielo splende il sole. Giusy e Federico passeggiano tra le stradine dei Giardini Pubblici Indro Montanelli di Milano e guardano le coppie che si baciano dal punto di vista di chi ha un chiodo dentro al cuore. Ma davanti all’amore, la ragione cade giù e si ritrovano abbracciati con lui che le tocca la pancia. Siamo nel 2017 quando esce il video della ballad “L’amore mi perseguita” in duetto con Zampaglione e lei è in dolce attesa di Beatrice, la figlia che compare anche due anni dopo nel filmato del singolo “Le cose che canto”, dedica toccante e radiofonica al tempo stesso. Il senso di entrambe le canzoni è che l’amore è più tenace di qualsiasi altra cosa, nel bene e nel male. L’amore non conosce condizione e a volte non è possibile evitare la fine come capita a “Fa talmente male”, pezzo eliminato dal Festival di Sanremo di quell’anno nonostante l’efficace produzione di Takagi e Ketra. 

La collaborazione con il duo – il feat più recente è l’arabeggiante “Shimmy Shimmy” del 2021 – si conferma come una delle più vincenti e redditizie dell’ultima decade. Complici due hit iconiche che totalizzano la bellezza di nove dischi di platino – l’afro “Jambo” del 2019 con Omi e la carioca “Amore e capoeira” del 2018 con Sean Kingston – riportano in auge la superata categoria dei tormentoni estivi, regnando incontrastati la calda stagione musicale. E anche quando non ci mettono direttamente la faccia, c’è comunque il loro zampino come in “La Isla” del 2020 con Elettra Lamborghini. Ma la loro unione prosegue dal 2015, anno chiave in cui il gatto e la volpe producono per lei e per Baby K il successo commerciale più importante degli ultimi sedici anni certificato addirittura con un disco di diamante, “Roma-Bangkok”. Per il rilancio del genere delle hit estive, Giusy è una apripista e non è la prima volta che svolge questo ruolo. Basti pensare a come tutto è iniziato.

Giusy ha quasi trent’anni, lavora come cassiera all’Esselunga (un album pubblicato contro la sua volontà da un produttore che compra i diritti dei suoi primi pezzi si chiama proprio “Supermarket”) e cerca da dieci anni la sua rivalsa nel mondo della musica. I concorsi canori, le prime band e gli inediti che scrive dal ’97 non portano da nessuna parte. Sono numerose le delusioni che vive come l’esclusione del brano dance “Il party” dalle Nuove Proposte di Sanremo 2005 ma la discografia è spietata e impara a sue spese che “La bevanda ha un retrogusto amaro”, titolo di un singolo pop psichedelico impegnato in cui parla di stupri e droghe somministrate di nascosto nelle discoteche. Ma proprio quando stava per rinunciare, come nelle favole, nel 2008 sbarca in Italia X Factor e si ritrova ad essere la prima pupilla di uno show destinato a stravolgere le vite di tanti artisti. Dall’oggi al domani, tutti conoscono il suo nome.

Irrompe nel mercato il fenomeno Giusy Ferreri, definita per la sua voce black la risposta nostrana ad Amy Winehouse, e tra i primi a notarla c’è Tiziano Ferro che scrive per lei una canzone dal sapore soul destinata a raggiungere in poche settimane i vertici di tutte le classifiche italiane ed europee, “Non ti scordar mai di me”. Come capita in molti altri illustri casi, non vince il programma ma è lei la star dell’edizione. Cantata dalla gente, addirittura parodiata da Checco Zalone, ora nei supermercati in cui lavorava c’è la sua faccia stampata sulla copertina dell’ep e poi del primo album effettivo che si chiama come il suo secondo nome, “Gaetana”. Diamante in Italia, platino in Grecia, il disco si apre con “L’amore e basta!”, un duetto con Ferro che partecipa alla produzione di tutto il cd e alla creazione delle tracce (sempre di ispirazione soul) “Stai fermo l씓Aria di vita” e “Passione positiva” e “Il sapore di un altro no”, arricchita dalla illustre partecipazione di Sergio Cammariere.  

