giovedì 21 Novembre 2024

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Dandy Turner: “Tendo sempre a dare peso alle parole che scrivo e dico” – INTERVISTA

A tu per tu con il giovane rapper romano, in uscita con il singolo “Offiline” realizzato con Biondo

Tempo di nuova musica per Nicholas Lucarini, meglio conosciuto con lo pseudonimo di Dandy Turner, artista classe ’99 che vanta la pubblicazione di diversi brani di successo, tra cui citiamo “Sei bella come Roma” e “Troppi sguardi”. Si intitola “Offline” il nuovo singolo che si avvale del feat. con Biondo (qui la nostra precedente intervista), che ricordiamo per la sua partecipazione alla diciassettesima edizione di “Amici”. In occasione dell’uscita di questo nuovo pezzo, abbiamo raggiunto tramite Skype il rapper romano, per approfondire la conoscenza della sua personale visione musicale.

Ciao Nicholas, benvenuto. Comincerei questa nostra chiacchierata da “Offline”, il titolo del tuo nuovo singolo realizzato in collaborazione con Biondo. Come ti sei trovato a lavorare con lui e cosa rappresenta esattamente per te questo pezzo?

«Con Simone mi sono trovato certe volte in contrasto, perché per alcuni aspetti lui era un pochino più minimalista e perfezionista, soprattutto all’inizio c’è stato un misunderstanding proprio per questo motivo. Già da diverso tempo parlavamo di realizzare un feat. insieme, “Offline” è nata da un beat che mi piaceva particolarmente, a lui è piaciuta subito l’idea e con il producer Alessandro Manzo abbiamo preparato la base, anche se successivamente abbiamo provato varie idee e fatto diverse demo, alla fine siamo tornati al punto iniziale, perchè era il risultato che ci soddisfaceva di più».

Il titolo sottolinea l’epoca in cui viviamo, pensi che questa mancanza di fiducia generale sia figlia dei tempi? Che tutte queste comunicazioni attraverso mezzi tecnologici abbiano reso più fragili le relazioni?

«Penso che i social abbiano un po’ indebolito il rapporto di fiducia tra le persone, soprattutto rispetto a qualche tempo fa. Da una parte le nuove tecnologie aiutano a comunicare e a restare in contatto, dall’altra il rischio è di perdere la cognizione dello spazio e del tempo, perché si è meno propensi ad uscire e ad avere relazioni reali con le altre persone».

Offline” arriva dopo il buon successo riscosso dai singoli “Sei bella come Roma” e “Troppi sguardi”, quali aspetti  sono più piaciuti al pubblico? Quali sono le caratteristiche che hanno fatto centro?

«Secondo me, come spiego il singolo, quello che dico. Ultimamente nei pezzi sembra più contare la base rispetto alle parole, mentre per me è l’esatto contrario, il peso che viene dato al testo contribuisce sicuramente sulla buona riuscita del pezzo finale. In più parlare di Roma, può essere un punto a favore, perché regala alle mie canzoni un tocco di originalità e personalità. Per il resto non so dirti, sono uno che tende a non riascoltarsi troppo, quando esce un singolo sono già proiettato su quello successivo».

Dopo aver collaborato con Biondo, ci sono altri artisti con cui ti piacerebbe lavorare in futuro?

«Per fine aprile uscirà il remix di “Sei bella come Roma” con Gionnyscandal, che si chiamerà “Sei bella come Roma/Milano”, in cui la prima strofa parlerà di Roma e la seconda di Milano. E’ nata questa bella intesa con lui, siamo entrati in confidenza, ci troviamo su molti argomenti e così abbiamo deciso di collaborare insieme. In più sto lavorando al mio primo album, nel quale saranno presenti sia lui che altri artisti».

Veniamo all’attualità, in particolare all’emergenza sanitaria Coronavirus che sta mutando, seppur momentaneamente, la nostra quotidianità. Tu, personalmente, come stai vivendo tutto questo?

«All’inizio l’ho vissuta male, soffrendo di attacchi di panico sono abituato ad uscire fuori e questa condizione mi ha creato non pochi disagi. Sicuramente è una situazione che va capita, compresa e rispettata fino in fondo, bisogna lasciarsi le paure alle spalle, tenere i nervi saldi e mantenere il sangue freddo. Cercare di stare i più tranquilli possibile, senza stare continuamente a seguire le notizie che, comunque, influenzano la psiche e possono incentivare l’ansia».

Se dovessimo trovare degli aspetti positivi in tutta questa situazione, in cosa li individueresti?

«Nella fratellanza, nel cercare di restare tutti uniti, nel ristabilire un contatto con le persone che abitano nel nostro stesso nucleo familiare, nel capire chi sono realmente le persone vere. Magari serve anche per ritrovare l’equilibrio con noi stessi, fare un reset delle abitudini che col tempo abbiamo  accumulato».

Per concludere, a chi si rivolge oggi la tua musica e a chi ti piacerebbe arrivare in futuro?

«La mia musica adesso si rivolge ad un target che va dai dodici ai vent’anni circa, anche se ci sono persone più grandi che mi scrivono e che mi ascoltano. Il problema delle generazioni è che chi è cresciuto vent’anni fa e chi sta crescendo in questo periodo, non possono andare più di tanto d’accordo, perché non riescono a comprendersi fino in fondo. Mi piacerebbe allargare il mio pubblico, ma sempre rimanendo nel mio mood e nel mio mondo, senza mettermi a fare cose mainstream, mantenendo comunque il mio stile. Io faccio il mio, cercando sempre di raccontare a mio modo ciò che mi passa attorno».

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Nico Donvito

Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte del racconto. Nel 2022 ha scritto il libro "Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin" (edito D’idee), seguito da "Canzoni nel cassetto" (edito Volo Libero), impreziosito dalla prefazione di Vincenzo Mollica, scritto a quattro mani con Marco Rettani. L'anno seguente, sempre in coppia con Rettani, firma "Ho vinto il Festival di Sanremo" (edito La Bussola), con introduzione curata da Amadeus e il racconto di trenta vincitori della rassegna canora. Tale opera si è aggiudicata il Premio letterario Gianni Ravera 2024.