sabato 23 Novembre 2024

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Dante rivive in “Infernum” grazie a Claver Gold e Murubutu – RECENSIONE

I due rapper insieme in questo ambizioso progetto ispirato ai canti dell’Inferno di Dante

Rap e letteratura sono due mondi in parte simili che spesso si sono guardati con ammirazione, si sono studiati e tante volte incrociati. Claver Gold e Murubutu in questo senso possono essere considerati con tutta probabilità due degli artisti italiani più vicini al mondo della letteratura, il secondo specialmente, si è da sempre contraddistinto per la sue capacità narrative, puntando su un tipo di rap che spesso tende ad unire leggenda e racconto. Claver Gold dalla sua, ha invece spesso puntato su una narrazione molto autoriflessiva simile al flusso di coscienza, densa di spunti personali ma mai svuotata di citazioni auliche e richiami esterni. 

Il tema della Divina Commedia dantesca, e più in generale, come in questo caso, dell’Inferno, da sempre ha ispirato artisti, produttori e storyteller di tutto il mondo, grazie alla sua capacità di adattarsi perfettamente ad ogni nuovo e diverso contesto sociale, storico o culturale, pur riuscendo a far rimanere intatta la sua pura essenza e il suo senso logico.

A tutto ciò si ispira anche Infernum, il nuovo album che vede insieme Murubutu e Claver Gold, disponibile a partire dal 31 marzo 2020 per Glory Hole Records. Undici tracce che ripercorrono l’Inferno dantesco da più punti di vista, senza mai allontanarsi dal tema centrale ma (e questa probabilmente rappresentava ai blocchi di partenza una delle imprese più ardue visto la complessità del tema trattato) anche senza stancare o risultare ripetitive nella narrazione.

Come all’interno del testo originale, i due artisti scelgono di rappresentare differenti personaggi in differenti tracce, non rimanendo solo semplici spettatori, ma spesso entrando a piedi pari all’interno della narrazione, condita ovviamente di rimandi e citazioni. Infernum non è un album semplice all’ascolto, richiede impegno e concentrazione, ma nonostante ciò coniuga un linguaggio ricercato ad un tappeto musicale denso di colori diversi, che rappresenta un vero e proprio punto di forza del progetto. I due artisti, che si appoggiano ad una squadra di collaboratori ormai collaudata, possono così “sputare” la proprie rime in totale libertà, godendo di un apparato musicale capace di creare l’atmosfera adatta al racconto.

Questo album è un viaggio, un lungo e godibile racconto in cui uno dei testi più celebri del mondo viene spogliato e ricalibrato con maestria. La prima cosa che si nota è infatti proprio la fedeltà al tema: Murubutu e Claver Gold si spartiscono in maniera equa strofe ed argomenti, dosando al meglio la loro capacità di narrare e dimostrando una cultura ed una conoscenza dell’argomento incredibile.

Già dalla intro Selva Oscura si percepisce la volontà del duo di portare l’ascoltatore in un altro mondo, fuori tempo e fuori luogo, in cui il filo conduttore narrativo è rappresentato dai personaggi raccontanti all’interno delle tracce. Se Antiferno con Davide Shorty rappresenta in parte l’ingresso all’Inferno, Caronte si mostra come un vero e proprio racconto del passaggio delle anime guidate dal celebre traghettatore “dove l’aria calda infuocava le gole”.

I due rapper si passano spesso la palla, raccontando con abilità temi e personaggi infernali incontrati da Dante e Virgilio. Così che lungo il tragitto si incontrano Minosse, leggendario re e legislatore di Creta e qui giudice dei dannati, Paolo e Francesca nel già singolo omonimo impreziosito dalla collaborazione con Giuliano Palma, scelti per raccontare il canto dei lussuriosi, puniti perché incapaci di resistere alla passione mossa dall’amore, ben racchiusa nell’espressione “io muoio di te”, scelta per concludere il ritornello. Si prosegue poi con la toccate Pier, in cui la figura di Pier delle Vigne, notaio alla corte di Federico II di Svevia, viene utilizzata come espediente narrativo per raccontare la storia di un ragazzo che sceglie di suicidarsi perché vittima di bullismo, incapace di reagire con forza.

Altri punti alti del progetto sono rappresentati da Malebranche, ispirata al cerchio dei barattieri e soprattutto da Ulisse, racconto epico che si rifà alla storia del celebre personaggio della mitologia classica, collocato tra i fraudolenti perché incapace di fermarsi dinnanzi alla sua voglia di conoscere il mondo, superando ogni limite visibile: “tutto quel che vedi, a me non basta mai”. 

La chiusura, prima dell’outro Chiaro Mondo, è affidata alle figure di Taide, prostituta quindi adulatrice, qui riproposta in versione attualizzata e Lucifero, principe delle tenebre che, seppur mostruoso, viene descritto come sofferente anche al netto della sua malvagità, dove “in ogni lacrima amara non c’è più fiducia, dentro ogni lago ghiacciato c’è un cuore che brucia”.

Tutto questo (e molto altro) è Infernum, un lavoro preciso, denso e curato nei minimi dettaglio. Un progetto che ha il grande merito di dimostrare che il linguaggio della musica rap può e dev’essere utilizzato anche per proporre “qualcos’altro” che, seppur difficilmente assimilabile dalle grandi masse del pubblico mainstream, rappresenta a tutti gli effetti un’opera riuscita al 100%.

Migliori tracce | Pier, Ulisse

Voto complessivo | 8.5/10

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Tracklist |

  1. Selva oscura feat. Vincenzo di Bonaventura 
    [Dante Alighieri – Il Tenente]
  2. Antiferno feat. Davide Shorty 
    [Murubutu, Claver Gold, Davide Shorty – Squarta, Gabriele Centofanti]
  3. Caronte 
    [Murubutu, Claver Gold – XXX-Fila]
  4. Minosse 
    [Murubutu, Claver Gold – Badnews]
  5. Paolo e Francesca feat. Giuliano Palma 
    [Murubutu, Claver Gold, Giuliano Palma – Kd-One]
  6. Pier 
    [Murubutu, Claver Gold – James Logan]
  7. Malebranche 
    [Murubutu, Claver Gold – James Logan]
  8. Ulisse 
    [Murubutu, Claver Gold – Dj Fastcut]
  9. Taide 
    [Murubutu, Claver Gold – Kuma19, DJ West]
  10. Lucifero 
    [Murubutu, Claver Gold – James Logan]
  11. Chiaro Mondo 
    [Claver Gold, Murubutu – Il Tenente]