giovedì 5 Dicembre 2024

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Dario Naccari: “Vi racconto il mio album d’esordio Multiverso” – INTERVISTA

Intervista al cantautore siciliano Dario Naccari per parlare del suo album d’esordio “Multiverso”

È disponibile su tutte le piattaforme digitali dallo scorso 26 gennaio “Multiverso“, album d’esordio del cantautore siciliano Dario Naccari, prodotto da Pietro Alessandro Alosi per Mezzanotte Label. Le canzoni contenute raccontano di mondi leggeri, dove la poesia diventa la mano capace di plasmare la realtà, per indicarci la strada di un percorso fatto di crescita personale e dignità spirituale. Abbiamo raggiunto Dario per farci raccontare questo progetto.

Ciao Dario, benvenuto sulle nostre pagine. Hai recentemente pubblicato il tuo album d’esordio, “Multiverso”. Com’è nata l’idea di questo titolo?

Ciao a voi, e grazie per la possibilità. Secondo la teoria del Multiverso, esistono molteplici universi al di là di quello osservabile. Ho focalizzato la mia attenzione sul concetto di “osservabile”, considerando che i punti di vista possono variare notevolmente da un individuo all’altro. Ho deciso di destrutturare e ricostruire i miei personali punti di vista, e nel corso della creazione dell’album “Multiverso”, esso stesso narra la storia attraverso le diverse esperienze contenute nei vari brani. Il disco diventa un racconto di un percorso, poiché la sua realizzazione è stata guidata proprio da questo stesso percorso.

“Multiverso” appare come un album profondamente acustico. È una scelta sonora pensata per trovare una maggior intimità?

Per l’arrangiamento dei brani mi sono affidato ad Alessando Alosi (ilPandelDiavolo), che ha saputo mettere il vestito giusto per ogni storia. Chiaramente il mio modo di scrivere e strutturare i brani ci avvicinava già in maniera naturale a queste sonorità folk e acustiche, e sono contento di aver trovato le persone giuste per lavorare alla mia musica. Abbiamo trovato un modo autentico per esprimere brani che contenevano già esperienze molto intime.

L’album si apre con “Grosso Frenk”, in cui il cane protagonista diventa simbolo della strada che ogni individuo si trova a percorrere, talvolta anche in completa solitudine. Come si supera questo senso di sentirsi soli?

La solitudine è indubbiamente una sensazione disarmante, in cui ci sentiamo vulnerabili e in pericolo. Tuttavia, è proprio attraverso queste esperienze intense che possiamo entrare in contatto con noi stessi. Oggi, cogliere qualche momento di solitudine è una possibilità che non dovremmo trascurare. È evidente che dovremmo essere attrezzati con gli strumenti necessari per trasformare le nostre frustrazioni in occasioni di crescita.

Proseguendo nell’ascolto del progetto, ho segnato alcune frasi che mi hanno colpito e che ho voluto utilizzare per farti alcune domande. Cosa non ti piace dell'”incessante frenesia del secolo in questione”?

La frenesia, appunto. Troppo spesso ci ritroviamo a inseguire sogni che non ci appartengono, obbligati a soddisfare le aspettative altrui. Il ritmo incessante dei nostri impegni e delle nostre ambizioni risuona nelle nostre menti con un volume così assordante che ci impedisce di ascoltare i nostri veri desideri.

Meglio essere comandanti o “confondersi tra la gente”?

Ognuno è il comandante della propria nave, e a mare non si scherza. Nel brano in questione, esprimo una critica nei confronti di quei comandanti le cui decisioni influenzano il destino di molte vite. Troppo spesso si tratta di comandanti superficiali, incapaci di assumersi le proprie responsabilità al comando, sempre propensi a privilegiare il proprio tornaconto personale.

“È come cambia ciò che voglio quando cambio io”: cos’è per te il cambiamento?

Siamo noi il cambiamento quando scegliamo di fare un passo indietro per imparare ciò che non conoscevamo prima, quando ci rendiamo conto di far parte del grande ciclo della vita e quando accogliamo le sconfitte come preziose esperienze di crescita.

“Lo vedi Dumbo? Sa volare se ci crede”: basta crederci per superare ogni limite?

É un buon punto d’inizio, del resto ognuno ha la sua fede.

Tra i concetti più importanti che si trovano in questo progetto c’è quello del viaggio. Cosa significa per te viaggiare?

Costruirsi una visione più completa del mondo sul quale siamo ospiti. Cercare con curiosità la prospettiva di un altro al fine di arricchire il bagaglio necessario per il viaggio individuale, che inevitabilmente si intreccerà, ancora, con il percorso di qualcun altro.

L’album si chiude con “Quelli che benpensano”, cover del celebre brano di Frankie hi-nrg. Com’è nata la scelta di questo omaggio?

Durante una delle sessioni di registrazione dell’album, ho avuto l’opportunità di suonare alcuni brani in anteprima durante la Notte Bianca di Pavia, inclusa una cover di un celebre brano di Frankie Hi-nrg. “Quelli che benpensano” è un brano che ha segnato la mia adolescenza, e che ancora oggi racconta lo spaccato di un Italia troppo simile a vent’anni fa. Il produttore Alosi, fu colpito dalla mia interpretazione, e mi propose immediatamente di includerlo nell’album. La mattina seguente, a poche ore dal mio volo di ritorno in Sicilia, ci ritrovammo in studio per registrare il brano, con il featuring dell’MC pavese Tusco.

A fine mese inizierai il tour di presentazione del progetto. Cosa deve aspettarsi da questi concerti chi ti segue?

Partiremo insieme alla Tirrenic Band, il 29 febbraio da Reggio Calabria, e saliremo lungo tutto lo stivale. Il disco, così come negli arrangiamenti in studio, è completamente suonato dal vivo. Ciò significa che il nostro pubblico potrà vivere uno spettacolo autentico, in cui emergono le emozioni che ci guidano durante l’esecuzione dei brani. Momenti più intimi si alternano a brani più energici, portandoci attraverso autostrade polverose e le cristalline acque del mar Tirreno. Durante lo spettacolo, ci divertiremo, balleremo, suderemo e canteremo, celebrando il piacere di essere vivi.

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Nick Tara

Classe '92, ascoltatore atipico nel 2022 e boomer precoce per scelta: mi nutro di tradizione e non digerisco molte nuove tendenze, compro ancora i cd e non ho Spotify. Definito da Elettra Lamborghini "critico della sagra della salsiccia", il sogno della scrittura l'ho abbandonato per anni in un cassetto riaperto grazie a Kekko dei Modà, prima ascoltando un suo discorso, poi con la sincera stima che mi ha dimostrato.