Dopo il talent, vive due anni di vertiginoso successo. Non si ferma un secondo tra il tour sold out nei club e i singoli da promuovere, l’ultimo lo estrae nella primavera del 2009 ed è “La scala (The Ladder)”. Nel video, quasi come se fosse uno spoiler involontario dei suoi prossimi passi, indossa un cappello. Ma non è un cappello qualsiasi, è un cilindro che ricorda quello indimenticabile indossato da Rino Gaetano. Pochi mesi dopo, esce nelle radio la sua versione di “Ma il cielo è sempre più blu” che anticipa la pubblicazione dell’album di cover (curato ancora una volta da Tiziano) “Fotografie”. Il disco funziona, ma il boom più grande di questi anni lo ottiene con un inno irresistibile di libertà e amor proprio che tutti abbiamo cantano a squarciagola almeno una volta, “Novembre”. Il pezzo racconta di una donna che ha dato fiducia al buio di un egocentrico che la faceva rimanere inerme, ma ora sta in piena luce e gira sola per la città attorniata dai colori autunnali di una propositiva malinconia. «E cammino distratta tra le foglie in autunno», canta invece in “Momenti perfetti” del 2019. Da quel successo sono passati dieci anni ma la penna è dello stesso autore, il fidato Roberto Casalino che la accompagna attraverso le varie fasi della sua carriera, compresa quella elettro pop di questo singolo dal video in bianco e nero come la copertina del suo disco più autoriale in assoluto. 

Sono passati tre anni da “Il mio universo”  album caratterizzato da pezzi rock (“Rossi papaveri” e “Pareti tacere”) e nostalgicamente scanzonati (“Piccoli dettagli”) che include il brano della sua prima partecipazione al Festival, l’energico “Il mare immenso” che dall’alto dei miei nove anni cantavo in macchina scimmiottando la voce di Giusy – quando nel 2014 pubblica “L’attesa”. Si è presa del tempo, lo ha fatto per costruire un progetto che sente più affine. E infatti tutte le tracce portano la sua firma tranne “L’amore possiede il bene”, pezzo presentato a Sanremo poi battuto dalla ballata orgogliosamente fuori moda “Ti porto a cena con me” che avrebbe meritato di più dalla classifica così come avrebbe meritato di più il terzo singolo uscito, un pezzo che amo  particolarmente, “Inciso sulla pelle”. I ritornelli delle canzoni sono meno immediati e più ricercati come quello di “Per dare di più” in cui collabora con la ex leader delle 4 Non Blondes Linda Perry che aveva già incontrato in brani come “Cuore assente (The La La Song)” e che torna ad aiutarla anche nella composizione di “Nessuno come te mi sa svegliare”, “L’anima” e “Victoria”.

Quando Ferreri usa il bianco e nero, lo fa per darsi un tono come in alcune scene del filmato di “Gli Oasis di una volta”, ballad potente con cui comunica nel dicembre del 2021 l’intenzione di staccarsi dai ritmi delle hit estive per abbracciare sfumature diverse. Tutto questo senza rinnegare la partnership con Takagi e Ketra che curano il sound di “Miele”, pezzo martellante ma retrò (virale sui social il suo utilizzo del megafono nel bridge) con cui partecipa al Festival del 2022. Nella clip che accompagna il brano utilizza uno split screen che richiama elegante l’universo cinematografico, non per l’altro il disco che esce in concomitanza con la kermesse si chiama “Cortometraggi”. D’altronde, in questa vita, siamo tutti equilibristi e ballerini in un film di “Federico Fellini”, power ballad romantica come uno dei pezzi più forti del disco, “Cuore sparso”. Nell’album, ci sono tutte le sfumature di Giusy. 

C’è quella rock – che la spinge nel 2024 a mollare tutto per fare la frontwoman dei Bloom, band con cui dà luce all’album “Hangover” – di “L’amore è un tiranno” ma anche quella elettro pop del singolo “Causa effetto” e di “Qualsiasi amore”. Quella stessa venatura che tanto buon vento le porta in successi come la due volte disco di platino “Volevo te” (dalla raccolta “Hits”) e “Partiti adesso”, estratta dal disco pop “Girotondo” e composta dal re di quel genere Tommaso Paradiso, presente anche in “Occhi lucidi” insieme a Dardust che troviamo anche in altre tracce come “Il mondo non lo sa più fare” e “La distanza”.

«In questo girotondo mi godo il paesaggio e un’altra primavera mi accompagnerà in questo viaggio che chiamiamo vita», canta nella title track. Una frase profondamente vera nella sua semplicità che riassume coerentemente anche la carriera di Giusy Ferreri. Una carriera nata grazie alla tigna e alla fortuna di un’artista che, “Col sole e col buio”, non ha avuto paura di masticare il suo boccone amaro. Un’artista che ha difeso le sue scelte, creduto nelle attese e saputo dire spesso di no. Un’artista che non ha paura di dare tutto senza risparmiare niente e camminare per vedere dove va questa strada che chiamiamo vita.

Scritto da Francesco Costa
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